Miss Delice

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I due gentili signori che ci accolsero alla reception avevano un marcato accento scozzese. Non saprei distinguere le sfaccettature riguardanti la pronuncia, ma c'è un qualcosa nel loro modo di esprimersi che mi porta a considerare come domanda anche una semplice affermazione. Ho come l'impressione che l'inglese degli scozzesi sia molto enfatizzato. La pronuncia è forte e sicura. 

Avendo studiato un inglese scolastico il nostro orecchio era abituato a un tipo di accento diverso da quello che poi effettivamente trovammo lì. Non saprei dire sotto quali aspetti siano diversi, ma sono abbastanza sicura che se mi trovassi di fronte ad uno scozzese, un irlandese e un inglese saprei senza ombra di dubbio attribuire a ciascuno la giusta provenienza.

Il primo intoppo che si presentò riguardava la data di prenotazione della camera. Avevamo prenotato una doppia per la sera del 12 aprile, ma siccome era da poco passata la mezzanotte quella prenotazione non era più valida. Bisognava segnare la camera per il giorno successivo, il 13 aprile. I due signori alla reception furono così disponibili da risolverci questo problema senza che noi ci preoccupassimo di nulla. Aspettammo solo qualche minuto in più nella hall prima di poter salire in camera. Intanto, ci chiesero un po' del giro che avevamo deciso di fare e noi ne approfittammo per soddisfare qualche nostra curiosità.

Il posto sembrava un labirinto di corridoi e salette ben arredate e cercai di memorizzare ogni singolo passo per non avere problemi di orientamento la mattina dopo. Intanto immagazzinavo ogni singolo dettaglio: dall'ampio scalone che conduceva alle camere all'arredamento ottocentesco, fino alle immense vetrate a specchio al posto di alcune pareti.

Quando prenotammo il soggiorno per il 12 aprile volevamo un posticino che dall'aeroporto si raggiungesse facilmente, considerato anche e soprattutto l'orario in cui saremmo atterrate a Glasgow. Ecco per cui la scelta ricadde sull'Adamton Country House Hotel

Questa struttura fa parte della catena alberghiera Britania Hotels. Si tratta di un'imponente tenuta di campagna circondata da un parco privato. La nostra camera aveva una vista mozzafiato sul parco, ma ce ne accorgemmo solo la mattina seguente. Gli arredi d'epoca sono una caratteristica importante dell'intero edificio.

Il mattino seguente ci svegliammo cariche e pronte ad iniziare la nostra avventura. 

Era ancora relativamente presto quando aprimmo le tende, dalle nostre finestre l'unica cosa che ancora si percepiva tra la fitta nebbia era un colore verde intenso ma sbiadito a causa delle condizioni atmosferiche uggiose.

Assecondammo le richieste dei nostri stomaci e dopo esserci preparate scendemmo nella sala per la colazione che ci era stata indicata dal receptionist la notte prima.

L'ampio salone si estendeva su due lati della tenuta e aveva ampie vetrate che si affacciavano su un'altrettanto ampia terrazza in pietra. 

Poi l'attenzione fu subito catturata dal grande tavolo ricco di leccornie per la colazione.

- "Mi sento così felice e sollevata per aver incluso la colazione in ogni pernottamento"

Semmai ci fosse stato un emoticon che avesse potuto esprimere al meglio il viso rilassato e gioioso di Milly alla vista di quell'immenso buffet sarebbe stato di sicuro quello con i cuoricini al posto degli occhi. Io non ero da meno.

Dopo un primo giro perlustrativo prendemmo i piatti decise su dove soffermarci a riempirli.

- "La colazione scozzese è da veri highlander"

- "Puoi dirlo forte, Sassenach"

Mi voltai e vidi il piatto di Milly ancora mezzo vuoto. Il mio era già colmo. Posai il mio piatto su un tavolo al centro dell'ampio salone e mi diressi all'angolo delle bevande calde. Già sapevo di cosa avrei riempito la mia tazza. Era passato troppo tempo dall'ultima volta che avevo bevuto il mio amatissimo caffè inglese. Alla fine, potrebbe quasi considerarsi come l'orzo italiano. Ma diamine se lo preferisco di gran lunga a quest'ultimo. 

Sorseggiai il mio caffè come se stessi sorseggiando ninfa vitale, come se la sua assenza in questi ultimi mesi avesse prosciugato il mio corpo capace di riprendere vita e un colorito sano solo nell'istante in cui io avessi poggiato nuovamente le mie labbra sulla tazza che stringevo ora fiera tra le mani. 

Alzai lo sguardo e vidi l'espressione disgustata di Milly che capeggiava dall'altro lato del tavolo.

- "Ti è proprio mancata tanto la ciofeca"

- "Non parlare del mio caffè in questo modo", risposi con finto tono permaloso.

Tra uova strapazzate, bacon e varie altre leccornie gustose carburammo i nostri corpi per la giornata intensa che ci aspettava. Tornammo in camera a prendere le nostre cose e, sbirciando dalla finestra, ci accorgemmo che, seppur ancora parzialmente nuvoloso, il tempo ci aveva liberato da quella fastidiosa nebbia.

Alle 9:00 in punto arrivò Max per accompagnarci alla Celtic Legend a ritirare colei che per tutta la durata del nostro soggiorno in Scozia è stata i nostri piedi, la nostra terza compagna di viaggio: una comoda ed efficiente Ford Fiesta di colore blu metallizzato. 

Con 60 sterline in aggiunta al prezzo che avevamo stabilito assicurammo anche l'auto contro eventuali infortuni stradali.

Dopo le lunghe spiegazioni e le dovute raccomandazioni da parte del tizio dell'agenzia, ci vennero consegnate le chiavi.

- "Vi auguro un bel viaggio!"

- "Grazie mille", rispondemmo in coro.

Ci accomodammo in macchina e come due bambine alle prese con i regali di Natale cominciammo ad esultare e a battere le mani. 

Una volta riacquisito il giusto contegno Milly inserì il primo indirizzo sul navigatore satellitare. Direzione: la seconda guest house. Avremmo lasciato lì le nostre valigie e ci saremmo avventurate per le immense strade di Glasgow.

Avevamo appena messo in moto la macchina, in procinto di partire, e ci stavamo avviando ai cancelli per immetterci sulla strada principale quando Milly si fermò all'improvviso.

- "No, Nico. Non possiamo iniziare quest'avventura senza aver prima dato un nome alla nostra Ford Fiesta"

- "Sono troppo elettrizzata e smaniosa di arrivare a Glasgow per pensare ad un nome ora", mi giustificai.

Milly per un momento socchiuse gli occhi pensando.

- "Ci sono!" Esultò, - "La chiameremo Delice"

E rivolgendosi alla macchina le diede il benvenuto.

- "Ciao Delice. Piacere di averti con noi", accarezzò dolcemente il volante e diede gas.

Cara Scozia, il diario di un'avventuraDove le storie prendono vita. Scoprilo ora