XLV

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Yaguchi rientrò dopo le tre del pomeriggio e Izumi era nella sua stanza a temporeggiare quando sentì i suoi passi al piano di sotto. Balzò giù dal letto e scese le scale per precipitarsi nel salone, l'ansia la stava uccidendo e preferiva affrontarlo subito.

Ma lui, come la vide, fece finta di niente.

Non una parola, non un cenno, abbassò lo sguardo sulla cassa e continuò a contare gli incassi con espressione distaccata ma quasi rilassata, come se non l'avesse vista.

Izumi ci rimase male. Attese a debita distanza chiedendosi se fosse il caso di fare il primo passo ma quel silenzio le gelava le ossa e la teneva inchiodata al pavimento.

Non aveva mai percepito così tanta indifferenza da parte sua, nemmeno quando era scappata la sera del colloquio con Kira. La mattina successiva, almeno, aveva letto rabbia e delusione sul suo volto, anche se mitigati dalla rassegnazione.

Quel giorno c'era solo indifferenza.

Non poteva sopportarlo.

<<...Ehm...>> iniziò ma, a quel punto, Yaguchi parlò.

<<Intorno alle cinque sono di nuovo fuori, stasera siamo chiusi. La cena è nel frigo, non aspettarmi>>.

Tutto qua. Ancora, senza guardarla in faccia. Izumi lo guardò chiudere il cassetto e raccogliere gli stracci usati per portarli a lavare, senza la minima apparente intenzione di proseguire la conversazione.

Non fece accenni alla serata precedente. La cosa era tremendamente strana.

In quel momento Izumi sapeva di dover insistere e capire la sua posizione ma non ce la fece. Per due motivi: il suo sguardo sfuggente che la feriva più di una sfuriata e il sollievo che la colpì come una fucilata nel sapere che non l'avrebbe cacciata dal locale.

Non ne avevano parlato e tutti i dubbi rimanevano aperti, così come gli scenari. Ma, almeno nell'immediato, Yaguchi non sembrava avere intenzione di sbatterla in mezzo alla strada.

Forse gli serviva solo tempo. Per metabolizzare e accettare. Izumi quasi si fece schifo ad essere contenta di come erano andate le cose.

Rispose un blando ok e salì in camera sua. In serata Mikey le scrisse un messaggio.

"Allora?".

"Non so, non riesco a capire. Oggi è stato via tutto il giorno...vedo domani".

Izumi lasciò passare due giorni interi per analizzare la situazione e, con suo grande sconcerto, il clima si mantenne in una strana oasi di calma.

Yaguchi non scambiava con lei più parole di quelle che servivano per i convenevoli e, in qualche modo, organizzava le proprie giornate per incrociarla il meno possibile. Mangiavano a orari diversi, usavano il bagno in momenti diversi. La maggior parte del tempo la passava fuori, a fare chissà cosa. Ma, se non altro, le permise di rimanere lì.

Il locale si prese dei giorni di chiusura a tempo indeterminato e gli spettacoli furono sospesi. Izumi non aveva niente da fare se non dormire e consumare i pasti e la sfuggevolezza di Yaguchi la demotivava dall'affrontare con lui l'argomento Libellula. Vedere che lui le permetteva di alloggiare al Night e non le rompeva le scatole le creò una bolla di conforto, perché significava che non la odiava e che, prima o poi, sarebbe arrivato il momento giusto di parlarne. Izumi non voleva mettergli fretta, né pressione, anche perché quella situazione di equilibrio era assurdamente favorevole.

La sera del secondo giorno di stallo, Mikey le chiese come stesse andando con Yaguchi.

<<Mah, bene. Lui fa come se non esistessi ma mi permette di vivere lì, quindi sono fiduciosa. Finché siamo in questo equilibrio va bene>> rispose lei.

Come il Vento Tra le Tue AliDove le storie prendono vita. Scoprilo ora