"non mi dimenticherò mai"Edra
dovevo ammetterlo, la gomitata di mattheo era stata così aggressiva che il sangue non era intenzionato a sospendersi. "una cosa di due minuti" mi avvertì blaise, intrecciando le braccia al petto.
"non sto andando a incipriarmi il naso" lo avvertì, guardandolo storto.
"certo, a parole dite tutte così" il risolino canzonatorio cessò nell'attimo che si accorse della presenza di pansy. ci stava raggiungendo e lui non parve alquanto contento. "sono serio, datti una mossa così vai anche in infermeria"
accigliata dalla sua reazione entrai all'interno del bagno.
che stava accadendo tra i due?
mi guardai in uno dei molteplici specchi e storsi la bocca in una smorfia, portandomi quella azione a gemere sofferente. la lacerazione era notevolmente infossata da darmi i brividi. aprì il rubinetto, mi chinai verso l'acqua, e rinfrescai il viso paonazzo.
sospirai spostando i lunghi capelli in dietro e poi qualcosa di strano accade, percepii un movimento all'interno dell'avambraccio. alzai la tonga, in compagnia della manica del maglione della casa, e la paura mi paralizzò.
annaspai nel mio stesso respiro nel vedere un magico sigillo nero di un teschio, con un serpente uscirgli dalla bocca come una lingua, assumere una forma diversa. ero certa di perdere la ragione, da non riuscire più a distinguere un incubo dalla vita reale.
"edra"
sfregai con il palmo della mano con furia, volendo rimuovere quel abominio indelebile.
"guardami!" mi fermai di colpo, con i capelli che oscuravano la vista e ciocce fini attaccate alle labbra. mi voltai lentamente verso la lastra di vetro e presente c'era la mia immagine, la cosa peggiore che potesse mai capitarmi.
dischiusi le labbra, stringendo il mio avambraccio con intensità, volendo solamente tagliarlo. "tu..." tremai. "tu mi hai fatto questo"
sorrise con perfidia, protendendosi verso ciò che ci divideva. "non puoi fuggire dai tuoi demoni, da quello che hai dentro." gli occhi bruciavano per le lacrime che ricacciavo indietro, come un pugno allo stomaco. "puoi solo convivere con la consapevolezza che anche se per un po' se ne andranno, poi torneranno sempre da te. io tornerò sempre a prenderti."
"che cosa hai fatto?"
indietreggiò con un ghigno, lasciandomi con l'angoscia di dover capire da sola ciò che mi sfuggiva. guardai nuovamente il marchio e il respiro accelerò gradualmente, l'aria che entrava non era sufficiente, la vista si offuscava e le lacrime salate rigavano le mie guance.
era inutile scappare.
la porta si aprì d'un tratto, trovandomi di fronte il ragazzo che costantemente invadeva i miei pensieri. arrestò i suoi passi e mi fissò tentennante.
aprì la bocca sorpresa, ma non uscì alcuna sillaba, rimasi muta. "stai bene?" aggrottò la fronte, di certo turbato dal terrore dipinto nel mio volto, così che quella voragine dei suoi occhi si aggirarono per tutto il perimetro del bagno.
abbassai la manica con impaccio e mi imposi di apparire indifferente al brivido che mi provocava. "bagno sbagliato" ignorai la sua domanda, asciugandomi il viso con della carta.
"ma non mi dire?" mi osservò. "sei più brutta di prima" lo occhieggiai con malevolenza non trovandolo affatto divertente. avevo quasi scordato quanto non sopportassi il suo carattere. "di certo non sei qui per scusarti, avanti che vuoi?"
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sin
FanfictionLui non tollerava non avere il controllo, soprattutto riguardo le sue emozioni. Disprezzava il fatto che non riusciva a governare la trepidazione che lei gli scaturiva inconsciamente e dunque l'unica soluzione era detestarla. L'unica cosa che era in...