VIII

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 Izumi scese le scale dell'edificio per entrare nel locale di Yaguchi e staccare un po' dagli allenamenti. Aveva provato il pezzo per il giorno dopo fino alle nove di sera ed era stufa, i suoi addominali chiedevano pietà.

Passò a salutare Yaguchi che le chiese gentilmente se avesse bisogno di qualcosa e lei rifiutò cordialmente.

<<Non vai a dormire?>> aggiunse.

<<Prima mi faccio un giro>> rispose Izumi.

<<Va bene. Non fare tardi>> Yaguchi le concesse una scompigliatina di capelli e Izumi gli sorrise. Si sedette al bancone e guardò lo spettacolo delle colleghe. Indossavano degli abiti quasi trasparenti e provò imbarazzo per loro ma sapeva di essere l'unica. Quando le capitava di osservare i loro numeri con sguardo critico si accorgeva di quanto fossero mediocri rispetto a lei ma ovviamente erano cose che si teneva per sé. Fatto sta che si annoiò in fretta e la sua mente iniziò a distrarsi.

Non aveva voglia di andare a dormire ma non aveva neanche voglia di passare tutta la sera lì nel locale. Avrebbe potuto farsi un giro ma di notte, da sola, non le andava molto.

Erano tre giorni che non ci pensava ma, in quel momento, le venne voglia di vedere Mikey. Chissà se era in giro, si chiese. Adesso che aveva una scappatoia dalla sua normalità era ben intenzionata a servirsene.

Tirò fuori il telefono dalla tasca dei pantaloncini e gli scrisse un messaggio.

"Ciao, cosa fai stasera?".

Non era pratica in rapporti umani e non si preoccupò delle formalità, né della richiesta all'ultimo minuto. Lui ci mise un quarto d'ora a risponderle.

"Ciao, ho appena finito riunione con i ragazzi. Volevi fare qualcosa?".

Il cuore di Izumi prese a batterle velocemente.

"Portami da qualche parte".

Voleva vedere posti nuovi, varcare soglie diverse, pareti che non fossero quelle del suo locale. Da sola avrebbe destato troppa attenzione. Ma in compagnia...

"Arrivo".

Izumi chiuse il telefono e, stando attenta a sfuggire agli sguardi di Yaguchi, si defilò dal locale e uscì in strada.

Mikey ci mise poco a raggiungerla. Parcheggiò la moto a un isolato di distanza per evitare di dare nell'occhio, ok con la banda ma Izumi era stata chiara sul passare inosservati. Le fece uno squillo quando si trovò dall'altra parte della strada e le disse: <<Attraversa>>. Lei lo raggiunse e si incamminarono per la Tokyo notturna.

Izumi stette per la maggior parte del tempo con il naso all'insù verso le luci della città. Si sentiva i sensi pieni della bellezza della novità cui stava assistendo. Così pieni che le pareva di soffocare. Luci, insegne al neon, voci, colori, voci, voci...Era come camminare sulle nuvole.

<<Cazzo>> sussurrò estasiata.

<<Ne vale la pena, eh?>> rispose Mikey, le mani in tasca, lo sguardo volto alle vette dei grattacieli.

Izumi non riuscì a rispondere. Le emozioni le fecero salire le lacrime agli occhi. Si sentiva con le ali tagliate. Una libellula con le ali tagliate.

Mikey scorse il luccichio nei suoi occhi e si oscurò per un istante, percependo l'ingiustizia della sua vita privilegiata che somigliava sempre più a una prigione. La distrasse attirando l'attenzione su una taverna.

<<Andiamo lì>> le disse.

Izumi si lasciò trasportare in questo locale storico dall'atmosfera calda, accogliente, dai profumi avvolgenti di cioccolata e tè. Rischiò di inciampare sul gradino dell'ingresso ma si tenne allo stipite della porta ed evitò la figuraccia.

Come il Vento Tra le Tue AliDove le storie prendono vita. Scoprilo ora