XXXV

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Izumi tornò nella vita di Mikey senza ulteriori premesse e, all'improvviso, ricomparve al suo fianco, come se quella parentesi di odio e silenzio non fosse mai esistita. I ragazzi della Toman non ci provarono nemmeno a capire la dinamica della loro relazione e si rassegnarono ad assistere ad altri momenti di quel tipo, altre rotture di quel tipo. La cosa certa era che Mikey, da che, nelle settimane precedenti, non voleva nemmeno sentirla nominare, sembrava di nuovo preso da Izumi, così preso che lei aveva la precedenza su tutto.

Sulle prime, dati i trascorsi pesantucci, ci fu un tentativo da parte di entrambi di riprendere con calma, le solite uscite, le solite chiacchiere, qualche contatto fisico ma nulla di più. Era come se percepissero che ci fosse qualcosa da sanare piano piano, come se la recente ferita si dovesse ancora cicatrizzare e, da un momento all'altro, potesse riscoppiare il finimondo. Ma dopo il primo pomeriggio assieme fu abbastanza chiaro che l'opzione rischio fosse di gran lunga preferibile. La tensione che si percepì tra i loro corpi durante quella distanza forzata fu così palpabile che li innervosì e li fece sentire dei ridicoli pagliacci. Fecero finta di niente per non rovinare il pomeriggio ma la sera Mikey scrisse a Izumi un messaggio molto esplicito circa le proprie intenzioni.

"Senti, domani vieni da me? Mi sento un coglione a passeggiare con te e far finta di portare a spasso mia sorella".

Izumi quasi si mise a ridere.

"Non volevo essere indiscreta e chiedertelo io, grazie di avermi anticipato".

"Ma figurati, passo a prenderti alle 4".

Ripartire dal grado di amici era impossibile, ormai era chiaro a entrambi. Nella loro posizione non poteva più esistere la via di mezzo: o estranei o fidanzati. Le zone intermedie non importavano più.

L'unica cosa su cui Izumi ancora non transigeva era la sfera sessuale. A prescindere dalla violenta lite che aveva posto un freno ai loro contatti, Izumi continuava a sentirsi a disagio relativamente al proprio corpo e poneva un sacco di limiti. In quel primo pomeriggio di ripresa post tregua Mikey volle già andare oltre il punto in cui si erano lasciati, per colmare l'astinenza di quattro settimane e perché era oggettivamente ridicolo che Izumi non si concedesse dopo tutto quel tempo.

La fece cadere sul letto e le salì sopra, aderendo al suo corpo senza troppe cerimonie e distraendola coi baci. Izumi si agitò ma non riuscì a opporsi, si ancorò alle sue spalle e provò a farsi guidare dalla sua lingua tra le labbra ma senza troppo successo. Il suo respiro accelerò fino a diventare ansiti e tutti i campanelli di allarme si attivarono all'unisono nel suo cervello.

Approfittò dell'istante in cui Mikey si staccò dal suo viso per respingerlo appena dalle spalle.

<<...Non mi piace molto questa posizione>> balbettò.

<<Perché?>> chiese Mikey scendendo lungo il suo collo e succhiandole la pelle.

Il corpo di Izumi ebbe un fremito e acuì il suo allarme.

<<Ho paura di bagnarti le coperte>>.

<<Ahh ma chissene frega>>. Anzi, il pensiero era eccitante ma non glielo disse.

<<Non possiamo invertirci?>>.

Con un sospiro di esasperazione, Mikey si sollevò e la guardò negli occhi: <<Santo Dio, rilassati! Ti ho detto che non me ne frega, qual è il problema?>>.

Izumi era avvampata: <<Niente! Sono solo un po' agitata, ok? È la posizione>>.

<<Mi piace da morire quando mi guardi con quegli occhi spalancati, cazzo>> osservò Mikey, uscendo totalmente dall'argomento. La sua voglia quel pomeriggio era immensa e incontenibile e se Izumi gli dava di nuovo l'irresistibile sensazione di essere dominante, di esser predatore, la cosa non poteva che peggiorare.

Come il Vento Tra le Tue AliDove le storie prendono vita. Scoprilo ora