Capitolo 6

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Le nuvole evaporarono, lasciando così il cielo vuoto perché le stesse potessero abbagliare il mondo. Era come una di quelle foto della NASA, era come se dei piccoli granelli di diamante si fossero infilati in ogni dove formando uno schema senza senso. Come se qualcuno avesse preso un pennello e l'avesse schizzato con il colore su una tela. Indipendentemente dalla disposizione delle tue parole che mettevi insieme per descrivere il fenomeno, nessuna di esse era in grado di catturare quanto fosse bello il cielo in quel momento.

La città aveva accettato di spegnere tutte le luci in modo che la luna potesse avere il suo momento solitario. Molti dei cittadini si erano radunati sugli alti pendii per assistere allo spettacolo affascinante delle stelle. Halmeoni era con le sue amiche in quel momento, molto probabilmente stava giocando con i bambini e li nutriva abbondantemente. Avresti potuto andare con lei, Taehyung ti aveva dato la notte libera, ma avevi pensato che il miglior uso del tuo tempo libero sarebbe stato stare con Joon, poiché eri preoccupata che potesse succedergli qualcosa. Non sarebbe successo niente, ma c'erano stati dei momenti in cui la sua frequenza cardiaca era aumentata inaspettatamente, quindi volevi assicurarti che stanotte potesse dormire bene. Inoltre, potevi guardare le stelle dalla sua finestra e immaginasti che avrebbe voluto che qualcuno gli descrivesse com'era la scena in quel momento.

Dopo aver sistemato la sua coperta, apristi la finestra e lasciasti entrare l'aria primaverile nella stanza. Nella stanza entrò subito aromi dolci, di fiori e di orzo. Un odore familiare per te, ma per lui doveva essere strano. "Woah," esclamasti tu. "Non avrei mai pensato che il cielo sarebbe stato così luminoso di notte." Ti ricordasti la tua infanzia, nascosta al sicuro tra le braccia dei tuoi genitori mentre ti spiegavano il significato delle costellazioni. Esprimevi desideri sotto il cielo limpido. Quelli erano stati i migliori anni della tua vita, in cui non avevi niente di cui preoccuparti a parte la scelta di quale prelibatezze di Halmeoni volevi per colazione.

"Sai è un peccato che tu non possa vederlo, Joon. Vorrei che il mio telefono scattasse delle belle foto per poi mostrartele, ma niente può battere l'occhio umano. Non credo che le stelle in città possano mai essere paragonate a questo. Immagino che dovrai tornare tra 10 anni. Ma concentriamoci prima sul tuo risveglio. Svegliati e lascia questo posto, non vorrai restare bloccato qui con me. Dovresti svegliarti e andare in posti dove io non posso andarci. Come New York a Capodanno." Ridacchiasti. Era del tutto possibile che non potesse sentire nulla, ma volevi credere diversamente perché così non ti saresti sentita da sola. Con la schiena contro la finestra, continuasti a fissare lo sguardo sulla galassia sopra di te.

Aveva sentito tutti, aveva ascoltato ogni singola parola che era rivolta a lui. Dal poliziotto che gli diceva che lo avrebbero tirato fuori, il giovane dottore che aveva pregato di combattere per la sua vita, e te, la persona che gli stava parlando in quel momento con un tale rimorso nella voce. Lo faceva anche arrabbiare, nessuno per lui avrebbe dovuto essere triste da solo. Quella solitudine, quella tristezza, doveva essere affrontata insieme a qualcuno. Ascoltandola attentamente, era anche la voce che gli aveva detto di svegliarsi per il bene di se stesso, qualcosa che non aveva mai sentito prima.

Aspettò un minuto. Quando ci ripensava, non sapeva se l'aveva già sentito prima o no perché non riusciva a ricordare tutto quello che gli era stato detto. Infatti, non ricordava i posti in cui era stato, il cibo che aveva mangiato, le persone che aveva incontrato e con cui aveva conversato. Cercò di pensare a un volto familiare, ma non trovò nessuno, non ricordava se aveva degli amici, o persino una famiglia. La cosa più spaventosa era che aveva dimenticato anche il proprio nome.

Il suo corpo non si muoveva ancora, ma la sua mente era viva, ogni muscolo del suo cervello lavorava duramente per mettere insieme un'immagine coerente di chi fosse. Non aveva trovato un solo indizio sulla sua identità. Joon, si ricordò improvvisamente, era il nome che usavi per chiamarlo. L'unica cosa a cui poteva aggrapparsi, e la teneva come un galleggiante d'acqua. Per ora, avrebbe lasciato tutto lì perché non c'era nient'altro che avesse potuto fare.

I tuoi occhi tremolavano, una stella cadente sfrecciò nel cielo prussiano "Oh mio Dio," saltasti sul posto, "Joon, avresti dovuto vederla, è volata così velocemente."

Joon, l'aveva sentita di nuovo, questa volta la voce era dolce e vera. Non poteva fare a meno di credere che nessuno l'avesse mai chiamato con tanta tenerezza prima. Poi fece qualcosa di inaspettato. Quando i suoi occhi si aprirono, prima di entrare in contatto con la stanza, voltò lentamente la testa verso la finestra da cui proveniva la voce. Lui non aveva alcun tipo di aspettativa su chi potesse essere appartenuta quella voce, ma quando vide la persona in piedi lì, il suo cuore accellerò. Una brezza tra i capelli e il sorriso a cui nessuna stella poteva paragonarsi. Una sensazione strisciava sul suo corpo, come un istinto per proteggere quella felicità. Respirava di nuovo.

Il monitor si spense, il suo battito cardiaco era fuori controllo. Mentre ti voltavi, le tue ginocchia cedettero e il tuo cuore sobbalzò. I suoi occhi erano fissi su di te. Ma non appena avevi sbattuto le palpebre, e le avevi chiuse di nuovo ti chiesi se tutto ciò che stavi vedendo fosse vero. Potevi essere stata troppo eccitata per la stella e perciò avevi creato un'illusione per te stessa. O che ingenuamente avevi desiderato alla stella che si svegliasse per vedere il cielo con te.

Sospirasti e chiusi la finestra. Ad ogni modo, lo spettacolo si era attenuato e la stanza era tornata a come era prima con una sola persona che era completamente sveglia e una bloccata nella sua mente. 

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ʀᴇғʟᴇᴄᴛɪᴏɴ - ᴋɪᴍ ɴᴀᴍᴊᴏᴏɴ [ᴛʀᴀᴅᴜᴢɪᴏɴᴇ ɪᴛᴀʟɪᴀɴᴀ]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora