Cap. 27 - Una terribile scoperta

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Angelica

E' passata più di un'ora da quando Leo si è chiuso in salone. E' venerdì ed ormai sono quasi le sette di sera: vorrei tanto andarmene dall'ufficio per stare un po' con Leonardo. Mentre era in riunione ho navigato qua e là su qualche sito di wedding planner e vorrei parlargliene.

<<Agnese, sa se Leonardo ne avrà ancora per molto con il cliente?>> chiedo alla segretaria che sta per finire il suo turno di lavoro.

<<Non ne ho idea, mi dispiace. So solo che non è con un cliente, ma con l'avvocato Elisabetta Ratassi. A dire il vero l'avvocato Adamante in agenda non aveva segnato alcun appuntamento di lavoro questa sera>> mi chiarisce Agnese. Io non riesco a fare a meno di fare una smorfia, infastidita da questa misteriosa Elisabetta, che non sono ancora riuscita a vedere.

<<Comunque dottoressa, so che non sono affari miei, ma... posso permettermi di darle un consiglio?>> prosegue Agnese, sistemandosi gli occhiali e distogliendo lo sguardo per un attimo.

<<Mi dica pure>> la sollecito io.

<<Tenga gli occhi ben aperti>> butta lì Agnese per poi scusarsi per l'uscita evidentemente inopportuna.

<<Mi scusi, non avrei dovuto permettermi, dottoressa>> continua Agnese iniziando a raccogliere le sue cose per abbandonare l'ufficio.

Eh no! Agnese non può lanciare il sasso e tirare indietro la mano! Adesso mi deve dare una spiegazione!

<<Scusi Agnese, ma non capisco cosa intenda. Mi spieghi meglio>> la incalzo con tono un po' scocciato. Da una parte voglio assolutamente sapere cosa si nasconde dietro a quel monito generico che mi ha rivolto, dall'altra non sopporto le persone impiccione, tanto più se sono persone con le quali non ho alcun rapporto confidenziale.

Ovviamente se fosse stata Chiara, la nostra vecchia segretaria, a fare qualche osservazione, non ne sarei rimasta infastidita, visto il rapporto di amicizia che abbiamo instaurato. Ma il fatto che l'osservazione venga da una persona che normalmente si limita a scambiare solo parole di circostanza con me, mi rende terribilmente nervosa.

<<Senta>> prosegue Agnese <<come ho già detto, non sono affari miei e neppure mi piace fare pettegolezzi. Tuttavia credo che lei sia una ragazza d'oro e che non meriti di essere presa in giro da un uomo>> precisa Agnese in tono quasi materno.

Le parole di Agnese mi gettano nel panico, tanto che alla sensazione di fastidio che provavo, si è improvvisamente sostituita una sensazione di angoscia e paura. Cosa sta cercando di dirmi questa donna? Sta forse cercando di farmi capire che Leonardo mi tradisce? Il solo pensiero mi provoca un dolore sordo al petto.

<<Agnese, la prego, cerchi di essere più chiara!>> chiedo alla segretaria questa volta abbandonando il tono infastidito e lasciando trasparire il panico che mi ha assalito.

<<Dottoressa Ferrari, non mi piace parlar male delle persone, ma non mi piace neppure essere complice della presa in giro di una ragazza giovane ed onesta come lei. Poco fa ho portato dei caffè in salone e quando ho aperto la porta ho visto l'avvocato Ratassi che teneva la mano all'avvocato Adamante, mentre lui era visibilmente in imbarazzo, come se fosse stato colto sul fatto. Non appena mi ha vista, infatti, ha ritratto la mano da quella della signora e mi ha redarguito per essere entrata senza bussare. Ma le assicuro che io ho bussato alla porta, solo che non ho atteso il permesso per entrare!>>.

Perché diavolo l'avvocato Ratassi teneva la mano di Leonardo? E Perché diavolo Leonardo era in evidente imbarazzo?

Sento le lacrime affiorare ai miei occhi. Mi manca l'aria, il cuore ha iniziato a battere nervosamente nel petto, le gambe faticano a reggermi in piedi. Senza dire una parola, scappo nella mia stanza, afferro borsa e soprabito e fuggo dallo studio senza salutare neppure Agnese. Ho bisogno di pensare, ho bisogno di stare un po' da sola.

Quando giungo nel mio appartamento, mi rendo conto che tra poco Leonardo verrà certamente qui. Da qualche tempo dorme sempre qui. Torna a casa sua solo nei giorni in cui ha con sé Marco. Io non so come affrontarlo.

Una parte di me non vuole credere a quello che mi ha detto Agnese, rifiuta recisamente la notizia ripetendosi che non può essere vera perché Leonardo è un uomo sincero e non mi tradirebbe mai, perché in questo periodo Leo è affettuoso e attento, come raramente è stato da quando è iniziata la nostra storia. Ma l'altra parte di me, quella della donna insicura, che è già stata tradita in passato da un fidanzato egocentrico ed egoista, cerca prepotentemente di farmi aprire gli occhi, di convincermi che proprio quando un uomo si mostra improvvisamente premuroso, spesso ha qualcosa da farsi perdonare o da tenere nascosto. Senza contare che, come mi ripete sempre mia madre, anche l'uomo più onesto e integerrimo, davanti ad una donna attraente e interessata, può cedere alle lusinghe.

Possibile che Leonardo mi stia tradendo? Possibile che non mi sia accorta di nulla? Eppure per quale altra ragione quella donna dovrebbe tenere la mano di Leonardo?

Mi sembra di impazzire! Una parte di me vorrebbe affrontare subito Leonardo, mentre l'altra parte ha il terrore anche solo di introdurre l'argomento per paura di dover affrontare la verità. E improvvisamente mi ritrovo a comprendere quelle donne che, pur conoscendo il tradimento del compagno, fingono di esserne all'oscuro o ignorano i chiari segni dell'infedeltà, pur di non stravolgere la loro vita.

Ma è così che voglio essere? Voglio davvero un rapporto costruito sui dubbi o sulla negazione?

Quando ho lasciato Roberto, mi sono ripromessa di non accontentarmi più. Ho giurato che non avrei mai più permesso ad un uomo di prendermi in giro o di mentirmi. E ora, invece, mi ritrovo a maledire Agnese proprio perché ha cercato di aprirmi gli occhi. Perché io non voglio conoscere la verità, io vorrei poter tornare anche solo a qualche ora fa, quando l'eccitazione per la scelta del mio abito da sposa era l'emozione che mi deliziava.

Eppure ora quella sensazione sembra così terribilmente lontana.

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