Capitolo 12

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La giornata era finita come tante altre. Il sole era andato a dormire, le provviste erano state rifornite, il pavimento era stato lavato, le scartoffie erano state completate e archiviate, altri pazienti stavano riposando ancora una volta in quell'ospedale per la notte, altro personale era arrivato per fare il turno di notte, il dottore era tornato a casa dal suo amato, e tu eri in procinto di tornare a casa da Halmeoni. In realtà, dovevi aspettare che Joon si facesse vivo perché aveva promesso che ti sarebbe venuta a prendere in modo che voi due poteste tornare a casa insieme. Era stata una sua idea, la sua scusa era stata che aveva bisogno di fare esercizio. Ma invece di vedere il suo naso e le sue fossette a mezzaluna vicino al cancello dell'ospedale, avevi trovato la faccia di chi ti aveva spezzato il cuore tanti anni prima.

Era appoggiato con la schiena al muro, fissando un punto davanti a sé. Con la sua famigerata giacca di pelle e i jeans strappati, era uscito dai tuoi ricordi. La luna d'argento gli delineava i capelli. Da lontano sembrava quasi innocuo, come una fata o un angelo. Il suo viso e il suo corpo erano seducenti per gli estranei, ed era vero, usava i suoi lineamenti a suo vantaggio e usava le persone. I tuoi piedi si scongelarono sul posto. Quando ti vide, si alzò. I suoi occhi erano dello stesso colore, ma potevano cambiare forma e poteva cambiare il suo comportamento a seconda di ciò che voleva da qualcuno. Quando si avvicinò, non era paura quella che provavi, ma un immenso dispiacere. "Jimin," dissi piano.

"È passato molto tempo, T/N," rispose lui, con la voce dolce e uno sguardo mortale. Lo avvolgeva un'aura diversa da quando si era scusato con te per la sua prima volta per la sua infedeltà. Almeno, fingeva di sentirsi in colpa e di essere disgustato da se stesso. In quel momento sembrava quasi orgoglioso.

"Cosa diavolo stai facendo qui? Come hai fatto a trovarmi?" era una domanda stupida, chiunque ti avrebbe potuta trovare lì perché non avevi altro riparo altrove. Ed era pienamente consapevole di quel fatto.

Si passò una mano tra i capelli. Al college, quella era la mossa killer che usava per conquistare chiunque, e tu eri caduta nella sua trappola. "Ti rivoglio, piccola, ecco perché sono venuto."

"Starai fottutamente scherzando, vero?" ribattesti tu.

Lui schioccò la lingua sul palato e scosse la testa, "Certo che non sto scherzando," disse lui. "Mi manchi così tanto, T/N. E so che anche tu stai pensando a me."

"Oh, lo sto facendo," lo adulasti tu. I suoi occhi si illuminarono un po di barlume di speranza. Era lo stesso seme di speranza che avevi provato quando ti aveva detto che amava solo te. Col senno di poi, era incredibilmente stupido credere che un uomo come lui fosse capace di amare una persona, specialmente quando quella persona era semplicemente noiosa come te.

"Davvero?"

I tuoi occhi si socchiusero, "Si, ogni volta che ho bisogno di vomitare, basta che mi ricordi velocemente la tua faccia e tutte le cose disgustose che mi hai fatto."

Jimin se lo aspettava una risposta così, questa era una cosa notevole di te. La cosa che lo colse di sorpresa. Lui pensava che venendo da una piccola città, saresti stata ingenua e avresti creduto a ogni piccola rima che avrebbe detto. Ma aveva dovuto lavorare sodo per conquistarti, ce ne sono diverse di ragazze, pensò lui, hanno solo bisogno di essere inseguite per un po finchè non si stancano di correre da sole. E Jimin non era il tipo che si arrendeva solo perché una ragazza gli dava qualche problema, quelle buone richiedevano sempre un po più di impegno. Lui ridacchiò, non permettendo a quel commento di bruciare la sua fiducia. Fece un altro passo avanti finchè non sentisti la sua colonia pungente. L'avevi sempre odiata e sfortunatamente il tuo sentimento per lui non era riuscito a mascherarlo come pensava con tutti gli altri suoi difetti. "Piccola, so di aver fatto un casino. Non volevo."

"Non volevi andare a letto con lei o non volevi farmi assistere?"

Lui sospirò, sentendosi agitato. Voleva solo qualcosa che si risolvesse in fretta mentre stava attraversando una rottura disordinata, ma non si aspettava che fosse così difficile. Sorrise, iniziando il suo attacco finale che avrebbe sicuramente sciolto il tuo cuore spezzato. La sua mano si alzò e sapevi cosa stava per succedere, ti avrebbe arrotolato i capelli con un dito e ti avrebbe sfiorato la guancia con il pollice, facendoti venire i brividi lungo la schiena. Era l'unico trucco che usava per manipolarti, per calmarti quando eri arrabbiata con lui, e ti faceva credere di essere pazza per essere arrabbiata con lui. Prima che tu potessi fare un passo indietro, qualcuno afferrò il braccio di Jimin e lo spinse indietro.

Joon si mise in mezzo a voi due, proteggendoti dal mostro con la sua schiena alta e snella. "Non credo sia molto educato da parte tua toccare una donna, specialmente quando è chiaramente a disagio con te," parlava con calma, ma si potevi vedere la sua rabbia dalla sua schiena irrigidita.

Jimin sbatté le palpebre e aggrottò le sopracciglia. "Chi diavolo sei?" sputò acido lui. "Non sono affari tuoi. È una questione tra me e T/N."

"Oh davvero?" chiese Joon, con voce fretta e sguardo ancora più letale. Anche se non potevi vederlo, avevi visto il cambiamento sul viso di Jimin. Era raro che imin perdesse la sua calma, era famoso al college per essere la definizione di perfezione. Non c'era praticamente nessuno che potesse essere stato paragonato a lui al campus quando si parlava di aspetto, corpo fisico, e la capacità di parlare eloquente. Finalmente aveva trovato un avversario. "Che questioni dovresti risolvere con la mia ragazza?"

"Ragazza?" ripeté lui.
Fidanzata! La tua mente urlò. Joon non si era mai mosso dal ruolo dell'amico e non aveva mai ritratto la sua dichiarazione a te. "Non credo che uscirebbe con te."

Tornando alla realtà, feci un passo avanti e avvolsi il braccio intorno a quello di Joon. Le sue guance arrossirono, ma tenne gli occhi sull'uomo davanti a lui. "Con chi esco non ti riguarda," ringhiasti tu. "Non so il motivo per cui sei tornato, ma se è per conquistare di nuovo il mio cuore, ti sbagli di grosso sul fatto che io abbia abbastanza tempo e gentilezza del mondo da non staccarti la testa." Mentre Joon ti trascinava via, Jimin era determinato nel fare un ultimo grande gesto. Ti prese il polso, tirandoti indietro. "Andiamo!"

"T/N, so che non ti stai frequentando con quel ragazzo. E farò di tutto per riaverti." Prima che tu potessi dire qualcosa, Joon ti lasciò la mano per avvicinarsi a Jimin. L'aveva provocato.

"Se la tocchi ancora una volta, pulirò personalmente una stanza dell'ospedale per te." Jimin ti guardò completamente scioccato e sconfitto mentre te ne andavi, mano nella mano con il tuo cosiddetto amante.

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ʀᴇғʟᴇᴄᴛɪᴏɴ - ᴋɪᴍ ɴᴀᴍᴊᴏᴏɴ [ᴛʀᴀᴅᴜᴢɪᴏɴᴇ ɪᴛᴀʟɪᴀɴᴀ]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora