XXVII

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Izumi ci mise una settimana ad abituarsi ai nuovi ritmi, alle nuove sensazioni, alle nuove vertigini che le procurava quella montagna russa che divenne la sua relazione con Mikey. Ma poi ingranò la marcia nel posto giusto, e fu come proseguire su un rettilineo.

Scoprì che anche quel nuovo aspetto del loro rapporto fosse più facile del previsto. A conti fatti era tutto come prima, con l'enorme differenza rappresentata dal contatto fisico. Bisticciavano ancora, si vedevano spesso e passavano molto tempo in giro per la città, scontrandosi su idee e opinioni, ma quando arrivava il contatto partivano le scintille.

Era assurdo. Tutta la loro incompatibilità nella vita quotidiana si risolveva come niente nell'intimità, dove trovavano risposte l'uno ai bisogni dell'altra.

Naturalmente andarono per gradi, perché era la prima volta per entrambi e c'erano un sacco di cose che andavano scoperte. Mikey era molto più impaziente e si faceva molti meno problemi a sperimentare ma si abbassava ai ritmi di Izumi perché una volta fatto trenta perché non fare trentuno. E poi comunque l'obiettivo era stato raggiunto. Agli amici la spacciò subito come "la sua ragazza" e tutti ci rimasero, perché si erano rassegnati al fatto che tra di loro non sarebbe mai successo niente se non una rincorsa disperata. E dubitavano ancora della serietà di questa relazione, perché le litigate erano ancora tante, alcune piene di tempesta, cui addirittura seguivano giorni di silenzio da parte di entrambi. Poi si rivedevano ed era come se non fosse successo niente. Era l'apoteosi della stranezza, proprio una cosa alla Mikey, si dissero. Ma, nonostante tutto, lui sembrava felice quindi perché non assecondarlo?

I primi giorni Izumi si mantenne sul chi va là per osservare le proprie reazioni a quel cambiamento di rotta, quel sapere che, ad ogni uscita, a un certo punto ci sarebbero stati dei baci, delle carezze, dei sospiri. Lo misero molto sul piano istintivo, della serie che, a prima vista, la storia sembrava la stessa di sempre ma, dopo un'ora, due ore che stavano insieme, scattava la voglia di introdurre il nuovo nel vecchio. Anche dopo una litigata, non era una cosa programmata. A Izumi giovò molto questa impostazione perché le permise di viverla con libertà e di agire sulla base delle risposte corporee e mentali. Ed è per questo che le fu più facile del previsto stare al gioco.

Scoprì che la fisicità fosse una cosa che mancasse nella sua vita. Una cosa di cui aveva irrimediabilmente bisogno. O quantomeno che il suo corpo chiedeva in maniera istintiva. Mikey soddisfava tutte le sue nuove voglie. Non era innamorata di lui – certo che non lo era! – ma si sorprese a constatare che le piacesse. Le piacevano un sacco di cose di lui, cose che il passaggio al fisico le aveva messo in risalto, come se per la prima volta gli fosse stato puntato un riflettore addosso e Izumi lo potesse osservare per davvero, conoscere per davvero. Dopo un po' di tempo passato con lui le veniva spontaneo desiderarlo. Era una cosa nuova e destabilizzante e certamente era dovuta in parte al fatto che poteva avere con lui contatti di un certo tipo. In più c'era la faccenda delle proprie reazioni. Il suo corpo rispondeva all'intimità in maniera strana ed esagerata, accaldandosi, aumentando i battiti cardiaci, facendole formicolare l'interno delle cosce. Izumi non sapeva come definire tutto questo ma doveva tenersele perché non poteva farci niente. Appena Mikey la sfiorava si accendeva. Era talmente sensibile che a lui bastava metterle un braccio attorno alle spalle o toccarle i capelli per farle stringere le gambe per paura che potesse in qualche modo scoprire quel che le capitava.

All'inizio era Mikey che pilotava il tutto. Decideva quando era ora di sedersi sotto un albero e baciarsi e il range di comportamenti da mantenere. Mantenne lo stesso livello di gentilezza di sempre ma ci furono dei piccoli istantanei cambiamenti. Le attenzioni che le dedicava erano il triplo. Poi, piano piano, introdusse dei nuovi gesti, come giocare con le dita della sua mano o abbracciarla tra le proprie gambe, parlarle con la bocca contro i suoi capelli e percorrerle il contorno dell'orecchio con la punta del naso. A Izumi piacevano quei gesti. Era la migliore manifestazione di affetto che avesse mai ricevuto in vita sua. Ed era dolce, inaspettato, le fece scoprire dei lati di Mikey che mai avrebbe immaginato. O su cui semplicemente non si era soffermata.

Come il Vento Tra le Tue AliDove le storie prendono vita. Scoprilo ora