Capitolo 41 - Conoscenza sgradita

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Angelica

Accidenti! Non pensavo di poter incontrare Leonardo così presto. Sapevo che, continuando la pratica, prima o poi ci saremmo incrociati in un corridoio di qualche tribunale, ma pensavo che non sarebbe successo così presto.

Sto cercando di mantenere un contegno, ma sono sicura che sia evidente quanto mi abbia emozionato e turbato rivedere Leonardo.

Cerco di fingermi disinteressata e indifferente, ma la verità è che ho le gambe molli, le mani che mi tremano e la testa nel pallone, mentre il cuore sembra volermi uscire dal petto.

Spero solo che Leonardo non si avvicini, altrimenti non so come potrei reagire. Non posso escludere di finire per crollare qui davanti ai miei colleghi in un pianto a dirotto. Un comportamento che non si addice né al luogo né alla professione per la quale sto facendo pratica.

Sto cercando invano di ascoltare la conversazione dell'avvocato Giarrezzi e del figlio Matteo, ma a malapena percepisco le loro voci, come se avessi le orecchie ovattate.

<<Tutto bene?>> mi chiede Matteo, che evidentemente deve essersi accorto di quanto al momento io sia distante anni luce da qui.

Matteo è un ragazzo dall'aspetto gradevole, con qualche anno in più di me. Ci conosciamo appena, ma abbiamo instaurato subito un rapporto informale. Sembra un ragazzo simpatico e disponibile. Nulla a che vedere con l'algido Leonardo di quando ho iniziato la pratica professionale.

<<Sì, tutto bene. Sono un po' agitata per l'udienza collegiale>> replico alla domanda di Matteo, sperando di convincerlo che il mio turbamento dipenda da ragioni professionali e non personali. La verità è che ho già assistito più volte con Leonardo ad udienze collegiali in camera di consiglio. Per quanto possano rendermi un po' nervosa, non mi provocano certamente l'inquietudine e lo smarrimento che provo in questo preciso istante.

<<Tranquilla, non è molto diversa da un'udienza monocratica davanti al giudice civile>> cerca di tranquillizzarmi Matteo con comprensione, una comprensione che Leonardo non mi ha mai minimamente dimostrato all'inizio della pratica. Se avessi confessato al Leonardo di allora la mia agitazione per un'udienza, avrebbe certamente replicato con una risposta piccata, o peggio mi avrebbe schiettamente fatto notare che un avvocato non può permettersi di agitarsi per un'udienza in tribunale.

<<Vieni ti presento una collega, una nostra corrispondente di Milano>> continua poi Matteo, chiamando anche la madre.

Ci avviciniamo quindi ad una donna molto appariscente, la stessa con cui poco fa ho visto Leonardo scambiare qualche parola, prima che lui sparisse nella sala avvocati. E' una donna sulla quarantina che non passa inosservata, non soltanto per la bellezza vistosa, ma anche per l'abbigliamento molto provocante. Ha lunghi capelli mossi e indossa un vestito molto aderente, che personalmente avrei riservato ad un'altra occasione e non ad un'aula di tribunale.

<<Ciao Elisabetta, come stai? Ti presento la nostra nuova praticante, la dottoressa Ferrari. Angelica lei è l'avvocato Ratassi, la corrispondente di Milano di cui ti parlavo poco fa>> dice Matteo, mentre quasi mi cade la mascella non appena sento il nome della persona che ho davanti.

Quindi questa è la famosa Elisabetta. Lei è la donna con cui si vede Leonardo. Ho un tale moto di rabbia che percepisco le mie guance arrossarsi, mentre cerco di fingermi educata e allungo la mano per presentarmi.

<<Piacere, Elisabetta>> sento dirle, mentre mi sorride mostrando una dentatura perfetta, incorniciata da labbra rosso fuoco.

<<Angelica>> riesco a rispondere con fatica, senza riuscire a dire nient'altro. Certamente non mi riesce di proferire la parola "piacere", perché in tutta onestà non è per nulla un piacere conoscere la donna a causa della quale Leonardo ed io ci siamo lasciati.

Se confessi, ti sposo! 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora