Capitolo 7

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La giornata iniziò come tutte le altre. Il solito verso del gallo, il sole che accecava i tuoi sogni, la colazione, Halmeoni che dava da mangiare ai pulcini, il suo solito discorso che presto avrebbe voluto un nipote, il giro in bici verso l'ospedale, le parole dette dai pazienti nelle diverse stanze, Taehyung che rideva da qualche parte nei corridoi, vedere il cibo che aveva preparato Yoongi a lui la sera prima, lui che ti diceva che ti troverà un ragazzo, tu che neghi rispettosamente e, infine, la fermata nella stanza di Joon.

Tutti i giorni dal suo arrivo erano stati gli stessi, tranne qual giorno. Quella mattina, con le tende tirate indietro e i raggi dorati del sole dipinti sul suo corpo per scaldarlo, aveva aperto gli occhi e si era messo a sedere. Ogni movimento gli procurava dolore, sentiva le crepe nelle costole e un martellamento alla testa. Ma desiderava che qualcuno lo abbracciasse per ricordargli che era vivo. Non ricordava una sola cosa che gli era successa, a parte il fatto che era stato coinvolto in un terribile incidente.

La sua schiena premette saldamente contro la parete ruvida mentre i tubi uscivano dalle sue braccia come piante rampicanti. Dando un'occhiata alla stanza, la trovò semplice, ma in qualche modo gli portò conforto al cuore. Aveva immaginato che fossi una persona semplice. Sul tavolo accanto a lui c'era un vaso di garofani rosa. Non ti dimenticherò mai, pensò lui, com'era ironico considerato che non sapeva nemmeno cosa avesse dimenticato ma in qualche modo quel fiore casuale era rimasto impresso in lui. Sentendo il cinguettio degli uccelli, lanciò un'occhiata alla finestra. Fuori, gli alberi ondeggiavano al ritmo del vento. Quando sentì l'odore dell'orzo, la sua mente lo riportò alla notte scorsa.

Il sorriso era ancora nella sua mente, insieme alla voce che chiamava il suo nome che allo stesso tempo pregava che fosse quello. Aprire gli occhi per guardarti gli era richiesta molta energia, così tanta che era svenuto in una frazione di secondi. Ma oggi era determinato a guardati bene senza interruzioni. Aveva realizzato il suo desiderio abbastanza presto quando eri entrata, tenendo in mano una tinozza d'acqua dove vi era il bucato. Capì subito che eri tu, la proprietaria di quella voce.

La bacinella ti cadde dalle mani quando vidi che era sveglio. L'acqua schizzò su tutto il pavimento mentre ti precipitavi al suo fianco. "Sei sveglio!" Tirasti subito fuori la torcia e lo stetoscopio, e controllasti la sua pupilla e il suo battito cardiaco. Lui trattenne il fiato mentre gli toccavi il viso e arrossì mentre ti avvicinavi a lui, poteva sentire l'odore della lavanda del tuo shampoo e distolse lo sguardo da te prima che tu potessi notarlo. "Dirò al dottor Kim di controllarti. Torno subito."Senza pensarci, allungò una mano e ti prese delicatamente il polso. Al suo tocco, sentisti un'ondata di elettricità su tutto il tuo corpo. Lo liquidasti come l'eccitazione che fosse sveglio.

"Cosa c'è che non va?" chiesi tu. Il suo volto non si mosse, né mostrò alcun segno di dolore o angosci. Sembrava stare bene, ma quando provasti a liberarti il braccio, lui lo strinse ancor più forte, come se fosse aggrappato a qualcosa di importante. Nonostante i suoi sforzi, non riuscì a dire nulla. Temevi che fossero stati danneggiati alcuni nervi che gli impedivano di parlare. "Joon, devo chiamare il dottore per assicurarmi che tu stia bene." Spiegasti tu.

Lui scosse la testa e continuò a fissarti. All'improvviso ti sentisti impacciata. Non importava come lo guardassi, Joon ti considerava bella anche con il tuo vestito semplice, sembrava sbagliato per lui guardarti. Ma in realtà pensava il contrario. Con le labbra che erano più gonfie dei garofani rosa e i capelli raccolti all'indietro rivelando guance rosee e arrotondate, niente della persona di fronte a lui era chiara. Eri stata il primo volto che aveva visto e sarebbe stato l'unico. "Torno subito, promesso," lo rassicurasti. Con quella promessa, la sua presa su di te si allentò e ti guardò mentre correvi fuori dalla stanza. Quando scivolasti quasi sulla pozza d'acqua, il suo cuore ebbe un sussulto e avrebbe voluto balzare fuori dal letto per prenderti. Tu ridesti, un po in imbarazzo e molto indignata per il fatto che, tra tutti i tempi, avevi scelto di essere goffa in quel momento.

"Dottor Kim!" urlasti mentre entravi nel suo ufficio. Stava mangiando le sue fragole e sfogliando alcune scartoffie. "È sveglio." Senza aspettare un secondo di più, Taehyung si alzò di scatto dalla sedia e corse alla stanza. Non ebbi la possibilità di avvertirlo dell'acqua e ci scivolò sopra, andando a finire sul letto. Joon lo guardava stranito. Taehyung si schiarì la gola e cominciò a controllare gli occhi di Joon, ma il paziente si allontanò al tocco del dottore. Stava guardando di nuovo te che stavi dall'altra parte del letto vicina alla finestra. La luce del sole flirtava, facendo sembrare che fossi avvolta in un aureola. "Va tutto bene, non ti farà del male." Dissi tu a Joon, Taehyung si accigliò e poi alzò le spalle, e ritornò al paziente chiedendo di seguire le sue indicazioni. È

Joon fu obbediente e permise al dottore di controllargli gli occhi e il polso. "È fuori pericolo ed è molto cosciente in questo momento."

"Ma non parla," intervenni tu.

Taehyung si morse le labbra, "Potrebbe essere ancora sotto shock per l'incidente. Gli faremo fare una risonanza magnetica solo per essere sicuri." Alla menzione di quello che gli voleva far fare, Joon ti guardò immediatamente di nuovo per una sorta di approvazione.

"Non farà male, te lo prometto." Sorridesti tu. "Dobbiamo solo assicurarci che niente ti impedisca di parlare." Tu annuisti e permise a te e a Taehyung di portarlo nella stanza della risonanza magnetica. Era riluttante a lasciarti la mano finchè non lo rassicurasti che ci sarebbe stato solo per pochi secodi. Nell'altra stanza Taehyung non poteva fare a meno di trovare la situazione divertente.

"Penso che gli piaci,"

"Sta zitto," mormorasti tu. "Sono stata la prima persona che ha visto in questo strano posto, penso di essere l'unica di cui si fida al momento."

Taehyung ridacchiò e osservò i risultati mentre arrivavano attraverso il monitor. Il suo sorriso svanì. "Beh, penso che tu sia l'unica persona che conosce in questo momento."

"Cosa intendi?" chiesi tu. Guardando i risultati della scansione, capisti. La parte del discorso era inalterata, molto probabilmente era ancora sotto shock. Tuttavia, la parte del cervello responsabile dei ricordi non funzionava come avrebbe dovuto essere paragonata a una normale persona sana. In termini più semplici, non aveva idea di chi fossimo, incluso se stesso.

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ʀᴇғʟᴇᴄᴛɪᴏɴ - ᴋɪᴍ ɴᴀᴍᴊᴏᴏɴ [ᴛʀᴀᴅᴜᴢɪᴏɴᴇ ɪᴛᴀʟɪᴀɴᴀ]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora