"Se nulla mi appartiene, non devo assolutamente preoccuparmi"MATTHEO
i suoi capelli stretti in un pugno si scompigliavano man mano e il suo sedere sbatteva contro la mia asta senza riguardi. inclinai la testa indietro e mi beai di quel benessere perverso così impuro.
era incontenibile, gemeva come una pazza e il mio corpo la dominava. la carne bruciava tra fiamme d'un impudico piacere, facendola trasudare in un fiume incontenibile di passione.
"Piano, perfavore!"
questa parola mi istigava alla violenza, con un sorriso arrogante mi avvicinai al suo viso e le afferrai la gola. i suoi occhi faticavano a rimanere aperti, mentre la bocca aperta lasciava suoni di goduria.
"chiedimelo ancora, se ne hai il coraggio" accarezzai la pelle del suo collo con il naso, strofinandolo, prima di lasciare un bacio seguito da un morso affamato.
kala era ubbidiente, mi donava tutto quello che pretendevo, come il suo culo, la parte più proibita di una donna era mia e quel buco così stretto mi eccitava come un porco.
abbassai lo sguardo verso il punto in cui i nostri corpi si univano e intravidi le gocce solcare la pelle delle cosce, fradicia schizzava il suo umore ad ogni spinta violenta.
le sue mani legate impugnavano le coperte e le sue gambe tremavano per la stanchezza.
andavamo avanti da più di mezz'ora e io faticavo nel venire, c'era qualcosa che mi frenava. il cazzo era duro, il suo corpo mi mandava in estati, come i suoi movimenti esperti, ma non mi sentivo completamente soddisfatto.
emise un urlo strozzato e sentii prendere il suo posto la sua voce, tenera e innocua. i capelli bruni divennero castani chiari e strofinando gli occhi con il dorso della mano, cercai di risvegliarmi da quella illusione rimasta a persistere.
"edra?" mormorai rallentando con il timore di farle male.
"perché ti stai fermando?" si voltò verso di me e vidi il suo viso corrucciato, la guance rosse e umide, il respiro affannoso e l'espressione di qualcuno che le è stato privato di giungere il culmine.
il suo sedere ondeggiava contro di me, supplicandomi di concederle l'orgasmo che attendeva con ansia. appoggiò la testa sul cuscino e io cercai di riprendermi dallo shock.
era un fottuto miraggio di cui il mio cervello si burlava, avrei dovuto fermarmi e andare dritto a farmi una doccia fredda, ma qualcosa dentro di me non voleva.
forse avrei raggiunto anche io l'orgasmo immaginandola. bisognava sperimentare per ricevere del risposte e così feci.
agguatai con la mano la sua nuca e la tenni ferma con la testa in quella posizione, per lei di certo scomoda, mentre con delle spinte secche e profonde la facevo mia. le sue urla erano melodie per le mie orecchie, l'adrenalina bruciava il mio corpo e sentivo di giungere il limite.
"sto... sto..per venire " annunciò sbuffando via dal volto qualche ciuffo dei suoi capelli.
la scopavo con spietatezza e in modo riprovevole, non c'era dolcezza o amore in quelle spinte ripetitive che davo a raffica come pugni, e francamente mi piaceva così.
le lacrime e le urla, i graffi e gli schiaffi. tutto così crudele e nocivo. lei che si contorceva dal dolore e io che sprigionavo la mia brutalità gratificandomi.
chiusi gli occhi estasiato e fuori uscì un suono gutturale mentre mi liberavo dentro l'ano. lei ebbe un esplosione, un orgasmo che la bagnò come non mai, i suoi occhi rotearono e si morse il labbro inferiore con tale forza da farlo sanguinare.
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sin
FanfictionLui non tollerava non avere il controllo, soprattutto riguardo le sue emozioni. Disprezzava il fatto che non riusciva a governare la trepidazione che lei gli scaturiva inconsciamente e dunque l'unica soluzione era detestarla. L'unica cosa che era in...