Capitolo 18

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Taehyung era curioso di sapere del perché tu in quel giorno avevi richiesto una pausa pranzo extra lunga, All'inizio, aveva fatto la sua solita presa in giro, ovvero credeva che stessi sgattaiolando via per vedere il tu amante, al quale gli avevi dato un pugno sul braccio per aver detto cose così ridicole. Anche se schernisti, in realtà, volevi che fosse vero, desideravi che fosse veramente così con Joon, ma eri in missione segreta per scoprire la vera identità di lui.

Anche quando avevi trovato quel libro, non avevi potuto scollarti di dosso il senso di colpa. Come infermiera, come sua custode, avresti dovuto dirle qualcosa. Dovevi essere la persona che lo avrebbe aiutato a ricordare la sua identità per ricongiungersi con la sua famiglia. Ma invece, avevi scelto di essere solo te, una ragazza priva di attenzione e amore. Una persona egoista e crudele. Helmeoni sarebbe stata delusa, e Joon di sicuro sarebbe stato molto arrabbiato con te per avergli nascosto una cosa così importante.

Per evitare che il fuoco del tuo senso di colpa crescesse ulteriormente, decidesti di ritornare alla biblioteca per fare ulteriori ricerche su di lui. Chiudendo la cerniera della felpa, entrasti dalla porta e andasti dritta al suo nome, Kim Namjoon. Sembrava un sogno surreale, i suoi libri erano lì, il suo nome era scritto sopra di esso, marcato e chiaro. Accarezzando la copertina con il dito, era come se le parole stessero dipingendo l'immagine di chi era proprio davanti a te. Un romanziere, un futurista. Qualcuno che amava scrivere per rilassarsi la mente, per far lavorare il cervello. Qualcuno che amava andare ai musei, vedendo le filosofie degli artisti prendere vita in mostre colorate e vivaci. Queste erano le cose che avevi raccolto sfogliando le sue opere. Ti avevano lasciata tremante.

C'era un'ultima cosa che dovevi leggere assolutamente, la biografia dell'autore. Kim Namjoon è nato a Ilsan. Ha iniziato a scrivere a 13 anni e ha un amore speciale per il mare. Le sue opere assomigliano a quelle di Herman Hesse e Haruki Murakami in quanto riflettono sul clima sociale dei giovani di oggi. Spera che il mondo diventi un posto migliore per le anime che stanno guarendo. Sorridesti affettuosamente, sembrava proprio come lui, il Joon che avevi conosciuto. Leggendo ulteriormente, il tuo cuore iniziò a spezzarsi. Attualmente risiede a Seoul con la sua fidanzata di lunga data e modella Yang Hye Soo. Eccolo, il proiettile, il grilletto che aveva fatto a pezzi tutto. Chiusi bruscamente il libro, riprendendo il fiato perso.

Da lontano, qualcuno aveva osservato tutto ciò che stavi facendo sin da quando avevi messo da parte quella lettura per fermare il tempo e stare più a lungo accanto al tuo amante. Nessun libro trattava l'argomento, quindi si arrese. Ma i suoi occhi erano puntati sul libro che aveva appena riposato e la sua modalità detective era attiva.

...

Gli appunti che avevi in mano caddero, facendo sobbalzare Taehyung. Stava per firmare il contratto e il forte tonfo fece sembrare la sua firma lo scarabocchio di un bambino. Alzò lo sguardo, il tuo corpo era congelato e il tuo viso slavato di qualsiasi colore, Taehyung pensò che stessi avendo un ictus e si precipitò a controllarti gli occhi. Stavano bene, la tua temperatura andava bene, ma la tua mente era da qualche altra parte. "Forse dovresti andare a casa per la giornata," ti consigliò.

"Non mi chiederai cosa sta succedendo?"

"Penso che sia qualcosa che devi capire da sola. Non ti costringerò a dirmelo."

Tu annuisti e raccolsi la tua roba. Prima di uscire, inalasti profondamente, "Se sapessi una cosa e lasciassi che questa cosa ti facesse male ma potrebbe aiutare qualcuno, lo lasceresti stare?"

Taehyung rifletté un po' su quelle parole, "Se tengo molto a questa persona, non credo che mi fregherei di me stesso."

Sapevi che la risposta sarebbe stata così, era l'unica risposta e odiavi che fosse l'unico modo per risolvere tutto. Non ti era permesso essere egoista, per niente. Mentre uscivi, vidi Yoongi avvicinarsi con gli spuntini pomeridiani di Taehyung. La testa ti faceva male forte, non volevi fermarti a lungo e quindi ti limitasti a salutarlo, sperando che sarebbe bastato. Ma sfortunatamente, stava cercando di fare conversazione.

"Ti ho vista in biblioteca," disse lui. Non potevi nascondere più il tuo shock e il tuo senso di colpa. "Sai cosa devi fare, vero?"

"Lo so," mormorasti tu. "Voglio solo che duri ancora un po."

"T/N, sai che non è etico. E come agente di polizia, dovrò fare qualcosa se non lo fai tu."

"Lo so, dammi almeno tempo fino a dopo stanotte." Supplicasti tu. Lui sospirò, sentendo il peso dell'amore che era caduto su tutti in quel momento. Si chiedeva cosa avrebbe fatto se fosse stato nei tuoi panni e si lamentò del fatto che non doveva pensare a quell'ipotetica. Era con la persona con cui era destinato a stare e a lui non gli interessava nient'altro.

"Okay," acconsentì lui. "Solo questa stanotte."

"Solo stanotte," ripetesti tu. Durate il viaggio in bicicletta verso casa, i tuoi occhi bruciavano. La strada sarebbe stata solitaria senza di lui, la casa sarebbe stata silenziosa e la tua ente sarebbe stata vuota. Era qualcosa con cui dovevi cominciare a convivere, questa era la vita a cui eri destinata.

Joon stava apparecchiando la tavola mentre Halmeoni faceva la sua solita passeggiata pomeridiana. Lui era eccitato per la cene e ancora più entusiasto di ricevere finalmente una risposta da te. Quando sentì il rumore di una bicicletta, alzò la testa subito ma cercò di controllare il suo respiro per rimanere calmo e collettivo di fronte a te. Ma era stato infruttuoso. Era impaziente e affamato di una risposta. Voleva che il tuo sorriso fosse a causa sua, che i tuoi occhi guardassero solo lui con una tale gioia, voleva anche lui essere egoista pensandola così.

Ti asciugasti velocemente gli occhi prima di entrare in casa e finsi un sorriso quando lo vidi. Di solito, il tu sorriso arrivava naturale in sua presenza, ma qualcosa di quella notte ti rese impossibile sentirti felice. "Ciao T/N, com'è andata a lavoro? Sei arrivata a casa un po in anticipo."

"Uhm si, ho solo un po di mal di testa," risposi tu.

"Oh no, vado a prenderti delle medicine." Senza pensarci, afferrati la sua mano. E sue guance arrossirono e tu lo lasciasti subito andare quando ti resi conto di quello che avevi fatto. "Scusami."

"Va tutto bene."

"Possiamo parlare?"

"S-si, c-certo." Eccolo, il momento che stava aspettando con tanta ansia. Guardava le tue labbra formare le parole, ma il suo cuore cadeva ad ogni secondo. Non era la risposta che si aspettava.

"Mi dispiace, non credo sia giusto per noi stare insieme," cominciasti tu, con il nodo alla gola che si espandeva. "Questa non è la tua vita ed è sbagliato da parte mia tenerti qui quando la tua vita è da qualche altra parte."

"E se volessi rimanere qui?" disse lui. "E se invece volessi stare con te? Non mi importa della mia vita precedente."

"Namjoon, non dirlo," piansi tu. "La tua vita non è qui, c'è qualcun altro per te. Scusami." Ti guardò mentre correvi in camera tua, sbattendo la porta. Chiudendolo fuori completamente e molto probabilmente per sempre dalla tua vita. Era rimasto sorpreso sul motivo per cui lo avevi chiamato "Namjoon" con una voce così strana e distaccata. 

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ʀᴇғʟᴇᴄᴛɪᴏɴ - ᴋɪᴍ ɴᴀᴍᴊᴏᴏɴ [ᴛʀᴀᴅᴜᴢɪᴏɴᴇ ɪᴛᴀʟɪᴀɴᴀ]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora