Capitolo 18

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Boom!

Ti sedesti di volata sul letto e guardasti l'altra parte. Yuqi era lì, profondamente addormentata. Un respiro di sollievo sfuggì dalla tua bocca. Il sogno era sembrato così reale, il proiettile che le attraversava il cuore e tu che eri impotente al momento. La sveglia sulla scrivania di Namjoon indicava che erano da poco passate le 4, il sole sarebbe sorto tra un paio di ore quindi. Provasti a chiudere di nuovo gli occhi, ma non ti riaddormentasti.

L'aria fuori dalle coperte era fredda. La tua valigia insieme alla tua giacca erano fuori in soggiorno e non volevi svegliare i ragazzi. Notasti una felpa con cappuccio di Namjoon alla fine del suo letto. La cosa più logica per da fare per te sarebbe stata andare a prendere la tua giacca, ma era presto e non stavi pensando lucidamente, quindi ti misi la felpa con il cappuccio. Girando lentamente la maniglia della porta ti diressi verso la cucina, che era proprio accanto al soggiorno. In punta di piedi superasti i loro corpi addormentati e una volta arrivata in cucina prendesti un bicchiere d'acqua. Aprendo la porta scorrevole, il freddo mondo esterno ti colpì all'istante.

Sul patio c'era una serie di sedie bianche da giardino. Ti sedesti su una di essere, e vedesti il tuo respiro nell'aria. La città era per la maggior parte silenziosa con alcuni grattaceli ancora vivi in lontananza. C'era un lampione che ospitava alcune falene. La strada era vuota. C'era anche un piccolo negozio all'angolo ancora aperto. Non potevi immaginare di lavorare a quell'ora, ma la gente lo fa per soldi. Le tue lezioni sarebbero iniziare tra 6 ore e ti chiedevi come saresti rimasta sveglia. All'improvviso la porta scorrevole si aprì e saltasti sul posto.

"Scusa." Sussurrò Namjoon. Aveva due tazze in mano e una te la porse a te. "Non riesci a dormire?"

"Sarei potuta morire stanotte. Non voglio sembrare drammatica, ma ero a pochi secondi dalla mia morte. E non ho sentito niente. Non sentivo paura per me stessa. E avevo promesso di prendermi più cura di me stessa, che avrei dovuto amarmi. Mi sto chiedendo cosa c'è che non va in me."

"Non credo ci sia qualcosa che non va in te." Disse lui. Tu gli diedi un'occhiataccia e lui rise piano, bevendo poi un sorso del suo tè. "Qualsiasi persona normale sarebbe spaventata a morte. Divaolo, quando ne ho sentito parlare da Taehyung, il mio cuore mi è caduto nello stomaco. Ero così preoccupato al pensiero di perderti, di nuovo." Avvicinò una sedia alla tua. "Mi piace come metti la tua felicità al primo posto. E so che non vuoi sentirlo, ma io ti ho messa al primo posto perché voglio aiutarti ad amare te stessa."

"Woah, ho i brividi." Dissi tu.

"Veramente? Voglio dire, sono bravo con le parole." Dichiarò lui.

"Sta zitto. È perché fa freddo qua fuori." Namjoon si alzò ed rientrò in casa senza dire una parola. Ti sorprese e ti fece sentire un po sola. Ma tornò poco dopo, con una coperta tra le braccia. Ti avvolse nella coperta, e si fermò con un sorrisetto sulle labbra.

"Cosa stai guardando, strambo?" Chiesi tu.

"È la mia felpa quella?" Arrossisti all'istante e sprofondasti sulla sedia. " Non essere timida, ti sta bene." La coperta avvolse entrambi. Dato che era un po piccola, ti avvicinasti un po di più a lui. Eri abbastanza sicura che avesse già pianificato tutto.

"Perché non dormi? Non hai una lezione alle 8?" Chiesi tu.

"Riusciresti a dormire sapendo che la tua cotta è così vicina ma così lontana?" Chiese lui. La sua voce era melodica.

"Hai ragione, se gli EXO fossero qui, penso che morirei completamente."

"Sei impossibile." Piagnucolò lui. "Un giorno, quando troverò lavoro in una grande agenzia, ti porterò a vederli."

"Oh mio Dio, dici sul serio?" Chiesi tu eccitata.

"Sicuro. Voglio vedere il tuo sorriso. Ma te lo dico subito, non ti è permesso uscire con nessuno di loro."

"Prima di tutto, non puoi dirmi cosa fare. E in secondo luogo, non mi noteranno. Non mi hai notato nemmeno tu e siamo due persone normali." Dissi tu mettendo la tazza per terra in modo da non farla cadere.

"Non è vero. Non è vero. Penso di essere stato così preso da Seol che posso averti trascurata un po. Ma loro non possono dire che tu non sei ella. Perché lo sei. I tuoi occhi sono così delicati, come il vento. Le tue guance sono come quelle di Jimin, da pizzicare. Dio, non posso credere che sto dicendo tutto questo, è così imbarazzante." Non sentì alcuna risposta da te. Ma sentì un peso su una delle sue spalle. Il suo sorriso si formò rendendosi conto che ti eri appena addormentata su di lui. Rimase così per qualche minuto, per fingere che tu fossi sua.

...

La mattina presto arrivò e ti ritrovasti sul letto di Namjoon. Non ricordavi di esserci ritornata, quindi gli avresti chiesto a lui delle spiegazioni più tardi. La tua testa ti pulsava mentre la tua gola era tipo la sabbia dopo che l'oceano fosse tornato al suo confine, asciugato quindi. Guardasti il letto vuoto accanto a te, la tua vista era offuscata però. Yuqi era già andata alle sue lezioni mattutine. La sveglia segnava le 10:40, ed è lì che ti accorgesti che eri in ritardo per la tua lezione.

Prima che i tuoi piedi potessero toccare il pavimento di legno duro, la tua mente si sentì spegnersi di nuovo. C'erano due pesi che ti trascinavano giù le palpebre. In quel momento però ti alzasti arreggendoti con le mani al muro per sostenere il tuo corpo appesantito. Non era rimasto nessuno in casa. Non appena varcasti la cucina notasti subito un fogliettino sul tavolo, era Seokjin che diceva che ti aveva lasciato un po di zuppa sul fornello. Nonostante fossi affamata, non avevi nemmeno la forza di alzare un dito. Infatti in quelle condizioni rinunciasti persino ad andare a lezione, avresti mandato un email a tutti professori quando ti saresti sentita meglio. Ti lasciasti cadere perciò sul divano, e con tanta fatica in corpo ti addormentasti di nuovo. Era solo un raffreddore, avevi solo bisogno di dormire un po.

Ad un certo punto della giornata, sentisti la porta d'ingresso aprirsi e poi richiudersi rapidamente poco dopo. Ci furono poi dei passi veloci e pesanti e poco dopo sentisti qualcuno al tuo fianco. "Oh mio Dio, T/N, che ti è successo?" Chiese lui. Non riuscivi ad aprire gli occhi ma avevi riconosciuto bene la voce di Namjoon. Lui posò la sua mano fredda sulla tua fronte. "Scotti. È tutta colpa mia. Avrei dovuto portarti dentro prima. Sono un tale idiota."

Con tutte le tue forze, scossi leggermente la testa. "Non essere drammatico. È solo un raffreddore." Sussurrasti. I suoi occhi si illuminarono,sapendo che eri ancora cosciente. Lui andò in cucina e tornò con una ciotola di zuppa calda. Ti aiuto ad alzarti e glielo avresti impedito se non fossi stata così stanca. Un braccio ti avvolse la schiena, mentre lui soffiava ogni cucchiaio per assicurarsi che fosse abbastanza tiepido da consumare. Poi ti diede delle medicine. Pensò subito di riportarti nella sua stanza come quella stessa mattina, così che potessi dormire comodamente sul letto, ma vedendo quanto sembrassi comoda e carina rannicchiata sul divano, decise di farti rimanere lì. Poi lui fece per andarsene per cambiarsi ma tu le afferrasti la mano, per te sembrava tutto un sogno in realtà.

"Non andartene." Sussurrasti tu. I tuoi occhi erano ancora chiusi ma le tue labbra tremavano. Lui si chinò e ti baciò sulla fronte, attento a non disturbarti troppo.

"Io non ti lascerò mai." La sua mano rimase intrecciata alla tua per il resto del tempo che la casa era vuota.

Mono_l1sa

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ᴡᴀsᴛᴇ ɪᴛ ᴏɴ ᴍᴇ - ᴋɪᴍ ɴᴀᴍᴊᴏᴏɴ [ᴛʀᴀᴅᴜᴢɪᴏɴᴇ ɪᴛᴀʟɪᴀɴᴀ]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora