Capitolo 25

171 8 0
                                    

Sentisti bussare alla porta. E non era il tipo di bussare piacevole. Sembrava quasi che la persona che stava bussando stesse utilizzando un pugno. "Arrivo." Gridasti tu, ma il bussare non cessò. Eri ancora da sola in casa e se ci fosse stato qualcosa non avresti potuto chiamare nessuno nelle vicinanze per aiutarti. Namjoon era tornato dai suoi genitori per fargli visita. Ti aveva chiesto di andare con lui, ma non volevi invadere i tempi della loro famiglia. Quindi, eravate costretti a far videochiamate o chiamate vocali ogni volta che ne avevate la possibilità.

Guardasti attraverso lo spioncino, ma vidi solo una sagoma. Era una donna, aveva i capelli corti con alcune ciocche grigie. Tirasti un sospiro di sollievo, almeno non sembrava pericolosa.

"Salv-" Se non avessi tenuto stretta la porta in quel momento, il tuo corpo sarebbe potuto crollare sul pavimento. Il tuo cuore si era fermato. Sebbene fosse passato quasi un decennio, sembrava ancora la stessa. Le rughe sui suoi occhi si erano moltiplicate, come gli anelli di un albero. I suoi occhi da cerbiatto erano gli stessi, con la stessa paura e codardia. Le rughe sulla sua guancia erano a pochi centimetri dal cedere, inoltre aveva la pelle secca. Sulla sua fronte c'era una cicatrice lasciata probabilmente da tuo padre in quell'ultimo scontro, ovvero l'ultima volta che l'avevi vista.

"T/N-"

"Cosa diavolo stai facendo qui?" Chiesi tu, con la voce fredda esattamente come la notte in cui ti aveva lasciata. Lei sbatté le palpebre un paio di volte con la bocca socchiusa. Si stava agitando molto.

"Mi sei mancata, tesoro." Disse lei. "Posso entrare?"

Esitasti, ma poi facesti un passo indietro per farla entrare. Lei guardò l'appartamento con ammirazione, di sicuro perché era meglio della casa in cui vivevate. Più aria respirabile e meno distruzione. Le facesti cenno di sedersi al tavolo della cucina mentre tu iniziasti a preparare del tè. Ti muovesti lentamente, in modo che le tue mani tremanti non rompessero nulla. Ma potevi sentire i suoi occhi che osservavano per bene ogni tuo movimento. Mettesti la tazza davanti a lei, guardando i suoi occhi vedesti che si illuminarono dal più semplice gesto che avevi fatto. Qualunque vita stesse facendo in quel momento era sorprendente come una tazza di tè la potesse far piangere.

"Grazie cara." Disse lei, ammirando la tazza.

"Come hai saputo il mio indirizzo?" Chiesi tu. Ci fu un visibile disagio nel suo linguaggio del corpo. Si mosse sulla sedia e guardò la tazza di tè invece di guardare te.

"N-non ha importanza adesso." Disse lei con voce tremante. "L'importante è che io sia qui e io voglio passare più tempi con te."

"È tutto quello che hai da dire per te stesso?" Urlasti tu. "Mi hai lasciato con quel mostro e ora pensi che tornare risolverà tutto?"

"Tesoro, lo so. Sono stata cattiva come madre per te. Sono stata egoista, avrei dovuto portarti con me. Ma ero così spaventata, avevo così paura per la mia vita. Tuo padre mi avrebbe uccisa, ma non ti avrebbe fatto nulla che potesse minacciarti la vita. Sei il suo sangue." Disse lei. La sua voce era calma ma senza fiato. Ora che la guardavi meglio, non era altro che pelle e ossa. Le sue braccia erano quasi come ramoscelli, il suo fragile corpo sembrava che si stesse per abbandonare. Quando mosse la mano, la manica si sollevò, rivelando alcuni lividi. Non c'era modo che fossero di tutti quegli anni prima. Dovevano essere nuovi.

"Beh, hai sempre concesso il beneficio del dubbio alle persone cattive." Dissi tu seria. "Solo perché qualcuno è imparentato con il sangue, non significa che si prenderà sempre cura di te."

"T/N, so di essere l'ultima persona che volevi vedere in questo momento. Ma posso prometterti che ci sarò e mi prenderò cura di te da ora in poi." Lei allungò a mano per prendere la tua. C'erano molte ragioni in quel momento in cui avresti dovuto cacciarla, ma c'era una parte di te che desiderava ardentemente tua madre e il suo amore. Forse le tue emozioni aveva avuto la meglio su di te, infatti tendesti la tua mano.

ᴡᴀsᴛᴇ ɪᴛ ᴏɴ ᴍᴇ - ᴋɪᴍ ɴᴀᴍᴊᴏᴏɴ [ᴛʀᴀᴅᴜᴢɪᴏɴᴇ ɪᴛᴀʟɪᴀɴᴀ]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora