Capitolo 20

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L'intera città pensava che fosse tutto finito. Il misterioso romanziere era arrivato e se n'era andato attraverso la nebbia come il protagonista di cui aveva scritto molto tempo prima nel suo primo libro su di sé. Un viaggiatore solitario si era imbattuto nel suo rifugio, ma non era reale, tutto quello che aveva vissuto non gli apparteneva. Tutti in quella città volevano che rimanesse, compreso lui stesso, ma la realtà era una forza amara. Yoongi chiuse il libro, massaggiandosi le tempie. Mai nella sua vita aveva mai pensato di prendere in mano un libro per divertimento, ma il rasserenamento dello scrittore lo attraeva. Molto probabilmente perché conosceva la persona che lo aveva creato e conosceva la solitudine che combatteva nella sua realtà. Yoongi scosse la testa, non era più una sua responsabilità.

Posò il libro sul tavolo e andò a prepararsi per il pranzo che avrebbe dovuto fare con Taehyung prima del suo turno di lavoro. Dirigersi verso l'ospedale era un percorso familiare, per lui era come una routine. Non aveva mai pensato perché la destinazione era l'unica cosa che contava per lui. Forse era dato dal sorriso che si formava sul volto del suo amante, il calore dell'abbraccio, il desiderio del bacio, erano l'unice cose che gli importavano. Nessuna distanza gli avrebbe impedito di raggiungere il suo obiettivo. La sua solita passeggiata verso l'ospedale si era interrotta improvvisamente quando vide un'auto familiare parcheggiata davanti all'ospedale. Strano, pensò, nessuna macchina, a parte l'ambulanza, aveva mai parcheggiato davanti all'ospedale. E per aumentare il suo sospetto, riconobbe la targa e il ciondolo rosa confesso appeso allo specchietto retrovisore. Una voce nella sua mente lo chiamò, gli fece ricordare un ricordo che voleva rinchiudere per sempre da qualche parte. "Yoongi," chiamò la voce.

Lui gemette, ignorando la voce e l'auto appariscente. Una volta arrivato vicino all'ufficio di Taehyung, sentì due voci. Una apparteneva al suo amante e l'altra a qualcuno che lui pregava non fosse quello che aveva immaginato. Senza pensare, spinse la porta. Taehyung era seduto dietro alla sua scrivania. La luce del sole dietro di lui stendeva un velo di etereità sul suo corpo. A volte, quando Yoongi fissava Taehyung, immaginava di essere in paradiso. Taehyng stava parlando con un altro uomo, con i capelli neri e le spalle larghe come le montagne. Il cuore di Yoongi iniziò a battere senza il suo permesso.

Taehyung notò la figura che guardava dietro alla porta e su suo viso si espanse un sorriso. "Hyung, entra!" esclamò lui. "Questo è il cugino di Namjoon hyung, è venuto a ringraziarci." Al richiamo di Taehyung, l'uomo si voltò e il cuore di Yoongi si fermò con la stessa rapidità con cui aveva preso vita. Fissò le mascxelle affilate dell'uomo, il suo naso, le sue labbra carnose. Era stata la faccia che gli aveva fatto pensare in primo luogo il paradiso. "Lui è-"

"Kim Seokjin," disse Yoongi.

"Yoongi,"sospirò Seokji. Yoongi era l'ultima faccia che si aspettava di vedere, soprattutto dopo quella notte. Entrambi lo ricordavano chiaramente anche se aveva pregato di scordare quei ricordi. Fresco di college, Seokjin aveva fatto la sua prima mossa sul nuovo ragazzo. Era diverso, tranquillo e non gliene importava niente delle battute ben ponderate di Seokjin. Ci erano voluti mesi prima che Yoongi ridacchiasse a qualcosa che le aveva detto. Pensavano fosse amore. Ma fu solo quando uscirono dal college che Yoongi si rese conto che Seokjin proveniva da una famiglia prestigiosa con l'aspettativa di sposare qualcuno con uno sfondo simile. Yoongi non corrispondeva a quella descrizione ed era stato uno sciocco a credere che Seokjin avrebbe combattuto per il loro amore. Perciò lasciò la città prima che arrivassero gli inviti al matrimonio.

Taehyung sentì il corpo irrigidirsi mentre guardava i due uomini di fronte a lui si scambiavano sguardi silenziosi e familiari. Attraverso il silenzio, Taehyung comprese la situazione.

"Come stai?" chiese Seokjin.

"S-sto bene," rispose Yoongi. Non importava quante volte pensava al suo viso, vederlo dal vivo gli faceva sentire una sensazione infinita di tristezza e desiderio. "Come sta tuo marito?"

"Oh, Hoseok? Sta bene. È all'estero in questo momento, per affari."

"Okay."

"Vedo che hai trovato qualcun altro," sorrise Seokjin. "Sono contento."

"Si."

"Bene, adesso dovrei andare. Grazie ancora, Dottor Kim." Scosse la mano insieme a quella di Taehyung, questa volta, Taehyung non poté fare a meno di essere meno ricettivo.

"Nessun problema," rispose lui.

"È stato bello rivederti, Yoonie." Seokjin mise una mano sulla spalla di Yoongi e gli diede una piccola stretta. Yoongi sapeva che avrebbe dovuto stringergli la mano o dirli di non chiamarlo più così. Ma non riusciva a muovere il suo corpo, né la sua voce voleva funzionare. Invece, lasciò che il braccio destro si posasse sulla sua spalla e il soprannome perduto da tempo riaffiorasse. La porta si chiuse e Yoongi sospirò. Taehyung, dall'altra parte, non sapeva se fosse il momento di rilassarsi o no. Strinse la sua mano in un pugno.

"Lo ami ancora?"

Yoongi alzò di scatto la testa, "Come?"

"Kim Seokjin, è stato il tuo primo amore, vero?"

"Come hai..."

"Non c'è bisogno di indagare ulteriormente," borbottò Taehyung. "Ho visto il modo in cui lo guardavi e il modo in cui i tuoi occhi brillavano quando ti ha chiamato 'Yoonie'."

"Taehyung, non essere ridicolo."

"Non lo sono, hyung." Confutò Taehyung. "Vorrei poterlo negare, ma il modo in cui lo guardavi era lo stesso in cui io guardo te ogni giorno. C'era così tanta storia e desiderio nei tuoi occhi prima. Non credo che in tutti questi anni i tuoi sentimenti per lui siano cambiati."

"Taehyung,"

"Quando ha annunciato il suo matrimonio, sei tornato qui. Poco dopo, mi hai incontrato e hai iniziato ad uscire con me," continuò a rimuginare lui, dei fogli di carta bianca. "Mi hai detto di sì solo per dimenticarlo?"

"Taehyung!" urlò Yoongi. "Di cosa stai parlando? Non dire queste cose."

Il suo amato non stava ascoltando. I mesi di incertezza avevano cementato le sue mura e alimentato i suoi dubbi sul suo valore per lui. "È per questo che non mi hai mai permesso di abbracciarti? O perché non hai mai provato l'intimità con qualcuno? O perché non mi hai mai detto di amarmi per primo?"

"Dio, baby, no."

"Lo ami ancora?"

"Io-" Yoongi non sapeva del perché non riuscisse a finire la frase. Voleva negarlo con ogni grammo di sé, ma lo shock nel rivedere Seokjin gli aveva fatto seccare la gola.

Taehyung sbuffò silenziosamente, "Per favore vattene."

Invece di ribattere come avrebbe dovuto fare, invece di dire a Taehyung che lo amava ed era l'unico, Yoongi se ne andò. In ufficio, Taehyung pianse tra sé per il resto della giornata, macchiando i fogli un tempo bianchi con le sue lacrime amare.

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ʀᴇғʟᴇᴄᴛɪᴏɴ - ᴋɪᴍ ɴᴀᴍᴊᴏᴏɴ [ᴛʀᴀᴅᴜᴢɪᴏɴᴇ ɪᴛᴀʟɪᴀɴᴀ]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora