Capitolo 52 - Riconciliazione

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Leonardo

Oggi finalmente mi dimettono. Mi sento ancora uno straccio, ho la testa che il più delle volte mi scoppia e i miei pensieri sono ancora confusi. Non so se sia colpa dei numerosi farmaci che sto assumendo per colpa della mia emorragia cerebrale o se sia colpa del versamento di sangue nel mio cranio che non si è ancora riassorbito.

Per lo meno me ne vado da questa triste stanza di ospedale. Angelica è venuta a prendermi. Da quando mi trovo in ospedale Angelica è incredibilmente accondiscendente. Credo di averla fatta preoccupare molto.

<<Ce la fai a raggiungere la macchina o chiedo una sedia a rotelle?>> mi domanda lei preoccupata, vedendo che quando cammino perdo l'equilibrio come un bambino ai suoi primi passi.

<<Ce la faccio. Le gambe per lo meno funzionano bene>> rispondo, sorridendole. Lei infila una mano sotto il mio braccio e mi accompagna fuori dalla stanza.

<<Cosa mi sono perso in questi giorni di ospedale?>> le domando, incuriosito. Sono preoccupato per le incombenze di studio. Ho lasciato l'ufficio praticamente nelle mani di Angelica e di Alessandro, che, da buon amico, si è offerto di gestire le scadenze incombenti per evitarmi danni irreparabili all'attività.

<<Ne parleremo con calma quando saremo a casa. Ora devi pensare solo a riprenderti>> mi esorta Angelica.

Quando arriviamo sotto casa di Angelica, mi rendo conto che lei non mi ha accompagnato a casa mia, ma nel suo appartamento. Mi volto a guardarla con aria interrogativa.

<<Non penserai che lascerò che tu stia a casa da solo?>> mi domanda perentoria.

Io accenno un sorriso.

<<Quindi avrò un'infermiera tutta mia che mi accudirà giorno e notte?>> le dico con un sorriso malizioso.

Le guance di Angelica si imporporano. Trovo adorabile il modo in cui si imbarazza ancora con me, nonostante abbiamo di fatto già vissuto insieme, pur se non ufficialmente.

Quando siamo nell'appartamento, devo sdraiarmi sul letto per riprendermi. Ho fatto pochi passi dall'ospedale a casa, eppure mi sento stanco come se avessi scalato una montagna.

Sono ancora confuso su quanto mi è accaduto. Alessandro, Angelica e Martina mi hanno spiegato cosa mi è successo, ma del momento dell'esplosione ho solo pochi flash. I medici dicono che è normale e che potrei recuperare qualche ricordo più preciso con il tempo. L'ultimo ricordo chiaro che ho, risale a qualche momento prima dell'incidente, a quando ho affrontato Agnese nel mio studio insieme a Martina.

Le autorità sono convinte che Agnese sia la mandante del mio attentato e che con il suo arresto i miei problemi siano finiti. Ma io non sono affatto tranquillo.

La sensazione che Julius sia ancora vivo, continua a tormentarmi. Tuttavia ho deciso di non farne parola con nessuno. So perfettamente che chiunque reputerebbe la mia sensazione il frutto di una paranoia, conseguenza di più eventi traumatici vissuti in una lasso di tempo relativamente ravvicinato. Perciò per il momento non faccio parola con nessuno dei miei timori.

Quando Angelica entra nella stanza da letto per chiedermi se ho bisogno di qualcosa, sono sdraiato sul nostro letto, con Rostand raggomitolato ai miei piedi a farmi compagnia.

Mentre osservo Angelica avvicinarsi, scorgo sulla sua fronte corrucciata le adorabili pieghe di espressione che le si formano tra le sopracciglia quando è pensierosa. E' bellissima con quell'aria chiaramente preoccupata per le mie condizioni di salute.

Le sorrido incantato, mentre quasi stento a credere che sia nuovamente qui con me.

Abbiamo passato solo poche settimane lontani, eppure quei giorni mi sono sembrati infiniti. Le ora senza di lei erano interminabili; i minuti sembravano moltiplicarsi rendendo intollerabili i momenti di veglia, e senza riposo ristoratore quelli di sonno.

<<Vieni qui>> le dico in tono affettuoso, allungando un braccio ed esortandola a sedersi vicino a me.

Angelica mi prende la mano e si siede sul bordo del letto, mentre con l'altra accarezza Rostand, che continua pacifico il suo riposo.

<<Sono successe molte cose in questi pochi mesi. Alcune delle quali spero possano diventare presto un flebile ricordo>> dico ripensando non tanto al mio incidente o alle minacce di Agnese, quanto ai momenti in cui credevo che Angelica non volesse più saperne di me.

Angelica distoglie per un attimo lo sguardo dal mio volto, per poi rialzarlo e mostrarmi gli occhi lucidi.

<<Ti devo delle spiegazioni>> mi dice, accarezzandomi una guancia.

Io chiudo gli occhi per un istante per assaporare il tocco della sua mano calda e rassicurante sul mio viso.

<<Non voglio spiegazioni>> dico, poi, rendendomi conto di non volerne davvero.

Ho rischiato di morire un'altra volta. E' la seconda volta in poco tempo che il destino mi concede un'altra possibilità e non voglio perdere altro tempo affrontando discorsi che ormai mi sembrano inutili. So perfettamente che le incomprensioni che abbiamo avuto Angelica ed io nascondono qualche serio problema di fiducia l'uno nell'altra, ma non voglio affrontare questo discorso adesso. L'unico mio desiderio in questo momento è di poter stare vicino ad Angelica e poterla amare.

<<Credo che le spiegazioni a questo punto siano superflue>> le preciso quindi, allargando le labbra in un sorriso. <<Siamo qui, insieme. Questo è tutto quello di cui ho bisogno>>.

Angelica ricambia il sorriso e mi regala un bacio delicato. Quando sta per allontanarsi, allungo una mano dietro al sul collo, non permettendole di staccarsi dalle mie labbra. Un bacio sfiorato non mi basta e così premo con forza le mie labbra sulle sue, che si abbandonano al mio tocco deciso.

E' un bacio desiderato, sospirato, atteso, bramato. E' un bacio nel quale riversiamo tutta l'angoscia che ci ha lacerato in queste settimane di lontananza.

Quando le permetto di staccarsi da me, di solo qualche centimetro, Angelica mi guarda con occhi pieni di emozione, un'emozione che mi appaga e mi agita nello stesso tempo, mentre il mio cuore galoppa nel petto finalmente guarito dalla ferita che per settimane lo ha afflitto.

Angelica si sdraia accanto a me ed io l'avvolgo in un abbraccio quasi soffocante, mentre lei poggia la testa sul mio petto, ricambiando la mia stretta.

Rimaniamo abbracciati per un tempo imprecisato, alternando sguardi carichi di parole non dette, a carezze delicate, finchè ci addormentiamo sfiniti e finalmente calmati della vicinanza l'uno dell'altra.

E' il primo sonno ristoratore dopo agitati sonni tormentati.

Tanti dubbi e timori si aggirano ancora nella mia testa, ma per ora voglio soltanto godere di questi istanti. Domani inizierà un nuovo giorno, con i suoi problemi, le sue incognite, i suoi accadimenti inaspettati e il martellante pensiero che Julius sia ancora vivo. Eppure avere Angelica al mio fianco ha cancellato ogni preoccupazione. Non so cosa mi riserverà il futuro, ma so per certo che domani al mio risveglio avrò gli occhi di Angelica a confortarmi. So per certo che farò qualunque cosa è in mio potere per rendere Angelica felice di far parte di questa mia bizzarra vita.


FINE SECONDO VOLUME (to be continued)

Se confessi, ti sposo! 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora