Capitolo 12

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Bussasti alla porta leggermente. Dall'interno si sentì un suono piacevole e chiaro. "Entri." Disse la voce all'interno. Tu girasti la maniglia, per poi spingere la porta. Seol sorrise brillantemente come al solito quando ti vide. "Per favore, siediti." Indicò la sedia davanti alla sua cattedra.

"Grazie per aver accettato il mio incontro all'ultimo minuto." Dissi tu, sentendoti un po in imbarazzo per la tua azione. Si stava avvicinando la fine del semestre e il compito di Demian stava per scadere. Nonostante avessi finito il libro molto tempo prima, avevi rimandato la stesura del compito sempre più in là. E ora era quasi troppo tardi. La scorsa notte, eri rimasta sveglia tutta la notte a scrivere per il compito, con 3 tazze di caffè e una scontrosa Yuqi per la musica fin troppo ad alto volume, che ti teneva sveglia, ma la cosa che la fece essere così scontrosa era che la musica la teneva sveglia anche lei. Avevi deciso di fissare un incontro con Seol per esaminare il tuo lavoro e lei aveva accettato felicemente. Eri nervosa, non per il compito, ma per la vicinanza di voi due. Voi due non avevate mai avuto una conversazione prima e in qualche modo, sembrava sbagliato, come se tu stessi toccando qualcosa che appartiene a qualcun altro. Lo sentivi ogni volta che eri con Namjoon.

"Di niente, sono contenta di poterti essere utile. Cosa posso fare per lei?"

"Uhm, credo di aver bisogno di qualche consiglio per questo compito."

"Okay, penso che sarà perfetto. Ho già letto alcune delle risposte dei compiti di classe e sono molto entusiasta di leggere questo documento. Hai molto talento."Disse lei.

"Grazie." Risposi tu, arrossendo un po per qualche motivo.

"Va bene, fammi dare una lettura veloce al documento." La sua voce era liscia a chiara. Mentre leggeva il tuo documento, iniziò a giocare con le punta delle dita tra i suoi capelli. A volte inclinava la testa, mentre una penna penzolava tra le sua dita. Non sapendo cosa fare, i tuoi occhi vagarono per la stanza. Dietro di lei c'era una libreria con numerose raccolte di storie. Qualsiasi cosa, da Harry Potter a Shakespear. Sulle pareti c'erano poster di film, Star Wars e Marvel. La sua scrivania era piuttosto semplice. C'era una sua targhetta con il nome e alcune matite sparse tutt'intorno. I tuoi occhi poi si fermarono su un vaso, con dozzine di rose.

"Sono belle, vero?" Seol chiese quando ti notò guardarle.

"Si, sono adorabili."

"Me li ha mandati Namjoon. Mi ha chiesto di incontrarlo più tardi. Mi chiedi cosa voglia dirmi." Non ti sorprese del suo gesto, ma non impedì al tuo cuore di soffrire un altro po. Ma nonostante tutto il tuo sorriso rimase sul tuo viso. "Mi dispiace, deve metterti a disagio, vero?" Chiese lei.

"Come?"

"Mi dispiace, non avrei dovuto accettarli. Voglio dire, mi sentirei orribile anch'io se il mio ragazzo mandasse dei fiori a qualcun altro, anche se fosse solo una professoressa." Ti fece un sorriso di scuse. Tu ti sentisti presa alla sprovvista.

"Ragazzo? Di cosa sta parlando?" Ridacchiasti tu goffamente.

"Oh, tu e Namjoon non vi state frequentando?" Chiese lei. Non stava scherzando, i suoi occhi erano ignari. Poi capisti perché non le avesse detto niente, lei davvero non vedeva il modo in cui la guardava. Lo sguardo che avresti voluto tanto avere su di te.

"Oh no. Noi siamo solo amici." Dissi tu, agitando le mani in segno di diniego.

"Capisco." Il suo sorriso svanì. "È strano."

"Cosa?"

Lei sospirò, posando i fogli sulla scrivania. "Lo conosco da qualche anno ormai. Nelle mie classi, non l'ho mai visto parlare con nessuno prima d'ora. Anche quando assegnavo dei lavori di gruppo, o rimaneva da solo o faceva il compito tutto da solo. Mi stavo davvero preoccupando per lui. So che ha il suo gruppo di amici, ma tende a chiudersi in se stesso. Ecco perché sono felice di vederlo parlare e ridere con te durante le lezioni. Onestamente, non l'ho mai visto così genuinamente contento prima d'ora. È bello vederlo sorridere."

"Ma sorride molto anche quando è con lei." Dissi tu. Ti era uscita così, Seol infatti ti diede un'occhiata strana. "Mi scusi, non intendevo cos-"

"So esattamente cosa intendi. E per tranquillizzarti, so dei suoi sentimenti per me." Non potesti nascondere il tuo sussulto. "Mi rendo conto che la mia classe non è mai stata così divertente, quindi è strano vedere un ragazzo del genere non prendere confidenza con qualcun'altra ragazza. Penso di averglielo chiesto una volta, e lui ha solo detto che non c'era niente di meglio. Quel ragazzo è terribile nel nascondere i suoi sentimenti. Ma vedo che prova qualcosa per te. Ecco perché pensavo che voi due foste..."

"Capisco. Beh, ad essere onesti, spesso non so quale sia la nostra relazione. Un giorno ci prendiamo per la gola e quello dopo mi aiuta a studiare."

"Ti piace vero?"

"Non ha importanza. I suoi sentimenti per te saranno sempre maggiori. La gravità non può corrispondere."

"Penso che ti stia sottovalutando un po." Ti rivolse un sorriso rassicurante. Poi tornaste al tuo compito. Dopo circa un'ora, finì di darti alcuni suggerimenti. "Penso che dovrei dare un po di acqua per queste piccole bellezze." Sollevò il vaso e le fissò. "Penso che queste sarebbero meglio se le avessi tu. Ma ormai me ne dovrò occupare io." Mentre si avvicinava alla porta, notasti subito che qualcosa non andava. Il suo viso era pallido e le sue gambe tremavano. Stavi per alzarti per aiutarla ma il vaso cadde dalle sue mani e andò in frantumi sul pavimento. Anche il corpo di Seol stava per atterrare sul pavimento, ma tu la raggiunsi in tempo.

"Seol!" Urlasti tu, ma lei non ti sentì. In quel momento, Namjoon entrò dalla porta. Guardò il vaso rotto e i fiori sul pavimento. Il suo sorriso scomparve quando vide Seol tra le tue braccia. "Namjoon, grazie a Dio se qu-"

"Che diavolo le hai fatto?" gridò lui. Poi si precipitò verso di te, ma invece di aiutarti, il suo braccio ti spinse. "Non posso credere che le hai fatto del male in questo modo."

"Di cosa stai parlando?" Chiesi tu, ovviamente ferita.

"L'altro giorno eri tutta sicura quando mi dicevi quel discorso. Inseguirla e tienila per te. Ed eccoti qui a lasciare che la tua gelosia prenda il sopravvento." Disse acidamente. Le sue braccia erano strette intorno a lei. I suoi occhi erano incollati su di lei, per assicurarsi che non stesse sanguinando o avesse qualche livido.

"Scusami? Come osi pensare che farei una cosa del genere? È svenuta. Non è stata colpa mia. Dobbiamo portarla in ospedale." Ti avvicinasti a loro, cercando di aiutarlo a portarla. Ma lui ti spinse ancora, ma questa volta tu scivolasti sull'acqua e caddi a terra. Un pezzo di vetro rotto ti trafisse la mano, il sangue iniziò subito a sgorgare. Urlasti di dolore, ma lui se n'era già andato.

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ᴡᴀsᴛᴇ ɪᴛ ᴏɴ ᴍᴇ - ᴋɪᴍ ɴᴀᴍᴊᴏᴏɴ [ᴛʀᴀᴅᴜᴢɪᴏɴᴇ ɪᴛᴀʟɪᴀɴᴀ]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora