XLV

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Il gruppo di moto si fermò nei pressi del parco del concerto di beneficienza, abbastanza distante da essere sicuro che nessuno li avesse seguiti. Lì fecero i complimenti a Izumi e commentarono lo sconvolgimento generale del Night, nemmeno si fosse trattato di uno scandalo dalla portata internazionale.

Discussero su cosa fare a quel punto, dato che la notte era ancora giovane. Izumi fece notare di avere addosso solo un body ma Mikey le diede la sua felpa e la portarono a festeggiare nel locale dove lavorava l'amica di Baji. Avevano tutti dimenticato i propri problemi, preferendo lasciarli alle spalle per il tempo di una notte. Mikey in particolare aveva avuto un picco di buon umore: per lui quel passo compiuto da Izumi aveva una portata pazzesca. Aveva passato mesi a sperare che lei fosse abbastanza forte da rompere le catene che la tenevano ancorata al Night e al suo teatrino e adesso che ci era riuscita brillava come una stella in una notte limpida senza lampioni. Era persino più bella. La libertà le stava bene addosso.

Verso le tre e mezza, Draken andò a pagare affermando che avrebbe offerto lui. A quel punto Izumi cominciò a rendersi conto di essere fuori casa e di non potervi probabilmente rientrare, dato quello che aveva fatto. E non voleva neanche. Però non aveva un posto dove stare.

Mikey scorse il suo sorriso congelato e i suoi occhi improvvisamente vacui e la punzecchiò.

<<Perché quel muso lungo adesso?>>.

<<Niente, pensavo solo che non so dove andare. Nel senso...non posso tornare a dormire al Night. Non subito, almeno. E non voglio farlo. Non voglio affrontare subito le conseguenze dello spettacolo>>.

Mikey riconobbe le ragioni di quella scelta e non ci pensò due volte prima di buttare lì la soluzione.

<<Dormi da me>>.

Izumi si voltò, credendo di aver sentito male: <<Eh?!>>.

<<Stanotte. Dormi da me. Tanto sai che c'è posto>>.

In qualche modo, arrossì.

<<Ma...non so se i tuoi...>> ma Mikey, con la risata negli occhi, la interruppe.

<<I miei? Smettila per favore. Voglio che tu resti da me>>.

Era a conti fatti lo scenario migliore tra quelli possibili.

<<Ok>> disse infine. E, una volta salutati tutti, lei e Mikey se ne andarono insieme.

Izumi si sentiva bene. Anche contando che avrebbe dormito a casa di un ragazzo, senza avvertire nessuno, e sapendo che dal giorno dopo avrebbe avuto tanto su cui lavorare. Si sentiva bene perché finalmente aveva gettato la maschera, aveva puntato i piedi e si era presa il merito del successo della Libellula. Ma si sentiva bene anche perché aveva confidato nel trovare in Mikey un alleato e così era stato. Sapere che lui le aveva teso la mano, l'aveva portata via dal Night e le stava offrendo un letto e un tetto sulla testa le scaldava il cuore. Ne avevano passate tante, eppure Mikey non si era fatto da parte.

Salirono in appartamento facendo il meno rumore possibile e Izumi si chiuse in bagno per togliere il trucco e sciacquare via i resti di quella serata allucinante. Quando raggiunse Mikey nella sua stanza, lui era già steso sul letto.

<<Dove dormo?>> gli chiese.

<<Sul tetto. Che domande fai, scusa?>> sbottò Mikey.

<<Beh magari non ti va di condividere il letto, dato che è una cosa intima>>.

<<Izumi sono le quattro e un quarto del mattino, le paranoie rivolgimele domani, ok?>>.

Come il Vento Tra le Tue AliDove le storie prendono vita. Scoprilo ora