Capitolo III

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Faccio un respiro profondo.

Mi preparo in "posizione regale", mento alto e portamento fiero.

Sto per fare il primo passo, oltre la soglia della stanza, quando quella folle di Iris, la gatta di casa, mi taglia la strada.

E ti pareva!

Perché non presentarsi ad una Regina e un Principe planando sul pavimento come un pinguino sulla banchisa?

Dopotutto io sono famosa per i miei capitomboli.

Andrà a finire che, diventata Sovrana, mi conosceranno tutti come Rose la Regina che abbraccia i pavimenti!

Nemmeno mi rendo conto che la mia caduta è stata bloccata da qualcuno, fino a quando non sento una voce suadente e divertita, con un'adorabile erre moscia, vicinissima al mio orecchio - E la Principessa cadde "dolcemente" tra le braccia del Principe. Non credo però che, nelle fiabe, si intendesse cadere in senso così letterale. -

Le braccia che mi stanno cingendo il corpo mi aiutano a rimettermi in piedi.

Sbiascico un grazie.

Non ho il coraggio di alzare lo sguardo.

Solo io posso fare certe figure di merda!

Non ho bisogno di toccarmi il viso per sapere che è bordeaux, sento di essere in fiamme.

Riesco a sentire addosso lo sguardo divertito del Principe.

Mi liscio il vestito per tentare di calmarmi, facendo anche respiri profondi.

- Dorotea ti presento mia figlia Rose. - tenta di risolvere la situazione mia madre.

Io faccio una riverenza e, per la prima volta, alzo il capo, ma stando ben attenta a non guardare il ragazzo in piedi accanto a me.

- Rose Christine De Floreciaques, Principessa di Saron. Piacere di conoscervi vostra Altezza. -

La donna mi sorride dolce.

È molto bella, con i capelli castani rossi e degli occhi blu magnetici.

- Piacere mio, sono Dorotea Clodette Delacroix, Regina di Samos. Lui invece è mio figlio.. -

Stava per presentarlo, ma il ragazzo la precede.

- Christopher Adrian Delacroix, secondo Principe di Samos. Onorato di conoscerla Principessa. -

E finalmente alzo gli occhi su di lui.

Non l'avessi mai fatto!

Avevo detto che la Regina aveva occhi magnetici? Beh, quelli color del mare, del figlio, sono prigioni senza chiave.

Rimango imbambolata a fissarlo.

Sento un finto colpo di tosse - Rose? Tesoro? - mi ripiglio dallo stato di demenza e faccio la riverenza.

- Sono io onorata, Principe. -

Ora che sono in me, se così si può dire, lo osservo meglio.

I suoi occhi sono peggio delle calamite, ma tento di guardarlo nell'insieme.

Ha i capelli del colore del sole.

Ed un sorrisino divertito che in situazioni normali mi darebbe il nervoso, ma rincoglionita come sono in questo momento trovo solo adorabile.

Mia madre si alza e mi si affianca.

- Perché non porti il Principe a fare una passeggiata in giardino, che dici Rose? Noi vi raggiungeremo tra un po' al gazebo, per un bel tea pomeridiano. - annuisco.

Cadendo Tra Le Tue BracciaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora