Avevamo deciso di fidarci nuovamente dell'alternativa panoramica offerta dal navigatore. Questa volta era andata bene: i panorami si alternavano tra paesaggi bucolici a lande selvagge, colori e ambienti ci stupivano sempre più, man mano che procedevamo verso la costa est della Scozia. Dopo ore di viaggio però avevo la vescica piena, pronta ad esplodere.
– "Milly, fermati da qualche parte che devo assolutamente fare pipì"
– "Ok, appena trovo una piazzola mi fermo. Non si trovano case nemmeno a pagarle, puoi tranquillamente fare pipì dietro una siepe, non credo ci siano persone in giro tra i boschetti"
– "E questo paesino da dove esce fuori?"
– "Oddio, ma guarda le case? Lì c'è pure una scuola"
– "Sembra più un quartiere che un paese"
– "In effetti c'è sono una strada che lo attraversa"
– "Non c'è una cavolo di locanda però"
La vescica era davvero sul punto di esplodere. La strada poi non aiutava a trattenerla.
– "Dai, sono sicura che qualche metro più in là non troveremo nessuno"
E in effetti non solo non c'era nessuno, ma non c'era nemmeno un albero. Una distesa vasta di erba rasa non mi faceva sentire a mio agio.
– "Non posso calarmi i pantaloni qui. Qualcuno da lontano potrebbe tranquillamente vedere il mio culo bianco"
– "Sai come risalterebbe"
– "Non sei d'aiuto"
– "Ok, dai resisti. Noto un boschetto più avanti, arriviamo lì e ci fermiamo"
– "Ottimo, accosta qui!"
Avevamo raggiunto il boschetto che costeggiava un fiumiciattolo da cui era impossibile essere notati. Non feci in tempo a mettere piede fuori dall'auto che sentii delle voci concitate avvicinarsi. Un allegro gruppetto di escursionisti stava campeggiando proprio lì vicino.
– "Porca miseria, non abbiamo incontrato anima viva nemmeno nel paesello che abbiamo passato. Sono ore che viaggiamo e nemmeno mai un'auto abbiamo incrociato. Qui ci sono i campeggiatori!"
– "Mi sembra di aver notato un'insegna. Se resisti, forse più avanti dovrebbe esserci una sala da tè"
– "Sei sicura? Siamo disperse nel nulla più assoluto, mi suona strano che ci sia un locale da queste parti"
– "Preferisci fare pipì accanto agli allegri escursionisti?"
– "No"
– "Allora salta su che qualcosa troveremo"
Dopo pochi metri, infatti, trovammo il cartello col nome di una sala da tè. La freccia puntava verso destra.
– "Sarà uno scherzo. Non c'è nulla. Anche la strada è sterrata"
– "Non ci resta che provare"
– "La vedo! È l'unica struttura nell'intera area"
– "Sembra una fattoria"
– "Guarda può anche essere la casa di un privato, io vado a bussare alla porta e chiedo gentilmente di farmi usare il bagno"
– "Credo che non ci sia bisogno. Dal numero di macchine parcheggiate sarà di sicuro una sala da tè"
Entrare in quel gioiellino di casolare gestito da una meravigliosa famiglia scozzese, fu uno dei più piacevoli imprevisti di quel viaggio. La struttura era piena di clienti, tanto che riuscirono a trovarci un posticino dove accomodarci al secondo piano. Io corsi in bagno e quando tornai al tavolo fu un piacere scegliere cosa gustare dal menu.
– "Sono tutti piatti fatti con ingredienti locali e di stagione"
– "Che meraviglia"
– "Almeno abbiamo capito come mai non abbiamo incontrato anima viva per strada. Sono tutti qua", aggiunse Milly.
Perché puoi togliere tutto aun inglese, ma l'oradel tèrimane sacrosanta.
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Cara Scozia, il diario di un'avventura
Phiêu lưuDa Glasgow a Edimburgo, passando per Fort William fino all'incantevole Isola di Skye. Il racconto di due amiche e del loro legame che supera i confini del tempo per consolidarsi nel presente, durante il viaggio che ha cambiato le loro vite. Pronti a...