Buon compleanno, Sassenach!

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Ci sono domande che non si dovrebbero mai porre, fastidiose ed irritanti per l'intero universo. Domande scomode a cui io personalmente non sono mai riuscita a dare risposte precise ed esaurienti. 

Credo che le persone debbano pensarci due volte prima di dare aria alla bocca chiedendo:

- "Dove andrai a Capodanno?"

- "Cosa farai dopo la laurea?"

- "Hai deciso dove vuoi festeggiare il tuo compleanno?"

E se la notte di Capodanno volessi solo dormire?

E se avessi deciso di abbandonare gli studi?

E se il compleanno non volessi festeggiarlo affatto?

Sarebbe opportuno dire la verità. Invece non è quello che si è deciso o non si è deciso di fare che crea problemi. Il fastidio è provocato proprio da una ferma decisione che raramente riusciamo ad avere in determinate occasioni. Se ancora non ho deciso cosa fare a Capodanno è perché quello che magari vorrei davvero fare sarebbe un viaggio in Islanda ad ammirare l'Aurora Boreale ma invece mi ritrovo come ogni anno a brindare con qualche sconosciuto in un locale prenotato all'ultimo momento, con l'augurio personale e sentito che per l'anno prossimo davvero ci sia la possibilità di festeggiare la notte di Capodanno sotto il cielo islandese. E mentre nella tua testa, a cavallo della tua fantasia, ti stai già immaginando mentre rispondi a questa domanda con un euforico: "Me ne vado in Islanda!", nella realtà le parole che a fatica usciranno dalla tua bocca saranno un deprimente e strozzato: "Non lo so ancora". Sfido chiunque in situazioni simili a tenere i propri nervi ben saldi.

- "Cosa vuoi fare per i tuoi 25 anni?", mi chiese curiosa Milly.

Quando si rese conto che il massimo della risposta che sarebbe riuscita ad ottenere era un'alzata di spalle accompagnata da un muso storto (linguaggio non verbale che
uso per indicare un 'non lo so'), aggiunse: - "Lo sai che è obbligatorio festeggiare il quarto di secolo, giusto?" Con insistenza cercava di decifrare l'espressione che avevo in viso, ottenendo scarsi risultati. 

Decisi di uscire dal mio momentaneo mutismo selettivo e alzando gli occhi al cielo le chiesi: - "Hai qualche proposta interessante da fare?"

Ero sicura che aveva già pensato a qualcosa. Milly non è proprio la tipa che fa certe domande fastidiose se non ha già una proposta a disposizione. Le sue sono domande retoriche, le risposte già le ha trovate prima di rivolgertele.

- "In effetti stavo pensando ad una seratina al Glam. L'agenzia ha
organizzato una festa a ingresso libero proprio la sera del tuo compleanno. Che ne dici?"

- "Dico che mi sembra un'ottima idea", le risposi convinta.

Ma Milly ha sempre degli assi nella manica da cacciare al momento giusto. Dalla seratina tranquilla che dovevamo trascorrere insieme a pochi amici, si è passati al coro di "Tanti auguri a te" intonato da tutti i presenti in sala e all'arrivo di una torta con annesse candeline da spegnere. La sorpresa più bella è stata trovare un Jamie cartonato in kilt sulla torta che mi sorrideva fiero accanto ad una scritta glassata che recitava: "Co' latha breith sona Sassenach!!!"

- "Adesso mi spieghi come ti è venuta quest'idea", indicai la torta e abbracciai forte la mia amica.

- "Lo sai che sono sempre piena di sorprese, Nico"

- "Lo so bene. Ma gli auguri in gaelico sono meravigliosi"

Avevo gli occhi lucidi dalla gioia. In quel momento capii da come mi guardava compiaciuta che il momento più gratificante, che lei stava aspettando da quando aveva deciso di organizzare questa sorpresa per me, era arrivato: vedermi felice.

- "Sai, il gaelico mi affascina molto. Dovremmo seguire un corso base per imparare qualcosa di più rispetto ai semplici Aye e Slainté. Non credi?", mi propose Milly.

- "Concordo pienamente con te", le risposi io e mi affrettai a darle un ulteriore merito: - "Anche se grazie a te ora sappiamo dire pure buon compleanno. Abbiamo fatto progressi", la stuzzicai divertita rivolgendole un occhiolino. 

Milly scoppiò in una sonora risata.

- "Hai ragione, Sassenach. Grandi progressi! Un piccolo passo per il gaelico, un grande passo per noi", mi prese in giro lei. Scoppiai a ridere anch'io. 

Il resto della serata trascorse spensierato tra risate, balli e abbracci. Milly fiera di aver raggiunto brillantemente il risultato sperato ed io fiera di avere un'amica come lei. Impareggiabile. 

- "A volte mi fai sentire una privilegiata", le confessai di punto in bianco.

Milly mi guardò con sguardo interrogativo: - "Perché?", mi chiese.

- "Perché posso godere di un'amicizia rara come la tua. Grazie di tutto, davvero"

Non mi riferivo solo alla serata. Milly l'aveva capito e per un millesimo di
secondo i suoi occhi si addolcirono a tal punto da diventare lucidi.

- "Suvvia, Sassenach! Non lasciamoci prendere dai sentimentalismi ora, va bene?", mi riscosse energicamente e cambiò subito direzione al discorso che aveva preso una piega troppo sdolcinata per i suoi gusti.

- "Agli ordini capo", risposi io. 

Ma le sorprese non finirono la sera del mio compleanno. Dopo tre giorni mi arrivò un messaggio che nella sua semplicità mi fece esplodere dalla contentezza. Davanti a quel first step: √ non riuscii a trattenermi ed esultai energicamente, saltando letteralmente dalla sedia. Quel messaggio significava solo una cosa: il volo era stato prenotato. Avevamo una data. Il 12 aprile finalmente la Scozia non sarebbe rimasta solo un sogno.

Cara Scozia, il diario di un'avventuraDove le storie prendono vita. Scoprilo ora