XVII

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Mikey mollò la presa su Izumi e si riappropriò di quella freddezza che lei aveva imparato a conoscere, dimostrandole di aver recepito il messaggio. Questo altro scatto comportamentale la fece rimanere un po' spiazzata, incerta se ammettere che le facesse piacere o meno. Quelle eccessive premure ed attenzioni l'avevano messa a disagio, perché non era abituata a riceverle, ma non si era propriamente arrabbiata con lui. Forse era stata scortese e lui ci era rimasto male...

Continuavano a frequentarsi ma le cose erano diverse, perché non erano più come prima. Mikey era più freddo ma non aveva più voglia di litigare. A Izumi questa mancanza di adrenalina non piaceva. Si rese conto che le discussioni accese con Mikey rappresentavano uno stimolo non indifferente ma, come tutte le cose che impariamo ad apprezzare, ce ne accorgiamo solo quando non ci sono più. Era come un po' spento. Era colpa sua, quindi?

Ovvio che era colpa sua. Mikey aveva provato ad avvicinarsi, ad esserle amico, e lei gli aveva presentato in faccia solo i propri limiti. Limiti di confidenza, limiti di contatto. Che cosa poteva aspettarsi da un'orfana cresciuta su una pertica?

Se ne dispiacque. Non aveva intenzione di ferirlo. Ma cosa poteva farci se non era in grado di rispondere in maniera attiva alle attenzioni? Più lui si avvicinava, più lei si chiudeva a riccio. Che senso aveva?

Passò altre notti in bianco interrogandosi sui problemi che avesse nel gestire quella relazione. Forse Mikey si era stufato di starle dietro ma lei aveva una paura fottuta che scomparisse. Quindi lo cercava, lo cercava con la stessa compulsione di sempre e si sforzava di essere amichevole e di aprirsi un po' di più.

Mikey prendeva senza assimilare. Era ormai sceso a patti col fatto che Izumi non ricambiasse il suo interesse e iniziò a cercare dei metodi saggi per staccarsi da lei. Decise di autoconvincersi che non gli piacesse più, solo perché lei non si era abbandonata a lui.

Ma le cose non funzionano proprio così.

Due episodi fecero capire a Mikey che il suo desiderio per Izumi ardeva ancora disperato nel suo petto, acuito dal rifiuto e dall'indifferenza.

La prima fu la serata al Safari Club.

Baji aveva organizzato con "un'amica" (aka una che si portava a letto), che, come secondo lavoro, faceva la cameriera per pochi yen in questo posto di periferia di ben altro livello rispetto al Night Panorama. Aveva detto ai compagni che, se fossero venuti anche loro, lei avrebbe portato anche le sue amiche, una per ciascuno. Una serata con il fine così chiaro che solo uno stupido avrebbe potuto non accorgersene.

Prima di accettare, tutti guardarono Mikey. Lui esitò, ci pensò sì e no una manciata di secondi, poi sorrise debolmente.

<<Perché no?>> rispose.

Dunque fu deciso. Il via libera dato da Mikey era il massimo segnale che il suo tentativo di lasciarsi alle spalle Izumi fosse diventato una battaglia interiore non di poco conto e, in un certo senso, ne furono sollevati.

Una cosa bisogna dirla, e cioè che non andò a quella serata a cuor leggero. Non ne aveva alcuna voglia, né aveva voglia di conoscere altre ragazze, ma si costrinse a farlo perché la sua testa ne avrebbe giovato. Tutt'al più avrebbe recitato la parte dello svogliato.

L'amica di Baji rispettò la parola e si portò dietro cinque signorine con una percentuale piuttosto alta di pelle scoperta, visibilmente emozionate di fare le accompagnatrici ai pezzi forti della Toman. Si scelsero ognuna il soggetto che la ispirava di più e si sedettero al suo fianco, pronte a sfoderare tutto il loro finto fascino pompato.

La ragazza che "toccò" a Mikey aveva come unico tratto distintivo la taglia del reggiseno. Non era bella, né attraente, la conversazione che intrattenne fu priva di stimoli e il suo insistente sorriso gli diede subito sui nervi. Si sforzò di fare l'amichevole, ma il risultato fu abbastanza pietoso e lei, d'un tratto, non seppe più cosa dire e perse la voglia di chiacchierare.

Come il Vento Tra le Tue AliDove le storie prendono vita. Scoprilo ora