1: sterzare sul pericolo.

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Eun Ae

Guardai fuori dal finestrino del bus, verso il cielo tinto di un pallido arancione, sperando che la fermata fosse più vicina di quanto pensassi. Lo zaino, prima poggiato sul sedile accanto, a causa di una curva, mi era finito contro il fianco e pesava. Poggiai la testa sulla mano, non avendo per nulla voglia di spostarlo.

Avevo passato l'intero pomeriggio a girovagare per la città con Kai e Taehyun, finché non eravamo finiti in una libreria a svaligiare il reparto dei fumetti. Sentivo le palpebre pesanti per la stanchezza e l'unica cosa che volevo era buttarmi sul mio morbido letto, senza far null'altro.

Mi guardai intorno, osservando gli unici passeggeri oltre a me: una coppia sulla mezza età seduta sui posti in fondo, una ragazza che doveva avere circa vent'anni che messaggiava al cellulare e un ragazzo che doveva avere la mia età. La visiera del berretto bianco gli copriva lo sguardo, in contrasto con la maglietta rossa.

Sprofondai nel sedile e mi illuminai quando mi resi conto di essere quasi arrivata. Afferrai lo zaino e mi preparai per alzarmi, quando il bus sobbalzò. Mi aggrappai al sedile davanti, confusa. Conoscevo bene quella strada, poiché la percorrevo tutti i giorni, e sapevo che non aveva dossi.

Il bus sobbalzò di nuovo e all'improvviso sterzò verso sinistra. Barcollai, cercando di rimanere salda al sedile. Le case all'esterno vorticarono mentre il bus compiva un arco perfetto. Le urla dei passeggeri si sollevarono, impauriti e presi alla sprovvista.

Quando fui certa di stare per cadere, a causa di quell'inversione brusca, delle mani mi affermarono saldamente, evitandomi di ruzzolare a terra. Mi voltai sopra la spalla, sentendo il suo petto contro il fianco. Incontrai lo sguardo del ragazzo con la maglietta rossa, seduto sul sedile della fila opposta alla mia.

«Grazie» mormorai, sentendo le guance scaldarsi quando avvertii il calore del suo corpo contro il mio.

Lui fece un cenno e si voltò a guardare verso il parabrezza del mezzo pubblico. Mi lasciò andare quando fu sicuro che il bus fosse stabile di nuovo. Seguii il suo sguardo e notai, al di là del vetro, una coltre di radici spesse ed alte, di un marrone scuro. Le guardai sconvolta, il cuore che batteva forte per quello che era appena accaduto. Non era una cosa che accadeva spesso, anzi.

L'autista si alzò a fatica dal bus e iniziò a urlare per chiederci di scendere e di non farci prendere dal panico. Aprì le porte che produssero un fischio e si incamminò verso il fondo del bus. Con lo zaino in spalla, scesi svelta, grata di toccare terra. Sentii i passi degli altri passeggeri seguire i miei e dalle finestre notai che l'autista si stava chinando verso i sedili in fondo. Mi voltai a guardare la strada distrutta dalle radici. Guardando fuori dal finestrino non le avevo notate all'inizio, non che avessi potuto da una tale distanza. Feci un passo fino a toccare il bordo dell'asfalto crepato. Potevo ben constatare che una radice superava un metro d'altezza, mi arrivava quasi allo stomaco messa a confronto.

«Wow» mi sfuggì dalle labbra.

Le osservai una ad una e notai che da una radice in lontananza spuntava uno strano fiore rosso sangue, dal cui unico petalo gocciolava uno strano liquido nero.

Una mano, la stessa di prima, mi afferrò il braccio, appena sotto la spalla. La sua voce aveva un accento particolare quando parlò «Non dovresti stare così vicina, è pericoloso. Non sono radici normali»

Mi voltai. Era ancora lo stesso ragazzo. I capelli mossi gli ricaddero sulla fronte, di un marrone scuro come i suoi occhi, quando si tolse il berretto.

«Non ci avevo fatto caso, di essere così vicina intendo» feci un passo indietro, scrollandomi di dosso la sua mano «È così... così...»

«Mostruoso?»

Rebuild Me || TXTDove le storie prendono vita. Scoprilo ora