Capitolo 28

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Era passata una settimana da quando Namjoon ti aveva mostrato l'appartamento. Non gli avevi ancora dato una risposta. C'erano molte ansie che ribaltavano la situazione. L'ovvio vivere insieme a lui, permanentemente e il lasciare Yuqi. Sin dai tempi del liceo, voi due avevate fatto progetti per vivere insieme nella grande città mentre i vostri sogni venivano realizzati, ma in quel momento avresti lasciato tutti quei progetti alle spalle. La colpa ti stava consumando ed era cresciuta solo il giorno in cui era tornata nel vostro appartamento.

"T/N, stai bene?" Chiese lei.

"Sto bene, perché?" Chiesi tu, guardandola distrattamente. Inutile dire che si era accorta di tutto.

"Perché stai mangiando la zuppa con una forchetta." Sottolineò lei. La forchetta cadde rumorosamente sul tavolo, facendo un pasticcio.

"Oh, scusa. Pulisco subito." Dissi tu, prendendo dei fazzoletti dalla scatola di fianco a te. Lei però ti fermò la mano.

"Cosa c'è che non va? Sei stata distratta per tutta la cena. La cena non ha un buon sapore?" Disse lei tirandosi indietro verso lo schienale della sedia nella sua piccola figura.

"Lo abbiamo fatto insieme. È impossibile che non mi piaccia." Dissi agitando le mani per aria. "Ho qualcosa da dirti però."

"Okay." Lei annuì, aspettando che tu continuassi a parlare.

"Namjoon mi ha chiesto di andare a vivere con lui."

"Con lui e gli altri ragazzi?" Chiese lei, con gli occhi spalancati. Tu ridesti e lei cercò di fare lo stesso.

"No, no, ha comprato un appartamento per noi due." Dissi tu timidamente. La sua faccia si trasformò in un'espressione sorridente proprio come faceva spesso quando vedeva un bambino per la prima volta, e lei amava i bambini.

"Oh mio Dio, perché sei ancora qui allora?" Chiese lei ad alta voce. Entrambe le mani strette al cuore. Ti colse di sorpresa.

"Sei, sei d'accordo?" Chiesi tu.

"Certo che lo sono. Sono così felice per te. È un po presto ma so che è un bravo ragazzo, si prenderà cura di te. E tu ti stai comportando come se ti stessi per sposare e ti trasferissi in un altro paese." La guardasti bene, aveva ancora i suoi riccioli d'oro e le guance rosee piccole. Ma non era più una bambina, non era più indifesa come te la ricordavi. Forse non aveva più bisogno di te come prima. Era ora che voi due vi lasciaste andare lentamente. Il resto della cena lo spendesti raccontandole del nuovo posto e di come avresti potuto decorarlo. Yuqi invece ti aveva detto che avrebbe potuto trasformare la tua stanza in una stanza di artigianato, con molte imbottiture e un buon sistema antincendio.

Dopo cena, uscisti dal tuo appartamento per andare ad incontrare Namjoon per dirgli la notizia di persona. Avevi deciso di farle una sorpresa e ti eri diretta verso il suo appartamento. Molti pensieri ti passarono per la mente, mentre la tua mano si librava a pochi centimetri dalla porta. Ci sarebbero stati litigi, ci sarebbero state le urla, ci sarebbero stati dei giorni in cui avresti voluto non vederlo, ma allo stesso tempo, volevi lui. E lui in sé, ne valeva la pena.

"T/N? Ehi, cosa c'è che non va, amore?" Chiese lui aprendo la porta. La sua camicia aperta cadeva un po dalla sua spalla mostrando un po del suo corpo.

"Um," Iniziasti tu, perdendo tutti i tuoi pensieri alla sua bellezza. C'era qualcosa di così invitante nella sua bellezza. Era il tipo che non era comune, era maturo, forte, coinvolgente.

"Vuoi entrare?" Chiese lui, con un accenno di un sorrisetto.

"Veramente, pensavo di fare una passeggiata, possiamo?" Chiesi tu. Lui annuì e corse nella sua stanza per prepararsi e poi tornò da te, sembrando un gigantesco orsacchiotto. Lo abbracciasti immediatamente, assorbendo il suo profumo. Poi andaste ad un parco lì vicino. Il cielo era limpido, la luna a forma di unghia del piede trascendeva la luce sul marciapiede. Guardasti entrambe le vostre ombre mentre si trasformavano in una sola per via che lui ti stava tirando a sé. Lui si sedette per primo su una panchina e poi ti tirò sul suo grembo.

"La panchina è fredda, non voglio che il tuo sedere si congeli." Disse Namjoon, avvolgendo le sue braccia più strette intorno alla tua vita.

"Certamente." Dissi ridacchiando.

"Va tutto bene, vero?" Chiese lui.

"Ho pensato all'appartamento."

"Okay."

"Namjoon, non ho mai avuto una vera casa prima. Anche quando vivevo con Yuqi,per quanto mi trattassero bene, ero il cigno nero. Non assomigliavo per niente a loro, ovviamente. Era chiaro che era un mondo di cui non avrei mai fatto parte. Nel mio appartamento adesso mi sento più a mio agio, ma manca ancora qualcosa. Qualcuno che ami me e solo me, in modo romantico ovviamente. Vedendo quell'appartamento con te, non mi sono mai sentita così completa in vita mia."

"Quindi è un sì?" Chiese lui.

"È un diavolo di si."

...

Quando avevate dato la notizia ai ragazzi, tutti avevano pianto. Era come se uno di loro fosse morto o qualcosa del genere. Namjoon ti aveva anche detto che avevano persino tenuto un piccolo funerale in bagno e levando la targhetta dal frigo. In seguito lo avevano sorpreso a realizzare delle nuove targhette. Non avevate ancora comprato un frigorifero, quindi per ora le vostre targhette le avevate appese al muro della vostra cucina.

In quel momento, voi due eravate a dipingere il soggiorno. C'era un muro vicino alla finestra che si affacciava sulla città e avevate optato per darle non solo un unico colore. Considerato però che entrambi non eravate particolarmente bravi a dipingere, era stato un processo che durò più del previsto. Entrambi avevate un'immagine in mente da rifare su quel muro, un ragazzo senza volto con un berretto bianco e una luna dietro di lui. Forever Rain, è così che Namjoon aveva nominato l'immagine. Jungkook vi aveva inviato una bozza di ciò che avevate immaginato e voi due avevate seguito le sue linee guida. Dopo aver tracciato il contorno, Namjoon si era arreso ed era andato a dipingere la cucina.

Si sentì il rumore della vernice che schizzò sul muro, poi però ci fu il silenzio. Il rumore continuò poco dopo ma era diverso, forse stava rovistando tra le scatole. "Tesoro, potresti per favore venire qui un secondo?" Lo sentisti chiamarti. Era in piedi vicino alla cornice della cucina. Ti avvicinasti a lui, aspettandoti che avesse fatto un casino ma tutto con tua sorpresa era ancora intatto.

"Cosa c'è?" Chiesi tu guardandolo. Aveva un grande sorriso e un dito puntato in alto. Seguisti con gli occhi il viso e arrossisti. Un vischio. Aveva passato tutto il tempo a cercare di appenderlo. Ti copristi perciò il viso in fretta e cercasti di scappare.

"Ehi, ehi. Non puoi farlo. Conosci le regole." Lui sorrise. Una mano scivolò intorno alla tua vita, tirandoti verso di lui. Ti tolse gentilmente le mani dal viso e si chinò verso di te. TI guardò negli occhi e di tanto in tanto lasciava occhiate furtive alle tue labbra mentre mordeva le sue. La vista ti fece impazzire.

"Baciami e basta." Dissi pregandolo.

"Non c'è bisogno di dirmelo due volte." Alla fine premette le labbra sulle tue. Erano morbide e calde e invitanti a esplorarle di più. Si chinò ancor di più e ti piegò leggermente all'indietro. A quel punto avvolsi le tue braccia intorno al suo collo per sostenerti. Poi interruppi il bacio, sentendoti senza fiato e con le vertigini. Namjoon rise e ti baciò la fronte prima di tornare a dipingere. Per tutta la serata, non molto discretamente, cercò di farti tornare sotto il vischio e se non funzionava, lo spostava ovunque tu fossi. Era stato un gesto carino e un pensiero commovente, sapere che qualcuno adesso ti amasse così tanto.

Mono_l1sa

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ᴡᴀsᴛᴇ ɪᴛ ᴏɴ ᴍᴇ - ᴋɪᴍ ɴᴀᴍᴊᴏᴏɴ [ᴛʀᴀᴅᴜᴢɪᴏɴᴇ ɪᴛᴀʟɪᴀɴᴀ]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora