Capitolo XX

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Sono a casa mia sul mio letto che fisso il soffitto.

È quasi mezzanotte, ma non riesco a dormire.

Ho mille pensieri che mi affollano la testa.

La giornata era partita così bene, quando Rose mi aveva scritto di essere stressata e di aver bisogno di una pausa, non avevo esitato un secondo a prendere la mia moto e raggiungerla.

Da quando mi ha dato, finalmente, il suo numero di cellulare le ho scritto ogni giorno.

Inizialmente pensavo di essere asfissiante, ma le sue risposte immediate e sempre allegre, per quanto un messaggio possa essere allegro, mi hanno fatto continuare tranquillo.

Me la sono immaginata più di una volta ridere alle battute sceme che le mandavo quando non sapevo che scrivere, ma volevo comunque sentirla.

Lungo il tragitto poi avevo pensato dove portarla e, subito, mi era venuto in mente il giardino botanico di Dornido.

Poco mi importava che ci fosse già stata con la sua amica, quel posto è una favola in questo periodo.

La sorpresa poi nella sua voce quando le avevo comunicato di essere davanti al cancello di casa sua mi aveva fatto sentire così raggiante.

Sarebbe stato perfetto se non le avessi poi fatto prendere un colpo per sorprederla alle spalle.

Vedendola tremare, a causa mia, mi ero sentito così in colpa.

Senso di colpa che poi è diventato divertimento vedendola guardare il casco come fosse un oggetto extraterrestre.

E poi sentire la sua stretta ferrea sulla mia vita mentre guidavo la moto...

Ho tirato apposta per farla aggrappare ulteriormente. Poco mi importava che mi stesse quasi soffocando.

Quando all'arrivo mi ha confessato di non aver fatto colazione mi ha fatto preoccupare.

Temevo mi svenisse di fronte.

Certo, non mi aspettavo una tale litigata per l'offerta del pasto.

Ammetto però che il fatto di constatare, per la centesima volta, che è unica mi è piaciuto.

Mi piace anche quando litighiamo.

Incredibile!

Successivamente al parco, quando abbiamo trovato il Principe Julius, non mi aspettavo di scoprire che era il suo ex.

Ho cercato il più possibile di comportarmi civilmente, non mi piace alzare le mani.

In più non siamo ragazzi normali, rischiamo di creare guerre tra regni.

Ma quando si è azzardato a dire che non avevo buon gusto, scegliendo lei, non ci ho più visto.

Soprattutto dopo aver notato Rose sbiancare alle sue parole.

Nemmeno mi sono reso conto di aver lasciato la sua mano per piazzare un pugno su quella testa di cazzo.

Lo avrei preso volentieri a botte fino a farlo finire all'ospedale, ma ho sentito la voce strozzata di Rose chiamarmi.

Mi sono quindi limitato ad una frecciatina, prima di allontanare Rose da quel pezzo di merda.

Non so neanche per quanto ho camminato alla cieca, con Rose al seguito, prima di guardarla.

Notandola in lacrime ho sentito qualcosa spezzarmisi dentro.

Sarei tornato volentieri indietro a far fuori Julius, ma ho preferito abbracciarla.

Cadendo Tra Le Tue BracciaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora