Capitolo 15

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Joon pensò a quanto fosse sorprendente e strano che una città con una fauna naturale, avesse dei negozi di fiori. Anche se era grato che ci fossero dei posti dove fare acquisti e chiedere aiuto piuttosto che arrampicarsi su una collina e raccogliere dei fiori potenzialmente velenosi. Rabbrividì al pensiero di darti qualcosa di tossico e mandarti al pronto soccorso per sbaglio. Non riusciva a immaginare quanto ti saresti sentita tradita e gli sguardi di disapprovazione che le avrebbero rivolto tutti gli altri. La cosa più importante era che l'ultima cosa che voleva farti era ferirti in qualsiasi modo.

Il negozio era posizionato davanti ad una casa. Era un tipico negozio allestito per la gente del paese. Tutti si conoscevano e l'anziana coppia salutò calorosamente Joon quando entrò. Numerose volte aveva consegnato il kimchi di Halemoni ad alcuni dei suoi amici, inclusa quella coppia. Lo adoravano e adoravano il modo in cui si offriva di aiutarli nonostante avesse altre commissioni da svolgere. "Un'occasione speciale?" chiese l'uomo.

Joon ridacchiò piano, poi tornò a guardare i colori dei petali davanti a lui. Emise un piccolo gemito, ricordandosi quanto fosse stato avventato la scorsa notte. Ti aveva tenuto le spalle e aveva scaricato i suoi sentimenti su di te. Aveva visto quanto i tuoi occhi erano scossi, quanto eri spaventata, a causa sua. Ma come sempre, gli avevi sorriso e gli avevi detto che volevi avere un po di tempo per riflettere. Non poteva aspettarsi altro che quella risposta. Per farsi perdonare, voleva comprarti dei fiori e scusarsi più tardi quando ti sarebbe venuto a prendere. Aveva deciso da solo che sarebbe passato a prenderti ogni giorno, nel caso saresti entrata in contatto con un visitatore indesiderato.

A proposito di visitatori indesiderato, nelle vicinanze c'era un serpente che si avvicinava, indossava jenas strappati attillati e una camicia bianca larga. La sua collana Chane penzolava come un medaglione. Joon roteò gli occhi e tornò a guardare i garofani. Ma non poteva fare a meno di controllare il nuovo arrivato con la coda dell'occhio. Jimin si accorse di essere osservato, ma si tenne sulle sue. Era determinato a comprare dei fiori per riaverti, e lo avrebbe fatto senza il permesso del tuo ragazzo.

"Ragazzo," schernì in silenzio. Non avevi mai potuto trovare abbastanza coraggio per uscire con qualcun altro dopo quello che aveva fatto Jimin, o almeno era così che le avevi detto. Voleva usare quel motivo per riportarti a lui. Dopo che te n'eri andata, era andato tutto bene per un po, ma si era annoiato facilmente di tutte le ragazze, volevano tutte la stessa cosa e lui voleva qualcuno di inaspettato. La prima che aveva pensato eri tu. Era vero che ti voleva per andare bene alle verifiche. Ma aveva ammesso a sé stesso che stare con te era stata un'esperienza fondamentale della sua vita. Giocare con te era intrigante perché non gli davi le cose non appena lui le voleva, doveva lavorarci molto per quelle.

Jimin raccolse un mazzo di splendide rose rosse. Diede un'occhiata ai garofani rosa di Joon e disse. "Patetico," borbottò prima di andarsene a pagare.

"Che cosa hai appena detto?" chiese Joon, alzando le sopracciglia. "Spero proprio di aver sentito male."

"No, non credo che tu abbia sbagliato a sentire," lo derise Jimin. "Ti ho chiamato patetico."

"Patetico?" ripeté Joon divertito. "Mi chiedo chi sia il patetico qui."

Le labbra di Jimin si incresparono, "Cosa?"

"Sto prendendo dei fiori per la mia ragazza, e tu sei solo un estraneo che cerca di riconquistarla quando sei pienamente consapevole che ti odia e non vuole avere niente a che fare con te. Oh, e non sei tu quello che l'ha tradita?"

Jimin non riuscì a dire un'altra parola, quindi si limitò ad alzare gli occhi al cielo. L'anziana coppia aveva sentito lo scambio di parole, ma si era trattenuta di esprimere i loro giudizi. Tuttavia, ti conoscevano meglio di quanto ti conosceva il ragazzo con le rose e loro sapevano già che ti meritavi qualcosa di meglio di lui. Quando Jimin andò a pagare i fiori, l'uomo scosse la testa. "Mi dispiace, non vendo agli imbroglioni." Il petto di Jimin si gonfiò, il suo sangue ribollì. Lanciò il coque a terra e si precipitò fuori dal negozio.

"Al diavolo questo posto!" Urlò e calciò il vaso di fiori fuori. Si frantumò all'istante. Joon si chinò per scusarsi e corse fuori.

"Sai, dovresti davvero crescere," disse lui all'uomo che stava per esplodere dalla collera. Jimin si passò una mano tra i capelli e lo fissò.

"Ahh, di quello che vuoi, torna da quella puttana. Non la voglio nemmeno, comunque."

Qualcosa lo fece scattare. Le spalle di Joon si tesero mentre il suo sguardo si fissava sull'uomo davanti a lui. "Scusami? Come l'hai appena chiamata?"

"Una puttana," ripeté Jimin con sicurezza. "Pensavo di poterla far cadere ai miei piedi come i vecchi piedi, e magari scoparmela nel frattempo, ma mi sembra che finalmente abbia maturato un po i suoi sensi."

"Penso che dovresti smettere di parlare ora," lo avvertì Joon. Ma Jimin si limitò a ridere.

"Onestamente non so come una ragazza così intelligente come T/N possa essere così fottutamente ingenua sull'amore. E onestamente, è così noioso parlare con lei, non so come tu possa sopportarla. Non ci sono ragazze migliori al mondo?" Quando Jimin si guardò indietro, fu accolto con un pugno. Lo aveva scaraventato per terra e nel frattempo gli aveva fatto uscire l'aria dai polmoni. Scattò in piedi, le ginocchia deboli, ma Joon non ne era soddisfatto quindi gli diede un altro pugno.

"Non osare pronunciare mai più il suo nome e non osare chiamarla così," ringhiò lui. "Non sarai mai all'altezza di lei. Marcisci all'inferno, serpente."

Ma Jimin non era un ragazzo che si tirava indietro in una rissa. Lo desiderava perché amava mostrare il suo dominio. Non poteva farlo dentro il college perché altrimenti lo avrebbero espulso, ma in quella città era un gioco gratuito. Si rimise in piedi e attaccò in avanti. Joon non si aspettava una forza così forte da un corpo così piccolo. Aveva sottovalutato quanto fosse forte Jimin e questo stato il suo errore.

Quando Jimin le tirò il primo pugno, Joon vide le stelle, aveva la testa stordita. I due continuarono a tirarsi pugni strategici l'uno contro l'altro, sangue, fuoriuscì da labbra e narici. La coppia di anziani si nascosero mentre chiamavano la polizia.

Le sirene interruppero l'allegro cielo pomeridiano ed entrambi i sospettati furono arrestati.

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ʀᴇғʟᴇᴄᴛɪᴏɴ - ᴋɪᴍ ɴᴀᴍᴊᴏᴏɴ [ᴛʀᴀᴅᴜᴢɪᴏɴᴇ ɪᴛᴀʟɪᴀɴᴀ]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora