Capitolo 13

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Namjoon

Il dottore lasciò la stanza dopo averle controllato il polso. Non mi aveva detto niente, il che aveva senso perché non ero nessuno della sua famiglia o altro. Il suo corpicino era disteso sul letto. Alla fine mi sedetti. Da quando ero arrivato in ospedale, avevo camminato avanti e indietro, aspettando fuori mentre la curavano al meglio. La mia mente era impazzita. E ora che ero finalmente calmo, avevo cominciato a sentirmi vuoto.

Eccomi qui, in una stanza con la persona che mi piace, eppure non provo quasi nessuna eccitazione. Ero preoccupato per lei, era ancora importante per me. Ma invece la mia mente continuava a vagare su T/N. Nella mia rabbia, l'avevo spinta, due volte. Ed ero sicuro che si fosse fatta male la seconda volta. Avrei dovuto tornare indietro da lei. ma ancora non riuscivo a superare il fatto che avesse ferito Seol, voglio dire, cos'altro potrebbe esser successo.

Ci fu un movimento dal letto. Mi alzai all'istante e mi avvicinai ad esso. I suoi occhi cominciarono ad aprirsi. Quando mi vide, mi lanciò uno sguardo inorridito. "Namjoon, cosa ci fai qui? Dove sono?"

"Sei in ospedale. Non sono sicuro di cosa sia successo. Il dottore non mi ha detto niente."

"Oh, capisco." Ci fu un accenno di riconoscimento nei suoi occhi. Come se sapesse cosa le fosse successo. Si sedette sul letto, con la schiena appoggiata al muro.

"Dimmi, ti ha ferita?" Chiesi io, avvicinandomi.

"Di cosa stai parlando?" Chiese lei, con la voce piccola e tremante. Provai compassione a guardarla. Forse era solo empatia.

"T/N, era con te. Ti ha fatto qualcosa?"

"Namjoon, non essere ridicolo. È una ragazza dolce. Sono abbastanza sicura che mi abbia presa prima che potessi fare del male."

"Allora, cosa è successo?"

"Namjoon, sono malata." Sbottò a voce alta, guardandomi direttamente in pieno volto. Il piccolo sorriso sul suo viso non corrispondeva alla informazione che mi aveva appena dato.

"Che cosa vuoi dire che sei malata?" chiesi io.

"È qualcosa di sconosciuto. Il mio corpo mi tradisce a volte. Pensavo di star migliorando, ma immagino che non fosse così. Ma qualunque cosa tu abbia fatto a T/N, ti suggerisco di andarti a scusare subito."

"No, non ti lascio." Dissi sicuro. Mi sentivo esausto sia fisicamente che mentalmente. Non avrei mai immaginato che Seol fosse malata. Mi sedetti sul letto e le presi la mano nella mia.

"Namjoon, non ho bisogno della tua pietà. Qualunque cosa pensi di provare per me, non è amore. Mi vedi come una donna fragile che non sa badare a se stessa, e hai ragione. Ma non ho bisogno che tu faccia niente per me. Non sono quella di cui hai bisogno. T/N lo è. Non negare i tuoi sentimenti per lei, sono reali, più reali di quelli che ai per me. Vai da lei."

Mi ci volle un po per elaborare ciò che mi aveva appena detto. Sapevo che aveva ragione, i miei sentimenti per lei, la pietà, mi aveva accecato per così tanto tempo. Avevo pensato così tanto tempo di voler stare con lei, ma erano solo i miei sensi che cercavano di prendersi cura di un essere umano indifeso. Forse era per questo che trovavo affascinante stare con T/N, perché non aveva mai avuto bisogno di aiuto. Era l'opposto di tutto ciò in cui avevo creduto di volere.

Salutai Seol poco dopo e iniziai ad andare verso casa. Provai a chiamare T/N un paio di volte, ma come previsto, non rispose. Ma continuai a chiamare, e la segreteria mi rispondeva sempre, con la sua voce.
Pronto?...Stavo solo scherzando. Non sono disponibile, ovviamente. Per favore lascia un messaggio!

Sospirai prima di mettere via il telefono. Pensai di andare al suo appartamento, ma mi resi conto subito dopo che non avevo la più pallida idea di dove fosse dato che non ero andato con i ragazzi per aiutarle a trasferirsi. L'auto continuò a ad andare verso casa. Era notte fonda, i ragazzi doveva già essere tutti a casa adesso. Ero troppo stanco per mangiare qualcosa, quindi probabilmente sarei andato a dormire subito e avrei spiegato la situazione il giorno dopo a tutti loro. Quando entrai dalla porta principale, Jungkook stava uscendo dalla cucina. Mi lanciò un'occhiataccia e poi se ne andò. Era insolito che si comportasse così con me. Normalmente, mi avrebbe almeno salutato e mi avrebbe chiesto della mia giornata. In quel momento, percepì del freddo percorrermi lungo la schiena.

"Jungkook." Dissi io, cercando di raggiungerlo.

"Non parlarmi." Disse il maknae. In quel momento mi bloccai. Vidi il resto dei ragazzi uscire dalla cucina e rivolgermi lo stesso sguardo freddo misto alla delusione. Espirai lentamente, conoscendo l'esatta tagione per tutto ciò.

"T/N vi ha detto cosa è successo?" Chiesi io. Taehyung si voltò e scosse la testa.

"No, ovviamente non l'ha fatto. Lo ha fatto Yuqi." Rispose lui.

"Cosa ti ha detto?"

"Yuqi stava aspettando T/N fuori dalla classe di un professore e poi ti ha visto correre fuori dall'aula, con in braccio la professoressa. Quando è entrata, ha trovato T/N sul pavimento, con pezzi di vetro rotto nelle sue mani. T/N ha detto che è caduta e che non è stata colpa di nessuno. Lei stava malissimo e ha continuato a dire che non era colpa tua." Un pezzo del mio cuore mi fece male. Anche quando avevo fatto qualcosa di terribile, lei teneva ancora a me.

"Namjoon, qual è il tuo rapporto con quella professoressa?" Chiese Seokjin. Era appoggiato al muro con le braccia incrociate e i suoi occhi mi trafiggevano. Mi sentivo piccolo in quel momento.

"Uhm, nessuno. È svenuta e la stavo solo aiutando, portandola in ospedale."

"Non mentirci." Urlò Yoongi. "Non lasceresti T/N, una tua amica, quando si è fatta male per qualcuno che non è nessuno per te." Odiavo il fatto che mi conoscessero così bene. Cosa dovevo aspettarmi, stavamo insieme da un bel po ormai.

"Non sono stato completamente onesto con voi." Iniziai io.

"Tu credi?" Sputò acidamente Jimin. E il dolce ragazzo fu rimpiazzato da un ragazzo arrabbiato.

"Mi dispiace tanto. N-non sapevo come dirverlo."

"Dirci cosa?" Chiese Hoseok.

"Ero innamorato della mia professoressa di scrittura." Tutti sussultarono in silenzio, tranne Jungkook. Che era lontano dal tacere. "O almeno pensavo di esserlo. Ho capito che non era amore, sentivo solo il bisogno di proteggerla e di proteggere tutti voi. Ho sbagliato, mi dispiace."

Jungkook iniziò ad avvicinarsi a me, stava praticamente correndo, furioso di rabbia. Mi prese il colletto della maglia e mi tirò su all'altezza dei suoi occhi. "Non posso crederti." Ringhiò lui. "Ti ho affidato a lei. Ho abbandonato la mia speranza di stare con lei perché pensavo che ti saresti preso cura di lei al mio posto. Ma mi sbagliavo. Non ho davvero idea di chi tu sia. Proteggere? Ne parli così bene, ma hai spezzato il cuore di T/N perché sei egoista e ignorante." Mi lasciò andare il colletto e andò in camera sua.

Non ero arrabbiato con il suo comportamento. Se fossi stato in lui, mi avrei dato un pugno in faccia. Seokjin si avvicinò a me, mettendomi una mano sulla spalla. "Non intendeva sul serio. Dagli solo il tempo di calmarsi."

"Grazie hyung."

"Non ringraziarmi ancora. Prima devi scusarti con lei." Annuì con la testa. Stavo per chiedere loro il suo indirizzo ma poi Jungkook uscì dalla sua stanza. Stava ansimando. Potevo vedere le sue spalle tremare.

"Kook, cosa c'è?" Chiese Jimin.

"Se n'è andata. T/N se n'è andata!"

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ᴡᴀsᴛᴇ ɪᴛ ᴏɴ ᴍᴇ - ᴋɪᴍ ɴᴀᴍᴊᴏᴏɴ [ᴛʀᴀᴅᴜᴢɪᴏɴᴇ ɪᴛᴀʟɪᴀɴᴀ]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora