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"si, siamo fratelli e non c'è nulla che possiamo fare"

mattheo

percepivo gli occhi pesanti, il mio viso era cupo e sciupato, i ricci un ammasso disordinato. avvicinai la bottiglia alla bocca e tracannai l'ennesimo sorso. mi limitai ad autodistruggermi, perché non avevo altro modo per alleggerire il senso di vuoto.

l'avevo patita per tutta la vita la sofferenza e quella era proprio insopportabile.

era insopportabile la difficoltà nel trascrivere le mie emozioni, quando lo facevo ogni fottuta volta per sentirne meno il peso.

era insopportabile essere sprovvisto di lei, quando nella mia esistenza entravo in possesso di chiunque cosa o persona io volessi.

ed era insopportabile desiderare quella insana voglia di rincorrerla a perdi fiato, quando non mi era mai importato di perdere effettivamente qualcuno.

sospirai afflitto e delle mani accarezzarono la mia schiena ingombrante, sviando la mente dai pensieri. lasciò un leggero bacio sulla spalla e la scansai via.

detestavo essere toccato, ma da lei ne disperavo come un folle.

non demorse, unì il suo seno alla mia gobba, mentre l'altra gattonò verso di me con sguardo procace. si inginocchiò di fronte al mio membro, lanciando delle occhiate insolenti. "dammi le cartine e l'erba" le vezzeggiai il mento in una carezza e lei si sciolse a quel tocco, obbedendo alla mia richiesta. "tu scollati greengrass" ringhiai, appoggiando la bottiglia a terra.

"non eri così di pessimo umore quando lo ingoiavo" rispose, sdraiandosi con un broncio.

certo, ero strafatto da far schifo.

brown mi porse ciò di cui necessitavo e incominciai a fare su, ignorando entrambe, nonostante lei leccava energicamente i testicoli.

l'accesi, fumandola rapido, in attesa che la magia intraprendesse il suo effetto in modo scattante. mi ero già fottuto i neuroni con qualche striscia di coca, non comprendevo come diamine riuscivo ancora a connettere dei pensieri logici. "continua" la incitai, reclinando la testa indietro.

liberai la mente e mi concentrati sulla lingua, sul calore della sua bocca, il suo desiderio carnale. ci provavo, mi sforzavo, e poi lei prendeva il dominio con prepotenza.

per le palle di merlino, era diventata un virus.

flettei lo sguardo verso la più stronza di tutta hogwarts, beccandola a osservarmi con venerazione. "vieni" la invitai a unirsi e si situò a cavalcioni su di me, accostando le sue mani sul mio petto. proprio non voleva saperne di non toccarmi. "ti giuro che ti ammazzo se non la finisci." le strattonai i capelli con furia, portandola a gemere. "mi fai male" si lamentò, soffrendo penosamente.

mi fai male, ma che chiudesse quello scarico. obbligai me stesso a fare un ultimo tiro e gettai l'avanzo a terra. incastonai i suoi polsi dietro la schiena e le leccai il collo con avidità, mordendo la pelle.

scivolai verso i suoi seni e assaporai anche quelli. "oh mio dio!" ansimò vogliosa. brown leccava la mia asta, stuzzicando la capella, per poi concedere attenzioni alle mie palle ripiene.

un vero paradiso, finché la porta non si aprì di colpo. erano arrivati da chi sa quanto è già qualcuno doveva disturbarmi, che osservasse la scena e si masturbasse. "non vedi che sono impegnato?" borbottai stringendo il seno prosperoso con la mano.

sin Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora