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"sai che non ho paura
di fare a botte con una donna"

(🔴)

no, non è bollino rosso da sesso pazzo sotto le coperte del napoli.

Astoria

cosa ci facevo qui? perché lo stavo realmente facendo? me lo continuavo a chiedere mentre accarezzavo il bordo del bicchiere in plastica, dondolando su i talloni spaesata.

la mia casa mi osservava di traverso, già consapevoli della mia scelta. alcuni non mi biasimavano per ciò, indifferenti della mia sorte, mentre altri non riuscivano proprio a reggerlo. ma tanto cosa me ne poteva importare? ero sempre stata sola e ci stavo bene.

ciò che non ci voleva era che mi attaccassi in un piano sentimentale a mattheo riddle. dopo il suggerimento di moredus tentai di individuarlo miseramente, a causa del insolito disagio che provavo senza la sua presenza.

assurdo come propio lui riuscisse a comprendermi. come era abile a fiutare ciò che nascondevo mi stupiva.

non ero in grado di suscitare una reazione emotiva con facilità. ero sempre stata così scialba, assorta in qualche pensiero.

e no, non avevo alcuna cotta per mattheo, per carità di merlino, avrei vomitato. però ci tenevo, mi sentivo al sicuro in sua compagnia, mi sentivo apprezzata per una dannata volta. anche se si era portato a letto mia sorella.

lo vidi inaspettatamente avviarsi verso un quadro, con l'angoscia raffigurata sul volto. c'era qualcosa che non andava.

decretai che dovessi seguirlo, così mossi le gambe verso la sua direzione ma a intralciarmi il cammino fu theodore nott. "vuoi compagnia?"

mi sorrise con quei denti perfettamente allineati. era affascinante non potevo negarlo, ma era anche fin troppo acre per il mio palato.

"no" mi mossi alla sua destra e lui fece la medesima cosa. "togliti immediatamente" mi mossi a sinistra e lui abbrancò una mia mano, facendomi ruotare per catapultarmi in pista insieme a lui.

il mio bicchiere svanì, scovandolo in mano a un grifondoro che ringraziò nott per la sua 'gentilezza'. proprio lui, dagli occhi misti tra bigio e oltremare, mi strinse a sé, sostenendo la sua mano alla base della mia schiena e l'altra serrata sulla mia
mano.

"ti spacco il setto nasale se continui a toccarmi in questo mondo inopportuno" ringhiai.

"non ti sento uccellino, la musica è troppo alta! vuoi che ti stia più vicino? wow, non pensavo che fossi così schietta!"

mi aveva sentito benissimo lo stronzo.

tentai di svincolarmi da lui, ma si appicciò pienamente al mio corpo, schiacciandomi. eravamo così vicini che intuì cosa avesse mangiato la scorsa sera, ma al tempo stesso l'aroma sublime che emanava la sua pelle.

"se mia adesso" confessò a un soffio dalle mie labbra, per poi farmi volteggiare e piegarmi in basso seguendomi con quel movimento.

flettei la testa totalmente in giù e scorsi in mezzo alla moltitudine di studenti kala yaxeley affiancata da uno sconosciuto di fronte alla tela, dove stavano puntando le loro bacchette.

sin Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora