Capitolo 29 - Indizi importanti

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Leonardo

Quando ho ricevuto la telefonata dell'investigatore privato, ho liquidato più in fretta che potevo Elisabetta e sono corso all'appuntamento con l'investigatore.

Angelica aveva già lasciato lo studio, forse stanca di attendere che finissi l'incontro con Elisabetta, un incontro che si è protratto fin troppo a lungo per i miei gusti.

Ci mancava Elisabetta. Ho già tanti problemi, senza dover affrontare anche le sue avance.

Tutto mi sarei aspettato, tranne delle avance così esplicite. E' una situazione assurda. Non vedevo Elisabetta da anni e ora improvvisamente mi confessa di aver avuto un debole per me fin dai tempi dell'università.

Per di più lo confessa prendendomi la mano proprio nel momento in cui Agnese è entrata in salone per portarci i caffè. Una situazione a dir poco imbarazzante.

Spero almeno di non essere apparso eccessivamente brusco con Elisabetta. Per quanto per i miei gusti lei sia stata eccessivamente esplicita, mi dispiacerebbe averla ferita.

Pur essendo un uomo maturo, davanti ad una donna avvenente che fa avance fin troppo chiare, fino al punto di buttarmi le braccia al collo e poggiare il suo volto sulla mia spalla, mi ritrovo a sentirmi un ragazzino impacciato, che finisce per nascondere l'imbarazzo dietro un atteggiamento infastidito e sgarbato.

Ad ogni modo non ho tempo di stare a pensare anche a questo. Elisabetta è una donna adulta e credo sia perfettamente in grado di accettare un rifiuto, per quanto lo stesso sia stato forse poco gentile e frettoloso.

D'altronde, mentre cercavo di respingere Elisabetta, ho ricevuto un messaggio dall'investigatore privato che mi informava di avere delle notizie importanti da darmi. Ed io ho colto la palla al balzo per districarmi da una situazione che mi andava fin troppo stretta. Ho congedato Elisabetta frettolosamente e ho chiamato l'investigatore per chiarirgli che volevo sapere immediatamente cosa aveva scoperto.

Ed eccomi qui ad attenderlo al tavolino di un bar di piazza Cavour.

E' una serata inconsueta. Una di quelle serate autunnali in cui il lago di Como appare uno specchio scuro e misterioso, che nasconde nelle sue profondità le tenebre dell'ignoto. Una di quelle serate in cui ti perderesti per ore ad osservare quell'acqua apparentemente tranquilla, eppure temibile, lambire la riva silenziosa e spoglia.

Quando finalmente l'investigatore privato si siede al tavolo con me, una sensazione di agitazione inizia a impadronirsi di me, quella stessa sensazione che mi sorprende ogni volta che sono più che sicuro di essere prossimo a ricevere una brutta notizia.

<<Allora cosa ha scoperto?>> domando impaziente all'investigatore.

<<Avvocato, ho fatto delle ricerche e ho scoperto che il suo stagista è affetto da fibrosi cistica>> mi informa il mio interlocutore.

<<Mi scusi, ma perché questa dovrebbe essere una notizia interessante?>> chiedo, non comprendendo per quale ragione l'investigatore ritenga lo stato di salute del mio stagista un'informazione tanto importante.

<<Vede, tra i documenti che lei mi ha consegnato, c'era anche un vecchio fascicolo di causa, quello relativo alla causa patrocinata da suo padre anni fa a seguito della morte di una persona durante la rapina a cui prese parte Julius, ricorda?>> domanda l'investigatore.

<<Certo, ricordo di averle fornito quel fascicolo, ma non capisco questo cosa abbia a che fare con lo stato di salute del mio stagista>> osservo perplesso.

<<Nel fascicolo ho trovato la copia di un'istanza presentata dal legale di Julius al tribunale per ottenere la detenzione domiciliare al posto del carcere per motivi di salute, un'istanza che non venne naturalmente accolta, ma che era motivata proprio dalla fibrosi cistica da cui era affetto Julius>> conclude l'investigatore ed io ho già capito a quale conclusione è giunto l'uomo che ho incaricato, mentre lo sento proseguire.

<<La fibrosi cistica, avvocato, per quanto ne so, è una malattia ereditaria. Non trova quanto meno incredibile che il suo stagista, tanto somigliante a Julius, sia affetto dalla sua stessa patologia? Come coincidenza sarebbe alquanto eccezionale>> conclude l'investigatore.

<<Se prima avevo il sospetto che il mio stagista fosse il figlio di Julius, ora ne sono più che certo!>> osservo, ripromettendomi di girare tutte queste informazioni anche a Martina. Queste nuove informazioni potrebbero giustificare la riapertura delle indagini. Ora ho qualcosa di decisamente più concreto per fondare i miei sospetti.

<<Sì, penso anche io che il suo stagista sia il figlio di Julius>> concorda con me l'investigatore, <<inoltre penso che la sua segretaria potrebbe essere la sorella di Julius. E' stato lei a dirmi che le autorità hanno perso traccia della sorella di Julius e che sospettano che sia scappata all'estero, rapendo il figlio di Julius dalla famiglia affidataria>>.

<<Temo anche io che Agnese sia la sorella di Julius. Ma come ha fatto a nascondere la sua identità fino ad adesso?>> domando, dando fiato ai miei pensieri.

<<Sicuramente ha documenti d'identità falsi. In ogni caso, continuerò le ricerche per trovare indizi che possano confermare i nostri sospetti. Tuttavia, avvocato, se anche questa Agnese fosse la sorella di Julius, questo non dimostrerebbe che il suo stagista e la sua segretaria siano i responsabili delle lettere anonime che ha ricevuto>> precisa giustamente l'investigatore e non posso dargli torto.

In effetti se anche si riuscisse a dimostrare che Agnese e il mio stagista sono imparentati con Julius, questo non sarebbe sufficiente a farne i responsabili delle lettere anonime che ho ricevuto. Eppure, per quanto lo stagista non abbia mai avuto atteggiamenti ambigui, non posso dire la stessa cosa di Agnese. Da quando è arrivata lei in studio, si sono verificati dei gravi inconvenienti sul lavoro che non erano mai capitati prima.

Non riesco a togliermi dalla testa la convinzione che Agnese stia cercando in qualche modo anche di sabotare il mio studio.

Raccolgo le mie cose e saluto sbrigativamente l'investigatore privato, ripromettendomi di chiamare Martina il prima possibile.

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