XIX

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 Izumi riconquistò il proprio posto in cima ai desideri di Mikey e lui si sentì quasi sollevato, perché l'ago della sua bussola aveva ricominciato a girare e puntava dritto verso una precisa direzione. Cercò di non viverla in modo negativo come prima e fu facilitato dal fatto che Izumi, piano piano, iniziò a sciogliere i propri nodi e a comportarsi in maniera amichevole. C'erano ancora tante scaramucce tra di loro ma molto meno di prima. Riuscivano a uscire senza litigare, passando il tempo a ridere e scherzare come due amici, raccontandosi reciprocamente al posto che parlare della città.

Izumi attraversò una nuova fase di euforia. Non aveva mai considerato la partecipazione al mondo esterno dalla prospettiva di interessarsi agli esseri umani al posto che alle attività e alle esperienze che Tokyo aveva da offrirle. Ma la vita non era fatta solo di cose, ma anche di persone. Izumi aveva ancora tanto da imparare su cosa significava essere un normale cittadino, con un passato e una storia da raccontare. Mikey era al suo fianco da mesi eppure non sapeva nulla di lui, se non lo stretto indispensabile. Dunque gli rivolse attenzioni, e scoprì di poterci non discutere.

Voleva sapere tutto di Mikey. Ma c'erano delle cose di cui lui non voleva parlare. Come la morte prematura del fratello. Dettagli che le accennò ma che non approfondì e su cui lei non pose domande.

Nel frattempo si chiedeva se stesse cominciando ad affezionarsi a lui. Non riusciva a capire se il suo cercarlo fosse ancora solo dovuto al fatto che, attraverso di lui, partecipava della vita normale o se fosse subentrato qualcos'altro. Se fosse davvero diventato suo amico. Si trovava bene con lui, a dispetto di tutto. E la sua gentilezza aveva raggiunto il giusto equilibrio, senza essere oppressiva. Dopo tutto che male c'era ad avere un amico al di fuori? Che male c'era ad essere legati da un rapporto vero e non da un semplice, meschino rapporto di convenienza?

Niente. Assolutamente niente. Le sue erano soltanto paranoie, erano limiti che si creava lei, limiti che Mikey aveva cercato di valicare. Forse era quello che significava essere liberi.

O forse no.

Proprio quando Izumi cominciava ad accarezzare i contorni di una sfera privata in cui poteva avere libertà decisionale, Yaguchi le ricordò bruscamente che aveva ancora il pieno controllo sulla sua vita.

Mentre lei era impegnata nelle prove per lo spettacolo che si sarebbe tenuto di lì a tre giorni, bussò alla porta della sala ed entrò per parlarle faccia a faccia.

<<Tesoro, ho una buona notizia per te! Ho appena parlato con Kira del teatro Kabuki ed è disposto ad assumerti per delle serate, anche due a settimana! Non è grandioso? Il tuo pubblico salirà di livello! Sarai la star indiscussa della città!>> le disse, con un sorriso da zigomo a zigomo, presentandole sul piatto l'offerta come se tutto fosse già scritto, e in effetti così era e Izumi lo capì all'istante.

Sapeva che avrebbe dovuto sorridere. Che avrebbe dovuto gioirne. E, invece, rimase in piedi di fianco alla pertica a guardare Yaguchi come se fosse una figura sbagliata.

<<Il teatro...Kabuki?>> ripeté. Solo il più famoso della città: <<Ma...significa il triplo del lavoro...a standard molto più alti...In pratica non avrò più una vita>>.

Yaguchi allargò le braccia: <<Tu sei nata per questo, tesoro! È questa la tua strada! Credimi, mi ringrazierai>>.

Izumi sbiancò: <<Aspetta...quindi hai già firmato l'accordo?>>.

<<Ma certo!>>.

Ne era orgoglioso. Izumi sentì il cuore batterle forte contro il petto.

<<E non hai pensato di consultarmi prima?>> chiese con voce incrinata.

<<Direi che un rifiuto è fuori discussione, mia cara. Lo faccio per te...Per il tuo futuro. Lo sai>>.

Come il Vento Tra le Tue AliDove le storie prendono vita. Scoprilo ora