Il cielo era tranquillo, la luna si nascondeva sotto un velo di nuvole di pizzo. Il mondo era addormentato e Namjoon non voleva altro che nascondersi sotto le sue coperte e lasciare che la stanchezza lo portasse via. Tuttavia, la sua testa non glielo permetteva. I nervi lo stavano martellando, apparentemente per svegliarlo con un pugno. Mentre i suoi occhi rimanevano chiusi e il suo corpo era steso sul letto, lampi di ricordi si infiltrarono nei suoi pensieri. Gemette, il battito sulle tempie aumentava, più forte a ogni battito del cuore. Non era la prima volta che succedeva.
Di tanto in tanto, soccombeva a quel sogno febbrile, ma quella notte era la più intensa. Era iniziato quando aveva iniziato a scrivere le poesie per te. Le altre volte, vedeva frammenti di se stesso a casa o mentre scriveva, ma quella sera era diverso. Aveva visto tutto. Tutti i frammenti dei suoi ricordi che aveva perso.
La sua vita era iniziata quando aveva preso in mano una penna a 9 anni. Era incline agli errori e sua nonna gli aveva consigliato di iniziare a scrivere con una matita, ma lui non l'aveva ascoltata. Per qualche ragione, gli piaceva la sensazione di scarabocchiare gli errori. Gli piaceva l'idea di commettere un errore e migliorarlo. Le sue pagine erano tele e presto non c'erano più scarabocchi su di esse, solo tratti perfetti di lettere.
Aveva iniziato a scrivere la sua routine giornaliera. Dallo svegliarsi, lavarsi i denti, fare colazione, allacciarsi le scarpe in modo divertente e infine guardava i suoi genitori intenti a chiamare un autore per il successo promesso a non finire, ma erano felici. E anche lui in quel momento era felice. Erano solo loro tre, una famiglia. Poi qualcosa ruppe quella felicità. Quando Namjoon pubblicò il suo primo romanzo rosa e il successo ebbe inizio, i suoi genitori diventarono avidi. Volevano il suo minerale e il più in fretta possibile, per loro era più un cliente che il loro figlio. All'inizio, a Namjoon non importava perché stava realizzando l sogno dei suoi genitori e anche il suo scopo.
Scrisse di più, rispettando le richieste dei suoi genitori e del suo mercato di riferimento. Un produttore cinematografico lo aveva contattato nella speranza di trasformare il suo romanzo in un film. Namjoon all'inizio era riluttante perché non era il suo lavoro di cui andava più orgoglioso, ma i suoi genitori lo spinsero ad accettare l'accordo, dicendo che avrebbe aiutato la loro reputazione aziendale. Quindi lui acconsentì. Fu lì che incontrò Hye Soo.
Aveva le stelle negli occhi il giorno in cui l'aveva vista sul set. La luce delle stelle in diminuzione le sembrava strano che una persona così triste potesse fingere un bel sorriso. Anche Namjoon pensava che si stesse innamorando di lei, ma presto si rese conto che era perché erano entrambi rotti e lui voleva solo proteggerla in un modo o nell'altro. Ecco perché aveva accettato di uscire con lei su richiesta dei suoi genitori ed è per questo che questa farsa si era svolta per così tanto tempo. Anche quando aveva scoperto che Hye Soo era innamorata di qualcun altro, non gli importava perché sapeva che non sarebbe mai stato in grado di amarla veramente. Ciò che lo rendeva triste era la sua avidità, era diventata come i suoi genitori, desiderando di più da lui. Lo faceva star male come il mondo l'avesse corrotta. I suoi genitori che gli avevano chiesto di sposarla era stata l'ultima goccia. Era ora che prendesse una decisione, soprattutto quando si trattava di chi amare e con cui avrebbe dovuto passare il resto della sua vita.
Per un po prima della sua scomparsa, aveva perso la voglia di scrivere. Aveva aperto un blog segreto usando un nome falso per scrivere dei suoi problemi. Scrivere non era più qualcosa che faceva per sfuggire, era un obbligo. La penna gli sembrava pesante in mano e le tele diventavano una foresta di inchiostro nero. Namjoon era perduto. Fu allora che escogitò una piano per fuggire. Avrebbe lasciato tutto alle sue spalle. Voleva ricominciare una nuova vita. Non aveva portato niente con sé, nemmeno la sua carta d'identità.
Quella notte, aveva guidato senza destinazione. Quando il sole stava cominciando a sorgere, si sentiva fisicamente ed emotivamente esausto. Forse era per questo che aveva causato quell'incidente, non riusciva a ricordare bene, tutto quello che ricordava era che il freno non aveva fatto quello avrebbe dovuto fare. Durante il suo periodo di sonno, c'era solo una cosa su cui poteva concentrarsi. La tua voce. La tua voce dolce e chiara che diceva di stare riprendersi e di svegliarsi. Lo aveva alimentato e lo aveva motivato ad aprire gli occhi. Era contento di averlo fatto, perché quella notte sotto le stelle, aveva visto lo spettacolo pi bello del mondo. Tu.
Tu, eri qualcuno che non pensava potesse esistere in quel mondo. Eri gentile ed eri un pilastro di comfort per tutti quelli che ti circondavano. Quando era con te, nonostante non sapesse chi fosse, sapeva chi voleva essere. Voleva essere tuo. Un uomo migliore per te, qualcuno su cui potevi contare. Pensava di esserci arrivato vicino, ma a quanto pare non era abbastanza perché l'avevi respinto. Non poteva biasimarti per niente. Alla fine, voi due provenivate da due mondi differenti. Ma grazie a te, ricordava l'emozione e il conforto della scrittura.
Questa rivelazione non era qualcosa che poteva semplicemente ignorare, non voleva più quella vita e c'era solo una persona in quella città a cui poteva andare. Si alzò dal letto, la coperta gli cadde drammaticamente dietro. Cercò la chiave di una delle sue auto multiple che aveva giurato di non usare mai più. Ma il tempo disperato richiedeva misure disperate. Afferrò le poesie che aveva scritto e le infilò in tasca il più accuratamente e ordinatamente possibile, poi si lanciò un cappotto sulle spalle. La casa sembrava desolata, ma poi vide le solite scarpe di Hye Soo nell'armadio, il che significava che stava dormendo nella sua stanza.
L'aria di libertà era vicina, se fosse riuscito a raggiungere la casa di Seokjin, sarebbe riuscito a fuggire ancora una volta da quella vita. Si sentiva in colpa per aver tenuto nascosto quel segreto a suo cugino per così tanto tempo. Le sue mani circondarono la maniglia della porta, stava per girarla per aprirla, ma una botta potente scese sulla sua nuca e poi cadde.
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ʀᴇғʟᴇᴄᴛɪᴏɴ - ᴋɪᴍ ɴᴀᴍᴊᴏᴏɴ [ᴛʀᴀᴅᴜᴢɪᴏɴᴇ ɪᴛᴀʟɪᴀɴᴀ]
Fanfiction[COMPLETATA] Un uomo perduto senza ricordi del suo passato. Una semplice infermiera con una vita semplice. Non avevi mai pensato che potesse esistere un brav'uomo, figuriamoci uno che sarebbe apparso dal nulla di fronte a te. Era troppo bello per es...