Capitolo XLIII [Ultimo]

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Oggi è il 13 giugno.

Pomeriggio.

A breve si svolgerà il processo di Julius.

Visto che tutti i sette regni ben o male sono coinvolti emotivamente, è stato scelto come giudice il Re di un regno minore che non avevo mai sentito. Fohamy.

Per ora sono in camera che aspetto l'arrivo di Chris.

Non voglio uscire dalla mia camera perché verrei assalita da orde di camerieri.

Sì, perché da quando sono tornata mi trattano come se fossi una malata. Mi corrono dietro chiedendomi in continuazione se ho bisogno di qualcosa o se sto bene.

Sono felice della loro preoccupazione, visto che mi fa capire che tengono a me, però così esagerano.

Già ho dovuto placare l'ira di papà e calmare il pianto isterico di mamma.

Quando sono tornata ieri mi sono trovata tutto il castello fuori dalla porta ad attendermi. Al centro di tutti ovviamente i miei genitori, con accanto pure Lottie.

Non mi hanno lasciata respirare per quasi un'ora tra abbracci e domande.

Pure Marie piangeva e la cosa mi ha sconvolta.

Ero convinta di non andarle a genio come lei non lo andava a me.

Dopo tutto però non è così antipatica, credo.

In fine mi hanno fatta andare in camera a riposare, ad accompagnarmi c'erano Chris e Lottie.

Mi viene da ridere ricordando quanto era stato titubante e imbarazzato, il biondino, sul fatto di entrare o meno in camera.

Lottie ridendo lo aveva trascinato prendendolo in giro "Sei troppo un bravo ragazzo".

A riportarmi al presente sono i colpi alla porta.

- Avanti! -

Altri colpi.

Roteo gli occhi esasperata e divertita.

Quando apro la porta Chris mi sorride timido.

- Ciao piccola... -

Ricambio il sorriso raggiante.

- Ciao Chris. Entra. - mi sposto per lasciarlo passare.

- Veramente... non dovremmo andare? - mi osserva curioso e divertito.

- Perché che ore sono? -

- Meno dieci alle quattro. -

- Cosa?! Di già?! - quasi urlo.

Ma per quanto tempo sono stata persa nei miei pensieri?

Corro verso il mio armadio e prendo le scarpe.

Saltellando su un piede ne infilo una poi ripeto l'operazione con l'altra.

È anche abbastanza difficile visto che ho una mano ingessata, ma ci riesco.

Chris scoppia a ridere.

- Ma mettere le scarpe in modo normale, no eh?! -

Gli faccio la linguaccia raggiungendolo.

Ci avviamo quindi al processo.

Papà ha insistito che si svolgesse da noi.

Tutta la tiritera è molto stressante.

Dover dire tutto ciò che è successo di fronte a tutti è umiliante.

In più vorrei solo dimenticare, non certo dire ogni singola cosa e parola.

Cadendo Tra Le Tue BracciaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora