29: indietro nel tempo

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ATTENZIONE: nel capitolo sono presenti parole di un lingua che ho inventato IO. Non esiste e, pertanto, ne è vietato l'uso all'infuori della sottoscritta.

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Yeonjun

L'ultima cosa che vidi prima di chiudere gli occhi furono Jiyoung e Soobin, davanti a me. La mano di Jiyoung era piccola contro la mia spalla e sentivo lo sforzo che stava facendo per tenere il braccio sollevato. Però sentivo le sue unghie quasi conficcate nella pelle, mentre si concentrava.

Credo che nessuno di noi si aspettava che lei, minuta e timida, stretta nelle spalle per evitare di guardarci negli occhi, sarebbe stata la chiave portante del piano. Soobin non aveva rivelato molti dettagli, su dove si fossero incontrati, se aveva sentito la sua aura o qualsiasi cosa potesse sentire in chi provenisse dall'altro universo.

Espirai lentamente e mi concentrai sulla situazione. Presto il flusso di potere si concentrò su di me e su Jiyoung. Era potente e caldo. Ci investì completamente, rivestendoci fin nelle ossa.

Ad un tratto sentii una scossa sotto i piedi, come se la terra si muovesse. Vacillai e sentii Jiyoung stringere più forte la mano sulla mia spalla. Quando lasciò la presa, aprii gli occhi e li sgranai quando, intorno a me, vidi una foresta composta da alberi contorti e intorcigliati su se stessi, neri e bruciati. Al di sopra dei rami spezzati, il cielo era scuro, in contrasto con la sabbia mista a terra chiara sotto i miei piedi. Ero ad Ikmuthartos.

«Cerca Kyung Mi» sentii dire da Jiyoung.

Alzai lo sguardo e vidi il vestito bianco tipico delle famiglie nobili. Una cicatrice le deturpava il viso e il vento le muoveva i capelli lunghi. Si trovava al centro di un grande arco blu e bianco che intuii essere il portale per i due mondi. La sua espressione era addolorata, le labbra strette e le sopracciglia aggrottate.

«Muoviti, non resisterò a lungo»

Sembrava lottasse per rimanere ferma sul suo posto, per non cadere anche lei in quel mondo devastato. Forse il flusso di potere era troppo forte.

Annuii e iniziai a indietreggiare «Non preoccuparti, tornerò subito»

Jiyoung farfugliò qualcosa, poi mi voltai pronto a cercare Kyung Mi. Mi portai una mano alla testa e tastai un paio di corna. Ripetendo lo stesso gesto sull'altro lato della testa, trovandone due mozzate. Ricordavo a fatica chi fosse stato a spezzarmele.

Ignorando quel dettaglio al momento futile, corsi, avvertendo nell'aria uno strano tanfo. Era come se fosse impuditrita, impregnata dall'odore di qualcosa che marciva. Forse era la terra stessa.

Mi guardai intorno, non fermandomi a guardare i corpi piegati su se stessi nella disperazione o i fiori di uno strano rosso sangue spuntare a ogni mio passo. Dovevo trovare Kyung Mi, e alla svelta.

Continuai a cercare, immergendomi nella foresta, raggiungendone la parte più oscura e profonda. Mi fermai quando notai una ragazzina correre furtiva e impaurita nella mia stessa direzione. I piedi le saguinavano, facendo risaltare le cicatrici su ogni lembro della sua pelle. Il fiato mi si mozzò quando mi resi conto di cui era. Corsi, seguendola. Lei non si accorse neanche della mia presenza, presa com'era del suo obiettivo. Dovevo fermarla, dovevo impedirmi di commettere lo stesso errore. Questa volta non sarei arrivato tardi, non l'avrei abbandonata a se stessa.

Mentre correvo, della nebbia densa salì, impedendomi di vedere. Arrancai, cercando di tenere lo sguardo fisso su di lei. Tossii, quando inalai l'aria ancora più pesante nella nebbia, finché non iniziò a stordirmi e la testa minacciava di girarmi.

Rebuild Me || TXTDove le storie prendono vita. Scoprilo ora