Capitolo 4 - Dubbi e paure

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Leonardo

È passata qualche settimana da quando sono tornato dall'Inghilterra. Sono state settimane intense, in cui ho cercato di fingere che tutto stesse andando per il meglio, che il mio trauma fosse ormai acqua passata. Ma la verità è che gli attacchi di panico, anziché diminuire, si sono intensificati, tanto che negli ultimi giorni mi è diventato impossibile anche solo rimanere a dormire nello stesso letto con Angelica. Non voglio che lei mi sorprenda in piena notte mentre tento inutilmente di riempire d'aria i polmoni, cercando di allontanare da ogni particella del mio essere la terribile sensazione che sia arrivata la mia ora. Non voglio che Angelica si ritrovi al suo fianco un uomo debole, da compatire ed aiutare, anziché un compagno con il quale sentirsi al sicuro ed al quale abbandonarsi nei momenti di difficoltà.
Perciò, dopo ogni serata trascorsa con lei, invento una scusa e scappo a casa mia.
Non sopporto lo sguardo che mi riserva in quei momenti. Sottintende in maniera chiara che Angelica comincia a nutrire dubbi sui miei sentimenti. Come se io potessi fare a meno di lei! Come se potessi proseguire la mia vita lontano da lei!
Angelica mi è entrata dentro tanto profondamente da avere la sensazione di non riuscire a respirare quando lei è distante.
Desidero con tutto me stesso dimostrarle quanto lei sia importante per me, ciononostante il mio proposito non basta a reprimere il mio carattere di merda, che a volte prende il sopravvento.
E così nei momenti in cui non voglio che lei si accorga delle mie debolezze, nei momenti in cui gli incubi tormentano la mia mente facendomi perdere il controllo di me stesso, ricomincio a comportarmi da perfetto stronzo, ritrovandomi a trattarla con freddezza e a rintanarmi da solo nel mio appartamento per leccarmi le ferite come un animale offeso.
Quando l'attacco di panico finalmente mi abbandona e ritrovo una parvenza di equilibrio, mi assale il rimorso di aver mostrato ad Angelica quel lato di me che tanto ha detestato quando ci siamo conosciuti. Ma per quanto tenti di rimediare, per quanto mi riprometta di non comportarmi mai più da bastardo, continuo a mostrare alla donna che amo il mio pessimo carattere, sorprendendomi ogni volta a giustificarmi con me stesso con la banale scusa che alla mia età è difficile riuscire a smussare gli angoli di una personalità spigolosa, ormai sedimentata e rinsaldata da quarant'anni di vita.
Cerco di non pensare mai ai terribili momenti che ho vissuto su quella barca. Cerco di tenere la testa impegnata il più possibile per evitare che alla mia mente, contro la mia volontà, riaffiorino i ricordi sgradevoli di quello psicopatico di Julius. Ma per quanto mi sforzi di non ricordare, per quanto mi obblighi a tenere il mio cervello impegnato, quando mi addormento il mio personale inferno torna fedele ed inesorabile a torturarmi. Ultimamente mi capita anche da sveglio: basta un attimo di serenità, un momento di pace e di spensieratezza, durante il quale abbandono lo stato di perenne tensione in cui cerco di non dare tregua ai miei pensieri involontari, ed il terrore in cui ho vissuto quando sono stato rapito riemerge sotto forma di attacchi di ansia.
E' come se fossi in stato di continua apprensione e non potessi permettermi di abbassare la guardia.
Per lo meno da quando ho ripreso a lavorare in studio, Angelica ed io passiamo insieme ogni istante della giornata. In passato se mi avessero proposto di lavorare fianco a fianco con la mia compagna di vita, avrei sicuramente rifiutato. Ma ora che la mia compagna di vita è Angelica, avere la possibilità di vederla anche in ufficio mi sembra un regalo del tutto immeritato.
Mi spiace soltanto di costringerla a ritmi snervanti. Le pratiche negli ultimi tempi sono aumentate e lei ed io da soli iniziamo a non riuscire più a rincorrere le scadenze. Come se non bastasse, presto la mia segretaria ci abbandonerà. Sono molto felice per Chiara. Quando mi ha dato la notizia di essere incinta, confesso di essere rimasto in parte sorpreso, vista la non giovanissima età di lei e del marito. Ma sono più che convinto che saranno degli ottimi genitori. Chiara è infatti una donna molto sensibile, oltre che intelligente e con uno spiccato sesto senso.
Purtroppo la sua gravidanza sembra essere a rischio e Chiara mi ha quindi informato che rimarrà ancora per qualche giorno per portare avanti un po' di lavoro, ma che con l'inizio della prossima settimana si ritirerà in maternità.
Ho parlato a lungo con Angelica e come me ritiene opportuno trovare una temporanea sostituta di Chiara. Non sarà facile sostituire una segretaria efficiente e capace come Chiara. Ma d'altronde Angelica ed io da soli non riusciamo ad evadere ogni incombenza.
Afferro il curriculum di una possibile impiegata che ho ricevuto via mail solo due giorni fa e raggiungo Angelica in sala riunioni.
<<Ecco, questo è il curriculum di una possibile candidata. Ho fissato un appuntamento per le diciassette. Nel pomeriggio dovrebbe essere qui>> dico ad Angelica che osserva il foglio che gli ho allungato.
<<Nel curriculum la candidata precisa di essere disponibile anche per una sostituzione di maternità, nonostante abbia anni di esperienza alle spalle... Strano>> afferma Angelica con le sopracciglia corrucciate che le delineano la deliziosa ruga di espressione sulla fronte. Non posso fare a meno di afferrarla per un braccio e baciarle il lembo di pelle che unisce le sopracciglia.
Angelica mi sorride arrossendo.
<<Queste sono molestie sul lavoro>> osserva con un sorriso malandrino stampato sul volto.
<<Ah sì?>> domando, alzandomi dalla sedia ed andando a chiudere a chiave la porta della sala riunioni.
Angelica spalanca la bocca allibita. <<Cosa hai in mente, avvocato Adamante?>> domanda mentre le sue labbra abbandonano lo stupore e si aprono in un sorriso spontaneo, che lascia intendere che accoglierà le mie avances senza obiettare.
Io mi avvicino con estrema lentezza. Un passo alla volta. Poi afferro Angelica per la vita e la spingo contro la parete, schiacciandola con il mio corpo. Fisso gli occhi nei suoi e allungo una mano per accarezzarle le labbra.
<<Lo sai che sono più di due ore che resisto stoicamente a privazioni atroci?>> le sussurro ad un soffio dalla sua bocca.
<<Non so proprio a quali privazioni tu ti riferisca>> replica Angelica con il fiato corto. Adoro sentire che la mia vicinanza la emoziona quanto la sua riesce ogni volta ad emozionare un uomo normalmente misurato e freddo come me.
<<Sono più di due ore che non mi dai un bacio>> aggiungo sfiorandole le labbra con le mie.
Lei chiude gli occhi e butta la testa all'indietro lasciandosi andare.
<<Cosa penserà Chiara? Non mi sembra il luogo adatto...>> cerca di aggiungere anche se il suo corpo urla tutt'altro. Io le impedisco di continuare avventandomi sulla sua bocca. Voglio che Angelica si senta desiderata. Voglio cancellare nei suoi occhi lo sguardo di dubbio ed insicurezza che ho letto ieri sera quando dopo cena, in preda ad uno dei miei attacchi improvvisi, sono letteralmente scappato dal suo appartamento, salutandola frettolosamente e freddamente.
<<Chiara è appena uscita per fare delle commissioni in cancelleria. Ne avrà per una buona mezz'ora>> dico staccandomi dalla bocca di Angelica ed iniziando a baciare ogni millimetro della pelle candida del suo collo, mentre le sfilo la giacca e la lascio cadere a terra.
<<Non vorrai davvero...>> prova ancora a domandare, quando le sfugge un gemito che interrompe definitivamente la sua replica.
<<Ti desidero adesso, Angelica>> le sussurro all'orecchio, mentre sento le sue mani farsi strada sotto la mia camicia.
<<Ti amo>> le dico fissando gli occhi nei suoi per alcuni istanti. Poi mi avvento su di lei e mi lascio andare all'urgenza del mio desiderio.

Se confessi, ti sposo! 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora