Capitolo 17

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Eri piuttosto preoccupata quando vidi l'auto di Yoongi parcheggiata davanti casa in mattinata presto. E dopo aver sentito la spiegazione di Joon sul perché fosse lì non ti fece sentire meglio. In effetti, il tuo stomaco si conto serse al pensiero del motivo per cui Yoongi sarebbe stato così gentile da prestare la sua auto a Joon sapendo che stata da poco una vittima di un incidente d'auto. "Mi ha detto che se gli sfascio l'auto, ferirà il mio bonsai," ridacchiò Joon timidamente.

"Ah, posso immaginare," ridesti tu. "Questo è un buon motivo per non fare un altro incidente."

"E inoltre non voglio che tu ti faccia male, questa è l'ultima cosa che voglio," mormorò lui dolcemente al tuo fianco, con le spalle che ti sfioravano e mandavano un'elettricità selvaggia nel vostro sangue. "Essere in prigione significherebbe stare lontano da te, e non credo di poterlo sopportare." Il tuo viso bruciò e distolsi velocemente lo sguardo, ma non passò molto tempo prima che ritornassi a guardarlo, volevi solo assicurarti che tutto quello fosse reale. Lo era. Ti aveva chiesto di uscire ad un appuntamento e aveva chiesto a Yoongi di prendere in prestito la sua auto per portarti da qualche parte. Il sole faceva risplendere i suoi capelli in un cupo color cioccolato, la maglietta bianca di Taehyung gli incideva il petto, facendolo sembrare una statua di bronzo. Tutto quello che stava succedendo non doveva essere reale, ma stava andando in quel modo, ed era tuo solo per un po di tempo.

Joon fece le sue ricerche prima di uscire con te, ora sapeva perfettamente il percorso che doveva seguire, dove svoltare, dove parcheggiare. Dopo un po, voi due eravate in un'altra città e lui ti stava aprendo la porta di una caffetteria. Andare al bar agli appuntamenti era qualcosa che avevi visto fare solo nei film e tu pensavi che andarci da sola non era nelle tue competenze. Non avevi mai avuto il tempo e fino a pochi mesi prima non c'erano scapoli idonei nella tua città. Ora, lui era apparso come un principe di fronte a te, ti tirò indietro la sedia e timidamente rise di se stesso per il suo nervosismo e l'imbarazzo.

Quella città non era più grande della tua, ma le piccole attività che la governavano stavano iniziando a fiorire. L'interno della caffetteria non era il solito di quelli che vedevi nei Kdrama. La tavolozza dei colori era molto più modesta, verde per riflettere la fauna naturale e blu per enfatizzare il cielo sconfinato. Joon ordinò un americano. "Non so perché ma mi sento come se non fossi un fan delle cose dolci," disse lui.

"Ti sei ricordato di qualcosa?"

Lui scosse la testa, "Niente di che. Ma quando vedo qualcosa che magari avevo fatto anche prima dell'incidente mi viene spontaneo farla."

"Tipo?"

"Mi piace il colore blu, me ne sono accorto il primo giorno che sono uscito. Non mi piace mangiare i granchi, sono troppo carini. Mi piace l'odore del riso cotto, mi ricorda l'infanzia. Anche se non riesco a vedere completamente l'immagine, provo una sensazione di calor ogni volta che sento l'odore del riso di Halmeoni. Scusa, suona strano."

"No," dissi subito. "Continua, vai avanti."

Il suo sorriso crebbe, "Va bene. Ehm, quando leggo libri, sento il bisogno di scrivere. Amo imitare lo stile di questi autori e dargli il mio tocco personale. Penso di aver voluto diventare uno scrittore quando ero più giovane e in qualche modo, quando sono cresciuto, quella passione è andata persa."

"Cosa te lo fa pensare?"

"Non lo so. Il mio cuore me lo dice ogni volta. Ho provato a prendere in mano una penna, e quando scrivevo, c'era solo una cosa che mi veniva in mente."

"Cos'è?"

"Tu." Lui si morse il labbro, guardandoti mentre tracannavi il tuo latte macchiato per rinfrescarti. "Oh, ho una cosa per te." Tirò fuori dalla sua tasca un piccolo oggetto e lo poggiò sul tavolo. "Halmeoni mi ha insegnato a cucire un portafortuna. Non è il miglior ricamo."

ʀᴇғʟᴇᴄᴛɪᴏɴ - ᴋɪᴍ ɴᴀᴍᴊᴏᴏɴ [ᴛʀᴀᴅᴜᴢɪᴏɴᴇ ɪᴛᴀʟɪᴀɴᴀ]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora