Capitolo 10

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I suoi capelli ricci erano sparsi sul cuscino. La coperta la ricopriva fino alla gola. La fascia era avvolta strettamente alla sua piccola testa. Le asciugasti il viso con un fazzoletto bagnato. Le infermiere erano venute un paio di volte per controllarle il polso, ma per la maggior parte ti avevano lasciata in pace e da sola con lei.

Yuqi era al suo corso quella mattina. Durante il lavoro in un laboratorio, c'era stata una piccola esplosione. Yuqi aveva avuto una commozione cerebrale ed era svenuta. Era rimasta incosciente da allora. Il dottore ti aveva detto che avrebbe dovuto svegliarsi da un momento all'altro, ma erano passate ore da allora. Ed eri rimasta al suo fianco da allora.

Namjon sbadigliò mentre si girava e rigirava sul divano, il suo corpo era troppo lungo per quel mobile. Anche lui era rimasto lì per tutto quel tempo. "Te l'avevo detto che potevi andartene. Devi essere stanco." Dissi tu a lui.

"Sto bene. E tu hai bisogno di una macchina per tornare a casa." Disse lui con gli occhi ancora chiusi. Quando avevi ricevuto la chiamata, non aveva esitato a portarti con la sua auto all'ospedale. Lui incrociò le braccia e mise la testa sul cuscino. Respirava in modo regolare, ma dubitavi che stesse davvero dormendo adesso.

"Posso sempre chiamare un taxi." Scossi la testa. Sembrava stanco, e decisamene non era un modo migliore per lui per spendere un Venerdì. Aveva chiamato persino i ragazzi una volta arrivati e aveva detto a loro cosa fosse successo, ma gli aveva detto di non preoccuparsi troppo perché in caso le avrebbe chiamati.

"Zitta." Disse lui. Eri troppo stanca per discutere con lui in quel momento quindi stetti zitta. Avevate persino saltato il pranzo, perciò Namjoon ti aveva offerto un panino della caffetteria dell'ospedale quando tu ti eri rifiutata di muoverti da quella stanza. Era stato piuttosto paziente con te. Forse per la gravità della situazione. "Avrai un altro crollo?" Chiese lui. Quando eravate arrivati all'ospedale tu eri praticamente in iperventilazione. Namjoon era stato quello che aveva chiesto indicazioni per la stanza di Yuqi vista la tua situazione. Avevi pianto non appena avevi visto la tua amica con tutti i tubi attaccati e altri dettagli che non avresti mai voluto vederle addosso. Namjoon aveva dovuto calmarti e costringerti ad allontanarti dal lettino in modo che i dottori potessero fare il loro lavoro. Ad un certo punto ti eri addormentata. Quando ti eri svegliata, la tua testa era su una sua spalla. Dovevi aver dormito in quella posizione per un po di tempo perché quando alzasti la testa il collo ti fece male. Nessuno di voi due aveva detto niente dopo tutto ciò.

"Ehi, lei è la mia migliore amica. È ovvio che sia preoccupata per lei." Dissi tu aggiustando le sue coperte ancora una volta.

"Ma c'è di più, giusto?" Chiese Namjoon. Si mise a sedere, la schiena premuta contro il divano. Ti fece cenno di raggiungerlo. Quando gli feci una faccia confusa lui ti disse che sarebbe stato meglio parlare più ravvicinati per non disturbare Yuqi. Così voi due cominciaste a sussurrare tra di voi mentre sedevate l'uno di fianco all'altro, con le spalle che quasi si toccavano.

"Lei è l'unica persona che mi è rimasta al mondo a cui importa davvero di me." Dissi tu, giocando con le tue stesse dita. Lo smalto sulle tue unghie si stava staccando, avresti dovuto risistemarle.

"Cosa intendi? Non hai una famiglia?" Chiese lui, mentre inclinava la testa verso il basso per guardarti in viso. I tuoi occhi erano rossi e gonfi e tu non volevi fare altro che nasconderti. Feci poi un respiro profondo prima di continuare a parlare.

"Le persone presumono che solo perché persone sono imparentate, per natura, devono essere buone l'una con l'altra. Io ero una di quelle persone. Ero così ingenua e vulnerabile però allora..." Una lacrima scese lungo il tuo viso e si andò a schiantare su una tua mano. Tu ti asciugasti rapidamente le lacrime, ma Namjoon mise una mano sulla tua. Ti fece sussultare un po. Il calore della sua mano gluiva nel tuo cuore e si diffondeva in tutto il tuo corpo. Ma sapevi che non era altro che la sua amicizia. In quel momento però, era tutto ciò di cui avevi bisogno.

"Non devi continuare se non vuoi."

"Sei mio amico, no? Imparerai a conoscerti un giorno o l'altro, se rimarremmo amici, ovviamente."

"Lo spero." Namjoon onestamente non sapeva cosa volesse, sapeva solo che voleva diventare parte integrante della tua vita. Vederti le aveva solleva l'umore. Non aveva più paura di dire alle persone come si sentisse ed era solito prenderle in giro per divertimento. E a volte, aveva cose perspicaci da dire. Raramente le persone riuscivano a mantenere una conversazione con lui.

"Grazie. La mia famiglia non è mai stata la migliore delle migliori. Ma avevo sempre creduto che sarebbero stati lì per me. Ma ho imparato che mi sbagliavo in giovane età. Mio padre, dopo aver fallito con i suoi affari, era rimasto fuori fino a tardi con i suoi amici. A bere. Corrompeva i suoi amici con alcol, cibo e denaro che la mia famiglia non aveva, il che implicava che non poteva sopportare la perdita di persone. Ma comunque non erano veri amici, perché l'hanno mollato non appena aveva finito i soldi."

"Con questo era arrivato alla frustrazione. Aveva iniziato a bere di più e tornava sempre a casa arrabbiato con il mondo. La sua faccia era rossa, come il diavolo. Il viso alleggiava sempre su di me e mia madre. Quel suo sguardo mi è rimasto impresso nella mente come ogni..." La tua gola si annodò nel momento in cui le tue lacrime vennero fuori. Namjoon mise lentamente il suo braccio attorno alle tue spalle e ti attirò al suo petto. Si era mosso inconsciamente, aveva strofinato il tuo braccio per darti conforto e aveva persino allontanato una ciocca dei tuoi capelli dal tuo viso piangente. Ti aveva anche tirato più vicino a sé e aveva appoggiato il mento sulla tua testa. Eri troppo sconvolta però per accorgertene del gesto.

"...ogni frustata data dalla sua cintura. Non si sarebbe fermato finché non fosse stato soddisfatto, e non lo era mai stato. Non finché uno di noi non due aveva sanguinato o lo aveva supplicato. Dopo quegli avvenimenti imparai a difendermi. Avrei sopportato il dolore, ma mia madre." Ridesti amaramente pensando a lei. "Se n'era andata. Un giorno, quando stavo tornando dalla seconda media, non avevo trovato più niente di lei in casa. Proprio così, era scomparsa dalla mia vita. Ed allora ero l'unico sacco da boxe rimasto per mio padre.

"A quel punto non pensavo di aver più via d'uscita. Un giorno, la sua rabbia divenne insopportabile. Quel giorno aveva gettato la sua cintura e l'aveva sostituita con un coltello. Nonostante la mia formazione di taekwondo. Non potei competere con la sua forza. Mi aveva battuta. Mi risvegliai in ospedale il giorno dopo, Yuqi era al mio fianco. Mi aveva detto era venuta a controllarmi e aveva assistito a tutto. Aveva perciò chiamato la polizia. Lo arrestarono pochi giorni dopo. Da allora si trova in prigione."

"Ogni tanto ricevo lettere da lui. Mi da i dettagli come stia migliorando e come sia meno offensivo. E in ogni lettera mi prega di andarlo a trovato perché si è reso conto dei suoi errori e vuole rimediare con me. Non so davvero cosa potrebbe fare per farsi perdonare. Mi ha portato via l'amore, in così giovane età. Non so nemmeno cosa significhi avere qualcuno che si prende cura di me. Yuqi ci ha provato e mi ha fatta sentire sempre la benvenuta a casa sua. Ma lei ha la sua famiglia, la sua vita. Alla fine dovrà allontanarsi da me per iniziare la sua vita." Ti allontanasti da lui, ringraziandolo velocemente per averti fatto utilizzare la sua spalla per consolazione.

"A me importa di te." Disse Namjoon. Tu ti girasti per guardarlo, era serio.

"Come?"

Lui tossì, in realtà non voleva sembrare così diretto. Si preoccupava per te, ma non sapeva esattamente come esprimersi per descrivere i suoi sentimenti per te. "Voglio dire, tutti noi, ragazzi, ci teniamo a te." Era questo che pensavi intendesse. "Sei nostra amica. E noi saremo sempre qui per te. Ti meriti felicità e amore."

"Grazie." Amica, questo era quello che saresti sempre stata per lui. Ma l'amore da lui era ciò che volevi di più di tutto.

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ᴡᴀsᴛᴇ ɪᴛ ᴏɴ ᴍᴇ - ᴋɪᴍ ɴᴀᴍᴊᴏᴏɴ [ᴛʀᴀᴅᴜᴢɪᴏɴᴇ ɪᴛᴀʟɪᴀɴᴀ]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora