Capitolo 26

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Namjoon si stava innervosendo. Non avevi risposto alle sue chiamate e nemmeno ai tuoi messaggi per tutto il giorno. Era tornato dal suo viaggio prima del previsto per farti una sorpresa, ma il brivido quel brivido di eccitazione si era trasformato in paura. Era in piedi davanti alla tua porta e stava bussando da almeno 10 minuti. Conoscendo il tuo programma antisociale, sapeva che eri in casa. E anche se conosceva il docide di accesso del tuo appartamento, non voleva disturbare più di tanto la tua privacy. Ma il tempo in cui ci stavi impiegando per aprire lo disperò, perciò digitò il codice e si precipitò dentro.

Il suo respiro si bloccò quando ti vide sdraiata sul pavimento, priva di sensi. "T/N!" Corse verso il tuo corpo e ti sollevò tra le sue braccia. La sua mano sfiorò subito i lividi sul tuo viso. "T/N, amore mio, cosa ti è successo?"

Al suono della sua voce, trovasti il coraggio di aprire gli occhi. "Namjoon? Cosa stai facendo qui? Non dovresti essere ancora dai tuoi genitori?" Chiesi tu, con la voce a malapena udibile.

"Chiamo un'ambulanza e anche la polizia!" Disse lui, ovviamente agitato. Stava per tirare fuori il suo telefono ma tu lo fermasti.

"Sto bene." Lui annuì e ti portò in camera da letto. Con tutta la delicatezza del mondo poi ti adagiò sul letto. Subito ti raggomitolasti, per trattenere il dolore dei calci presi in precedenza.

Namjoon sospirò e si mise a letto con te, tenendo il tuo corpo ferito tra le sue braccia. E tue mani presto trovarono la strada intorno al suo di corpo per confortarlo.

"Amore mio, chi ti ha fatto questo?" Chiese lui per poi asciugarti le lacrime agli occhi e poi si chinò per baciarti le palpebre.

"Mia mamma è tornata." Risposi tu.

"Ti ha fatto lei questo?" Chiese Namjoon, con la mascella serrata e la sua presa stretta sulla tua maglietta.

"No, non ne avrebbe mai il coraggio di farlo. Non ha avuto coraggio di fare niente. Il suo nuovo marito mi ha fatto tutto questo. E lei è stata a guardare."

"Oh mio Dio, dobbiamo chiamare la polizia. Questo è stato un assalto!"

"No, non voglio che mi ricordi quel giorno. Voglio solo dimenticare gli avvenimenti di oggi."

"Capisco. Almeno puoi dirmi cosa è successo, per favore?" Chiese lui. Non esitasti a dirgli tutto, meritava di saperlo. Gli parlasti di tua madre, della tua gioia che avevi provato quando l'avevi vista tornare e della delusione che avevi provato quando ti aveva voltato le spalle, ancora una volta.

"Pensavo che la vita sarebbe stata più buona con me. Pensavo di averla finalmente ritrovata. Ero così felice quando mi aveva detto quanto desiderava essere di nuovo nella mia vita, per darmi l'amore che non mi aveva mai dato quando ero più giovane. Ma proprio come è arrivata, se n'è andata. Le ho detti di lasciarlo e di stare con me, ma ha rifiutato quell'offerta. Mi ha rifiutata." Le lacrime uscirono come una cascata. Non ti sentivi triste, solo delusa. A quel punto, forse avresti potuto essere impassibile alle delusioni, ma avevi ancora una volta lasciato che la tua parte debole ti avvolgesse. A vederti così, Namjoon non potette fare a meno di piangere insieme a te e ti strinse anche più forte.

"Mi dispiace tanto, tesoro. Non merita né te né il tuo amore. Prometto di darti tutto l'amore di cui hai bisogno. Recupererò tutto ciò che hai perso e che non hai mai avuto." Tu non dissi niente. "So che è difficile per te fidarti, e sono così grato che tu mi stia mostrando la tua vulnerabilità. Non ti farò mai del male, okay?" Tu annuisti nel suo petto. La luce della luna ora illuminava a stanza, e la brezza che proveniva dalla stufa soffiava sulle sottili tende. Namjoon ti parlò a bassa voce del suo viaggio a casa dei suoi genitori.

"Ho mangiato così tanto. Ti ho portato qualcosa anche a te."

"Non vedo l'ora! Mi manca mangiare del buon cibo."

"Beh, se fossi venuta con me, avresti visto buon cibo ogni sera." Ridacchiò lui. "E i miei genitori erano davvero dispiaciuti che tu non fossi venuta. Quindi la prossima volta verrai sicuramente con me." Disse lui.

"Si signore." Ridesti, ma ti pentisti all'istante a causa del dolore alle costole. Namjoon notò il tuo disagio e si accigliò.

"C'è del sangue sulla tua maglietta. Ti aiuto a cambiarti."

Arrossisti subito. "No, posso farlo da sola."

"Zitta." Lui si alzò e si diresse verso il tuo armadio. Dopo aver deciso la maglietta, tornò al tuo fianco. Spostò le sue mani sull'orlo della tua camicia ed esitò. "Posso?" Chiese lui. Il tuo cuore batteva forte mentre annuivi, sapevi che non avevi la forza per cambiarti. Con dita tremanti, iniziò a sollevarti la maglietta. Non c'erano intenzioni sessuali, era sinceramente preoccupato. I suoi occhi s spalancarono quando vide i lividi sulle costole sul tuo stomaco. Le sue dita accarezzarono la tua pelle viola. Poi si chinò lentamente e lasciò baci su ogni segno. Ti fece sciogliere. Il suo calore e i suoi baci ti stavano piano piano guarendo.

Poi si mosse per baciarti le labbra. Fu un impulso violento, una chiamata disperata. Le tue braccia si avvolsero naturalmente intorno al suo corpo. Cercò di non adagiare il peso del suo corpo su di te e si mise in modo da non farti del male. Quando sollevò la testa, nei suoi occhi si poteva leggere solo il suo dolore. "Porterò via tutto il tuo dolore." Lui espirò, poi si mosse di nuovo e baciò il livido sulla tua guancia. Poi presto le sue labbra trovarono il tuo collo, dove ci lasciò baci bagnati. In quel momento dimenticasti il dolore, i ricordi di tua madre e l'uomo violento che si era sfogato su di te. Per quel momento eri solo sua.

Dopo aver indossato la tua maglietta, ti chiese se volessi cenare. Tu scossi la testa, sentendo tutta l'energia prosciugata dal tuo corpo. Namjoon si bloccò davanti ad un bivio, non sapeva se andare dovesse rimanere o darti un po di privacy. "Per favore resta." Sussurrasti tu. "A meno che tu non ti senta a tuo agio."

"Stai scherzando? Stare con te è tutto ciò che desidero." E detto questo ti baciò la fronte e ti tenne stretta a lui per il resto della notte. Ad un certo punto nel cuore della notte, tremasti e fu lì che lo svegliasti.

"Allontanati da me." Urlasti tu, con gli occhi ancora chiusi.

"T/N, sono qui. Svegliati."

"Non toccarmi, ti prego!" Continuasti, mentre le lacrime scorrevano sul tuo viso. Il cuore le cedette allo stomaco quando ti vide in quelle condizioni. Poi scosse il tuo corpo, costringendoti a svegliarti. Non appena i tuoi occhi si aprirono, avvolsi le tue braccia a lui.

"Sono qui, amore mio, era solo un sogno." Disse Namjoon dolcemente. Ti tenne la testa vicina al petto e ti soffocò di baci.

"L'ho visto, mio padre. I ricordi sembravano così chiari e reali. Anche il dolore lo era." Singhiozzasti nella sua maglietta e la bagnasti di lacrime.

"Ti proteggerò, sempre." Alle sue parole, chiudestigli occhi di nuovo. Questa volta sognasti il sole, il calore sulla tua pelle,il suo sorriso, le sue fossette, tutte quelle cose che ti appartenevano.

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ᴡᴀsᴛᴇ ɪᴛ ᴏɴ ᴍᴇ - ᴋɪᴍ ɴᴀᴍᴊᴏᴏɴ [ᴛʀᴀᴅᴜᴢɪᴏɴᴇ ɪᴛᴀʟɪᴀɴᴀ]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora