Kyung Mi
Una serie di radici nere, cosparse di petali di un rosso sangue, albergavano lungo la strada, impedendo alle auto di accostarsi e ai pedoni di camminare serenamente, costringendoli a prestare attenzione a dove mettevano i piedi. Sentivo i loro bisbigli, lamenti e timori, mentre stringevo le braccio al petto e distoglievo lo sguardo. Le mani mi tremavano e non riuscivo a sopportare la vista di quella dimostrazione, a mio parere, contorta della natura. Come se non si agitassero già abbastanza, dietro di me, le ombre che non avevano spesso di seguirmi da quando io e Eun Ae eravamo uscite di casa. Dovevo accompagnarla a fare compere, tanto più perché era ancora in punizione. Non riuscivo ancora a credere che avesse fatto un gesto tanto sconsiderato e il perché mi era ancora sconosciuto.
«Kyung Mi, va tutto bene?» chiese Eun Ae, entrando nel mio campo visivo.
La porta della cartoleria si chiuse rumorosamente alle sue spalle, sbattendo sospinta dal vento. Eun Ae mi scrutava il volto, come in cerca di qualche segnale, le sopracciglia quasi aggrottate, ma il suo sorriso era apprensivo.
Annuii, cercando di calmarmi «S-si» mi schiarii la voce, cercando di stabilizzare la mia voce di un tono che riuscisse a tranquillizzarla. Non volevo che si preoccupasse per me. Era una questione di cui solo io potevo occuparmi, nessuno poteva lottare al mio posto contro le ombre, ogni giorno più tangibili, come se volessero prendere sembianze umane. Le sorrisi e abbassai la braccia lungo i fianchi «Sto bene, grazie. Fa solo un po' freddo»
Eun Ae rilassò le spalle tese e il suo sorriso si ampliò in risposta al mio «Credo che nevicherà presto»
Guardai la busta che stringeva tra le mani «Hai trovato quello che cercavi?»
Lei abbassò lo sguardo verso il contenuto «Si, tutto quanto. Grazie per avermi accompagnata, anche se...»
Mi scoccò un'occhiataccia e capii perfettamente a cosa si riferisse. Ma io ero decisa quanto lei «Potevi pensarci due volte»
Lei fece per aprire bocca, però la chiuse subito. Sembrava voler ribattere, ma non poteva farlo chiaramente. Stava nascondendo qualcosa e lo confermò quando tentò, impacciata, una scusa «C'era... c'era qualcosa»
Annuii lentamente, stringendo le labbra dubbiosa «... si?»
Lei scosse la testa in un cenno d'assenso «Esatto e, ora, se non ti spiace, vorrei and...»
Ma smisi di prestare attenzione a quello che stava dicendo. Con la coda dell'occhio mi sembrò di vedere un mano nera e poco definita cercare di afferrarmi. Mi girai di scatto, cercando di contenere lo spavento e di non sgranare gli occhi proprio davanti a mia sorella.
«Kyung Mi?» mi chiamò, subito, lei. Sentivo il suo sguardo su di me.
Non mi voltai, tenendo d'occhio la strada vuota alle mie spalle. Sentii qualcosa graffiare contro la coscia e, quando abbassai lo sguardo, mi resi conto degli artigli neri come l'onice che avevano sostituito le mie solite unghie e della pelle che verteva sul nero. No, non adesso, no...
Infilai le mani in tasca e abbassai la testa. Se le mie mani erano cambiate, allora anche i miei occhi dovevano essere diventati di un giallo scuro e le vene nere dovevano essere in risalto contro la pelle rimasta chiara. Eun Ae non poteva vedermi così.
«Ehm, mi sono ricordata di dover fare una cosa importante. Tu vai a casa, d'accordo?» esordii, sperando che non avesse visto nulla. Quella era l'unica soluzione con cui io potevo proteggerla.
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Rebuild Me || TXT
Fanfiction[ fantasy/paranormal romance ] Eun Ae si trova sul bus per tornare a casa, quando il mezzo è costretto a fermarsi a causa di alcune insolite e particolari radici disseminate per la strada. Eun Ae averte che ciò che vede non è normale, qualcosa si na...