LX

402 25 14
                                    

Izumi passò quel giorno e mezzo a pregare in tutte le lingue che il tempo passasse in fretta e che arrivasse il dopo show. Si allenò e si esibì come sempre e facendo del suo meglio ma era emozionata e in fibrillazione e continuava a guardare l'orologio.

Mikey la venne a vedere perché poi l'avrebbe portata a casa sua. Izumi dovette concentrarsi per non guardarlo troppo ma tanto le fu pressoché impossibile e, quando le luci si spensero, si fiondò in camerino che le tremavano le mani. Aveva così urgenza di stare con lui che aveva persino mal di pancia.

Non le era mai capitato di esser sorda a ciò che la circondava perché presa da tutt'altro. Sorda alla musica del locale, sorda alle possibili occhiate di Yaguchi, sorda alle chiacchiere delle colleghe. Non le importava più di niente.

Mikey la aspettava già in moto ed era bello da far paura nella giacca a quadri che indossava. Era un pensiero nuovo e la colpì, ma non quanto aveva sospettato. Il desiderio le faceva partorire pensieri strani.

<<Vai veloce>> gli disse mentre saliva dietro di lui.

Mikey sorrise beffardo: <<Aaahhh come siamo impazienti!>> commentò ironico, e partì a tutta velocità. Izumi si fece il pieno del suo profumo inspirando la sua schiena e pregustando il momento in cui si sarebbe appiccicato alla propria pelle. Non chiedeva altro.

Una volta giunti in camera non persero neanche un secondo e si tolsero tutti i vestiti, lasciandoli sparsi sul pavimento. Da che si conoscevano non avevano mai parlato così poco come quella sera. Trascorsero ore solo all'insegna della fisicità, lasciando parlare i loro corpi al posto che le voci e non tenendo conto che fosse tardi e che la palazzina già dormiva quando loro aprirono le danze. Verso le due e un quarto dal piano di sopra picchiarono duramente con probabilmente un manico di scopa e si sentì borbottare la signora di casa di eventuali chiamate alla polizia per stanare la festa hard che sembrava tenersi dai Sano. Mikey e Izumi risero a bassa voce, riconoscendo di aver forse esagerato con rumori e convenendo di dover trovare un posto migliore per scopare.

<<Potevi dirmelo che avevo la voce alta>> gli disse Izumi, stesa al suo fianco con la testa appoggiata al suo braccio.

<<Stai scherzando? È la parte migliore. Ma tu non puoi capire>> rispose Mikey. Era sfatto e aveva i capelli scompigliati sparsi sul cuscino. Ma raramente era stato meglio in vita sua.

<<Ah beh scusa allora. Forse è meglio che vada>>.

<<Mm>>.

La riaccompagnò a casa velocemente e altrettanto velocemente si salutarono, ma solo perché erano stanchi. Fare sesso a quei ritmi era impegnativo, e loro non erano abituati. Ma entrambi erano fiduciosi sul fatto che ci avrebbero messo poco ad esserlo.

Il giorno seguente, mentre Izumi si crogiolava nel suo stato di piacevole torpore e, perché no?, di felicità, Yaguchi riuscì a incrociarla nella sala da pranzo mentre si imburrava una fetta di pane e ne approfittò per ritirare fuori un argomento che aveva accennato, poi rimandato per il tempo dello show ma che ora risultava impellente.

<<Tesoro ho bisogno di risposte. Ci hai pensato seriamente?>> le chiese senza preamboli.

<<A cosa?>> chiese Izumi cascando dalle nuvole. Aveva la testa piena di Mikey. Non si ricordava nemmeno di dovere a Yaguchi delle risposte.

Il tutore si spazientì appena: <<Al Kabuki! Kira vuole una conferma! Accetti oppure no? Non ti aspetterà per sempre, abbiamo già rimandato abbastanza. Mi ha dato un ultimatum>>.

Il Kabuki? Ancora il Kabuki? Izumi aveva già deciso da un pezzo, non credeva che Yaguchi ancora ci sperasse. E la sua idea in proposito si era solo rafforzata col tempo: lavorare al Kabuki le avrebbe tolto tutto lo spazio di una vita privata. E, ora più che mai, non era minimamente intenzionata a regalare il proprio tempo a un teatro schiavista.

Come il Vento Tra le Tue AliDove le storie prendono vita. Scoprilo ora