Capitolo 11

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Il trasferimento era stato relativamente veloce, considerato che Joon aveva solo se stesso. Taehyung aveva inviato un carico di vecchi vestiti, alcuni dei quali erano un po troppo corti per Joon ma nessuno si era lamentato, Halmeoni invece si era immediatamente ossessionata di Joon. La prima volta che si erano incontrati lui le diede un lungo abbraccio e le disse che il suo cibo era il migliore del mondo. Sarebbero andati d'accordo. Halmeoni ti prendeva in giro sulla questione del ragazzo caduto dal cielo e sul fatto che lo avessi ospitato a casa per vivere con te. Le avevi detto di non dire cose così ridicole ma non poté fare a meno di chiedersi cosa il futuro avrebbe avuto in serbo per voi. Era assolutamente perfetto ai suoi occhi. Nei pochi giorni che era stato a casa nostra, lui l'aveva aiutata in giardino, con il bestiame e non si era lamentato del caldo del mercato sotto il sole cocente. Come un cucciolo, aveva fatto tutto ciò che le aveva richiesto, e lei era stata d'aiuto per la compagnia che gli serviva.

Era stata una richiesta egoistica, ma una parte di te desiderava che potesse rimanere in quel modo ancora per molto. Solo voi tre in una casa pittoresca in una città tranquilla. Ti sentivi meno sola e Halmeoni si sentiva al tuo stesso modo. Joon era contento di aver messo piede in un altro posto del tuo mondo, uno in cui vedeva un altro lato di te che lo rendeva ancora più affascinato. Non ricordava ancora com'era la sua famiglia originale o chi c'era dentro e spesso gli veniva chiesto se lo avessero reso felice o meno come lo stavi facendo tu. Lui però non voleva ricordare. Voleva che i ricordi che aveva accumulato ora componessero il resto dei pezzi del puzzle, ovvero, la prima volta che si era svegliato e il luogo dove tutto aveva avuto inizio.

Ma era impossibile. Non era la persona spensierata di nome Joon che stava vivendo la vita migliore con te in quella città. Tutto quello era temporaneo. Sapeva per certo che c'erano altre cose su di lui da svelare, come il motivo per cui era scappato o da chi stava scappando. Per quanto ne sapeva, poteva esserci qualcuno da qualche parte che lo stava aspettando con ansia. Qualcuno che conosceva il vero lui, che lo amava, che gli faceva battere il cuore. Una persona come te, che eri assente nella sua vita vera, e presente in quella città. Si chiese se quella persona potesse fargli sentire i formicolii e l'elettricità nel suo corpo come facevi tu. Quando ti aveva vista trascinarti verso di lui nelle tue pantofole e con una ciotola d'uva e con il tuo solito sorriso smagliante, aveva pensato tra sé e sè, dev'essere impossibile perche dovresti sentirlo solo una volta quella sensazione. Quella sensazione di cadere ma anche di volare, doveva accadere con una persona sola.

Posasti la ciotola sui gradini e ti sedesti accanto a lui. Il cielo notturno era senza nuvole, con la luna crescente come unica attrazione. Mentre lui ti sfiorava la spalla tu sentisti il calore montare su tutto il tuo corpo. "A che cosa stavi pensando?" chiesi tu.

"Lo hai notato?"

"Beh, lo si vede dal tuo viso," ridacchiasti tu. "Sembrava la faccia di Yoongi quando è bloccato nei suoi pensieri. È abbastanza raro che quell'uomo pensi a qualcosa, oltre al cibo, al sonno o a Taehyung. Ma sembra che tu abbia qualcosa che ti gironzola nella testa."

Lui espirò e si appoggiò all'indietro con i palmi sulla pavimento. Notasti subito che i suoi occhi scintillavano come le stelle nel cielo. Nei suoi occhi c'era la galassia e la sua mente era l'universo. "Stavo pensando a che tipo di persona ero, prima dell'incidente. Mi stavo chiedendo che tipo di lavoro avessi, i miei hobby preferiti, chi erano i miei amici e la mia famiglia." Si morse le labbra e guardò i suoi piedi, "E se avessi una persona speciale nella mia vita precedente."

Per qualche strano motivo, sentirle dire quell'ultima frase, in particolare, ti fece un po rivoltare lo stomaco. I tuo egoismo era tornato. Era più che plausibile che avrebbe pensato a cose del genere, era nei suoi diritti e quella era la sua vita vera. Ed era ovvio che avesse una persona a lui speciale perché lui si meritava tutto l'amore e la felicità del mondo. Quello che volevi tu non avrebbe avuto importanza perché non c'entrava niente con la sua vita. "Non lo so, ma sento che qualunque cosa tu abbia fatto precedentemente al tuo incidente, tu sia stato fantastico."

Cercò di nascondere il suo viso arrossato mentre si riempiva la bocca di uva, "Lo pensi davvero?"

Tu annuisti, "Halmeoni ha detto la stessa cosa quando ti ha visto per la prima volta, qualcosa sul tuo viso glielo ha detto. E anche 'Joon' significa genio, quindi non penso tu debba preoccuparti del tuo lavoro. Per quanto riguarda gli amici, da quello che ho visto, c'è una grande forza di attrazione nelle persone quando ti stanno intorno. Li fai stare bene, ecco perché tutti i pazienti e le infermiere ti amano così tanto. Per quanto riguarda la tua persona speciale, sarebbe pazzesco se qualcuno non si fosse già innamorato di te."

Le sue guance si fecero più calde. Voleva che quel complimento fosse una confessione, ma per ora lo avrebbe accettato così come volevi intenderla. Allo stesso tempo, se fosse stata vera quella confessione, si sarebbe sentito in colpa per quella persona perché il suo cuore vacillava in quel momento per te.

"Le stelle sono molto più luminose stanotte," esclamò lui.

"Non solo luminose come quella notte di qualche settimana fa, ma abbastanza vicine a quella luminosità."

Lui ripensò a quella notte e alla prima volta che ti aveva visto con la luce lunare sui capelli, che gli illuminava gli occhi. "Sembra di essere in una specie di film, o una fiaba. "

Tu sorridesti, "Quando i miei genitori erano ancora vivi, chiedevo alle stelle di esprimere i miei desideri. Non ricordo molto, ma sono sicura di aver desiderato cose banali come stare sveglia un'ora in più di notte per leggere i fumetti o una porzione extra di snack per l'asilo. Poi, dopo la loro morte, ho desiderato che tornassero. Innumerevoli notti ho immaginato che sarebbero entrati nella mia stanza e mi avrebbero rimboccato le coperte come facevano sempre. Halmeoni faceva del suo meglio, ma non era mai stato lo stesso. Quando ho scoperto che le luci delle stelle esistevano già da un milioni di anni luce e che non esaudivano niente, ero così triste. Avevo capito del perché i miei desideri non si erano mai avverati e del perché i miei genitori non erano tornati indietro."

Ti guardò mentre ti asciugavi le lacrime. Dirti di non essere triste era inutile. L'unica cosa che poteva fare era starti accanto seduto. Dopo alcuni minuti, decise di controllarti ancora una volta convincendosi che andava bene. Il suo cuore palpitò quando ti trovò addormentata, con la testa appoggiata alla trave di legno. Le lacrime si erano asciugate. Delicatamente, ti sollevò e ti portò nella tua stanza, facendo attenzione a non far sbattere i tuoi piedi contro le pareti. Drappeggiò la coperta su di te e ti scostò leggermente i capelli dal viso. Le sue dita indugiarono per un momento. Quando lui si voltò, trovò Halmeoni sulla soglia con un sorriso giocoso sul volto.

"Ti piace mia nipote, vero?" sussurrò lei.

Non poteva negarlo, era troppo ovvio. Si mise l'indice sulle labbra e rispose. "Non dirglielo," chiese gentilmente. "Non ancora."

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ʀᴇғʟᴇᴄᴛɪᴏɴ - ᴋɪᴍ ɴᴀᴍᴊᴏᴏɴ [ᴛʀᴀᴅᴜᴢɪᴏɴᴇ ɪᴛᴀʟɪᴀɴᴀ]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora