XXVIII

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Il pomeriggio di pomiciate troncato in quel brusco modo pesò a entrambi, che ci misero un bel po' per riprendersi e raffreddarsi. Una volta al sicuro in camera sua, Izumi fece subito delle ricerche in rete per capire se avesse un problema grave e quello che lesse la lasciò a dir poco basita.

In pratica era una reazione al piacere? Sul serio? Diamo i numeri? Questa cosa disgustosa?

E dunque le sarebbe capitato tutte le volte? Siamo pazzi? Impensabile. Bisognava fare qualcosa.

Forse era un caso, perché era la prima volta o perché effettivamente aveva qualche altro problema...Doveva riprovarci per scoprirlo.

Naturalmente non aveva altri metri di giudizio perché non poteva parlarne con nessuno, o per lo meno con qualcuno con cui fosse in confidenza. Le uniche altre conoscenze femminili che aveva erano le sue colleghe, cui non avrebbe di certo raccontato di avere problemi di carattere intimo. A conti fatti Mikey era l'unico soggetto umano con cui riusciva a parlare in maniera un po' più franca ma esisteva un dettaglio a dir poco rilevante: era un maschio. Non avrebbe saputo aiutarla. E comunque sarebbe stato imbarazzante.

Promise di non allarmarsi prima del tempo e di farci caso. La volta successiva che si videro a casa di Mikey per stare insieme e in contatto stretto partì preparata e si portò dietro un cambio di biancheria intima. Aveva una relativa paura che la scoperta di quel non piccolo problema minasse la grande compatibilità che aveva raggiunto con Mikey nel privato ma pensarci avrebbe solo peggiorato le cose. Lui non sospettava di niente e tanto meglio, anche perché la sua soglia di attenzione era drasticamente ridotta quando stava con lei in quei termini.

Il pomeriggio fu la copia del precedente, con la differenza che ci misero pochi secondi ad entrare nel mood. Mikey non aspettava altro dalla volta prima ed era talmente gasato che tutta la Toman aveva notato l'enorme influenza che quella relazione fatta di alti e bassi aveva su di lui. Come erano soliti ripetersi da qualche anno: era ora che si trovasse una con cui fare cose e sfogarsi. E alla fine poco importava che non fosse la più figa di Tokyo, se gli andava bene anche una ragazza anonima come Izumi ok. Poi magari aveva doti nascoste che sfoderava solo con lui...

E mentre la Toman si faceva questo tipo di congetture, Izumi pregava gli dei in cui non credeva di rimanere asciutta. Ora che aveva superato la soglia dell'imbarazzo post festival, rimanere lucida quando Mikey iniziava a baciarla era pressoché impossibile perché il suo corpo reagiva indipendente dalla sua testa. Era anche naturale che fosse così: una volta scoperto il piacere del contatto fisico e di tutti gli apprezzamenti che, impliciti ed espliciti, si sentiva rivolgere relativamente alla sua persona e non a un artifizio, farne a meno era una lotta inutile e superflua.

Così si disse amen, tanto aveva messo pantaloncini larghi apposta, al minimo sentore di umido se ne sarebbe accorta. Non fu ovviamente così e, quando percepì il solito allarme unito a un certo disagio, chiese di nuovo di poter andare in bagno fingendo tranquillità.

<<Hai ancora le tue cose? Quanto cazzo ti durano?>> sbottò Mikey costernato.

<<Cosa? No, ma va, tranquillo, devo solo andare in bagno>> smentì Izumi.

<<Ah...Ok, sai dove si trova>>.

Chiusa dentro, Izumi non aveva neanche bisogno di controllare per conoscere il proprio stato, una volta fuori dalla bolla di piacere percepiva chiaramente il bagnato contro le gambe. E così era.

Il tempo di un porca troia e si impose di non agitarsi. Si cambiò e tornò di là. Era un po' turbata per riprendere il seducente gioco di baci e carezze, così cercò di far parlare Mikey e distrarsi un po'. Per non destare sospetti si sedette comunque sulle sue gambe sopra il pouf e sperò che lui non notasse la sua rigidità rispetto a prima. Era doloroso star lontano dalla sua bocca ma la paura che il problema rovinasse tutto la frenava.

Come il Vento Tra le Tue AliDove le storie prendono vita. Scoprilo ora