Capitolo 5

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"Quindi cosa stavi dicendo?" chiese lui. Il suo sorrisetto mostrava di essere sia infastidito che divertito. Feci del tuo meglio per nasconderti dietro Yuqi e Jimin. Per qualche ragione, in quel nuovo ambiente, con lui vestito come un vero studente con camicia abbottonata e pantaloni eleganti, Namjoon sembrava più intimidatorio.

"Um, niente." Borbottasti tu, evitando a tutti i costi i suoi occhi.

"Come pensavo." Disse deridendoti. "Jiminie, sei eccitato per quella lezione di ballo?" Chiese lui, scompigliando i capelli a Jimin. Il più giovane sorrise ampiamente e colpì timidamente la spalla di Namjoon.

"Lo sono! I provini sono la prossima settimana e voglio davvero entrare nella loro squadra."

"Sono sicuro che ce la farai. C'è Lisa nella tua classe?"

"Si, e questo mi rende ancor più nervoso."

"Che carino." Disse Namjoon, pizzicando una guancia di Jimin. "Dovresti chiederle di uscire."

"Forse lo faro. Ah, comunque Lisa è la mia cotta." Spiegò a te e a Yuqi, ma non era necessario che ve lo dicesse, perché era chiaro che le piacesse. Era carino il modo in cui si strofinava la nuca quando parlava di lei. La ragazza aveva la stessa età di voi due ed era un genio della danza. L'università le aveva offerto una borsa di studio per esibirsi e lei era stata presa come assistente didattica in quel corso di danza. "Hyung, sei arrivato presto. Non avevi lezione a mezzogiorno?" Le chiese Jimin. Guardasti l'orologio, erano solo le 10: 30. Cosa avrebbe fatto in un'ora mezzo di libertà lì? Beh, non che ti interessasse. Namjoon però sembrava un po turbato e colto alla sprovvista alla domanda, ma tornò immediatamente al suo essere spavaldo e sicuro di sé.

"Devo andare a fare una cosa in biblioteca." Rispose lui.

"Che cosa?" Disse curioso Jimin.

"Uh, roba di analitica aziendale." Spiegò Namjoon. Tu e Yuqi annuiste, apparentemente sembrava una cosa normale. Ma era il primo giorno di lezione, il che sembrava strano che dovesse già studiare così tanto. Forse voleva solo portarsi avanti con il programma. Jimin, d'altra parte, insisteva sul fatto che ci fosse qualcosa di più.

"Ma hyung," disse lui, "Sei un esperto di scrittura. Non hai mai toccato la matematica in 5 anni." Il viso di Namjoon era visibilmente più rosso ora. Lui tossì forte e si aggiustò il colletto della camicia. Sembrava così impacciato che ti veniva da ridere.

"Bene, ci vediamo più tardi Jiminie. Ciao Yuqi. Ti auguro un buon primo giorno di lezione." E così se ne andò. Non eri sorpresa che ti avesse ignorata, e non potevi negare che ti avesse un po deluso. Nonostante i tuoi sforzi, lo trovavi ancora un po carino e il modo in cui trattava le altre persone, oltre a te, era ancora affascinante. Sospirasti prima di separarti dagli altri. In mattina, avresti dovuto seguire la prima lezione d'introduzione all'Educazione della Prima Infanzia seguita, e infine avresti dovuto seguire, la scrittura per farla insegnare ai bambini.

Le prime due lezioni erano passate come un respiro. Avevi preso così tanti appunti e avevi fatto molte domande al professore al cui lui rimase colpito dalla conoscenza che avevi già. Sarebbe stato un buon anno per te nonostante tutto. Quanto arrivò l'ora di pranzo, ti sedesti con Yuqi sull'erba fuori dall'edificio di ingegneria. Yuqi aveva parlato molto della classe piena di ragazzi che presumevano che lei fosse inferiore a loro, ma lei li aveva zittiti completando un piccolo compito da sola in soli 10 minuti quando gli altri ci avevano metto l'intera ora, persino in coppia.

"Assicurati di andarci piano la prossima volta, genio." Dissi tu a lei.

Dopo pranzo avevi il corso di scrittura. Lo aspettavi con gioia, dal momento che il corso prevedeva la lettura e la scrittura, qualcosa che ti piaceva fare regolarmente. Situata vicino alla fine del corridoio, la stanza 101 era piccola con molte finestre per rendere la stanza più traspirante. Il tuo sorriso però scomparve automaticamente mentre varcasti la soglia. Il suo sorriso si allargò quando ti notò. Ciò che peggiorò la situazione fu il fatto che i tavoli avevano posti per due persone e tutti i posti nella stanza erano già statti occupati tranne il posto accanto a lui. Era come se tutti sapessero che avresti seduto accanto a lui e sembrava che il mondo ti stesse facendo uno scherzo crudele.

"Sbrigati e siediti." Disse lui, facendoti cenno di avvicinarti a lui. Gemetti, ma comunque ti sedesti accanto a lui. Presi la sedia e la allontanasti da lui e ti sedesti. Lui alzò gli occhi al cielo e continuò a far scorrere le sue dita sul telefono. Sbirciasti e notasti che stata leggendo un lungo articolo. Che strano nerd, pensasti tu.

"Non sei un esperto di musica?" Chiesi tu dopo un lungo periodo di imbarazzante silenzio. Non ti aspettavi che ti rispondesse. Ma ti sorprese quando lo fece.

"E allora? Questo non significa che non posso seguire un corso di scrittura." Ribattè lui.

"Certamente, ma questo corso è più legato alla storia della scrittura e giù di lì."

"Perché non ne parli con loro? Sei una laureata in educazione?" La sua domanda ti colse alla sprovvista, non per il corso in sé, ma per il fatto che conoscesse la tua specializzazione quando a malapena ricordava il tuo nome. Magari ne avevano parlato i ragazzi.

"Mi piace sapere perché e come le cose siano. Qualcosa come la scrittura che ha una teoria dietro, immagina che tipo di cose puoi scopre su una persona, attraverso la scrittura."

"Sei strana." Commentò lui.

In quel momento la professoressa entrò e Namjoon lasciò immediatamente cadere il telefono in grembo. La sua attenzione andò subito alla professoressa. Era una donna alta, con i capelli color caramello avvolti in una crocchia. La sua camicetta bianca e la gonna a tubo risaltavano bene la sua figura minuta. Aveva anche un paio di occhiali con una spessa montatura. Sembrava troppo giovane per essere una professoressa laureata, doveva essere davvero intelligente se fosse stato così. Quando si avvicinò alla sua scrivania, lasciò cadere una pila di fogli che aveva in mano. Alcune persone della classe ridacchiarono. Ma la cosa che colse la tua attenzione era Namjoon che aveva la mascella serrata e sembrava pronto a balzare su quegli studenti o sulla professoressa per aiutarla. Era strano, la sensazione che emanava era protettiva.

"Oh, che goffa che sono." Disse a se stessa. Raccolse rapidamente i fogli e li mise sulla cattedra di fronte a lei. I suoi movimenti erano impacciati. Poi finalmente guardò la classe, e sembrò sorpresa di vedere la quantità di persone nella stanza, che erano circa 13, compresa lei. "Wow, questa è la classe più numerosa che abbia mai avuto." Lei ridacchiò. Pensasti che stesse scherzando, ma sembrava troppo orgogliosa perché fosse uno scherzo. "Bene, buon pomeriggio a tutti. Mi chiamo Professoressa Hong, ma potete chiamarmi Seol." Scrutò poi la stanza e sorrise più largamente quando arrivò al tuo tavolo. Quello sguardo non era decisamente per te però. "Oh, Namjoon. È così bello vederti di nuovo in una mia classe. E grazie per avermi aiutato ad organizzare il programma di questa mattina. Peccato che l'avessi incasinato."

"Nessun problema, Seol." La sua voce era dolce quando disse il suo nome.

Anche se si stavano scambiando parole semplici, sentivi che stavi invadendo un momento intimo, già dal modo in cui la guardava lui, come la sua fossetta stava per scoppiare quando lei lo guardava da lontano e come si passava la mano tra i capelli ogni volta che guardava nella direzione del ragazzo. La penne che avevi in mano ti cadde dalle dita, rimbalzando leggermente sui fogli prima di fermarsi. Si trovava lì e la realizzazione ti colpì la mente. "Capisco."

"Cosa stai borbottando?" Chiese lui, gli occhi incollati in avanti.

"Penso di averti finalmente capito."

"E cosa hai capito?" Chiese lui annoiato.

"Che ti piace Seol."

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ᴡᴀsᴛᴇ ɪᴛ ᴏɴ ᴍᴇ - ᴋɪᴍ ɴᴀᴍᴊᴏᴏɴ [ᴛʀᴀᴅᴜᴢɪᴏɴᴇ ɪᴛᴀʟɪᴀɴᴀ]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora