"ti sei innamorata?"Pansy
cercavo spesso di conservare le emozioni travolgenti all'interno di un barattolo di vetro. la mia colpa era che non avevo considerato le ripercussioni da subire nel istante in cui fosse stato zeppo, così carico che il vetro si sarebbe spezzato e ogni crepa avrebbe creato uno spiraglio, permettendo qualche emozione di liberarsi.
e la prima a manifestarsi era la rabbia.
"perchè?!" nel sangue scorreva il nervosismo, sbraitai fuori di me contro kala, seguendola con ampie falcate verso il cortile della ente.
presi coscienza nella mia mente offuscata e mi guardai intorno in allerta di non agguantare attenzioni altrui. "ci provi gusto? ti senti soddisfatta appieno eh?" mi sforzai di mantenere il tono di voce conveniente, perché fremevo di una irritabilità inverosimile.
ero consapevole che ci avevo messo del mio, lo avevo fatto appositamente, perché volevo precedere qualsiasi avvenimento sconsiderato tra i due; ma a quanto pare lei era ceduta. perché una cosa in cui ero certa era che kala non mentiva, usufruiva della verità come la sua arma migliore.
si voltò verso di me e sorrise con orgoglio. "lo sono eccome!" si allargò quella curva e io non mi capacitavo di quanta stupidità possedeva. "certo che lo sei, sei soggiogata dalla gelosia" ringhiai, avvicinandomi minacciosamente a lei.
"non sottovalutarti, puoi convincere gli altri di essere una buona persona, ma in quei occhi si vedono tutte le tue azioni riprovevoli." ghignò con perfidia. "stai pugnalando tutti alle spalle da scellerata quale sei" non ci dovetti riflettere neanche un instante, il palmo della mano andò a schiantarsi in pieno volto.
"bada a come ti rivolgi a me" le agguantai le guance in una presa ferrea, non permettendole di metabolizzare il tutto, scavando con le dite con prepotenza. "il primo coltello che conficcherò sarà sul tuo corpo" la spinsi via, portandola a incespicare nei suoi stessi passi.
portò una mano sulla gote, con gli occhi sbarrati increduli. "sei cambiata, lui ti sta-" si morse la lingua, trattenendosi dal provocarmi. "non ho più la sensazione di essere a casa quando sto con te pansy." si strinse nelle spalle in quella affermazione improvvisa. "nei miei confronti non c'è più rispetto, comprensione, pazienza come succedeva un tempo." scosse la testa, indietreggiando ferita.
"sono sempre stata così." la squadrai con una smorfia di repulsione. "non mi aspettavo nulla e non riesco nemmeno a compatire pena per te." ero sempre quel individuo di cui non ti dovevi preoccupare e alla fine risultava una di cui non avresti voluto incontrare nemmeno in un'altra vita.
socchiuse le labbra, sbigottita delle mie parole crude. non riuscivo a guardarla più di un instante e mi voltai dandole la schiena. le emozioni le reprimevo ancora, le chiudevo nel barattolo e obbligai me stessa di mostrarmi impassibile, poi incontrai quei occhi scuri. mi fermai, lui appoggiato a braccia conserte contro una colonna, con una delusione immensa.
Edra
chiusi la porta del bagno a chiave. il cuore ad ogni battito si incrinava, ed ero a conoscenza che presto si sarebbe frantumato. mi accarezzai il petto perché faceva terribilmente male, così tanto
male da non riuscire a respirare, da vedere tutto appannato. i miei occhi erano diventati pozzanghere.mi appoggiai al lavandino di peso,
come se dovessi rimettere. le mani stringevano i bordi con talmente tanta forza da sbiancare le nocche e indolenzire i palmi. tutto ciò che riuscivo a sentire raschiare la lingua era "perché?"
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sin
FanfictionLui non tollerava non avere il controllo, soprattutto riguardo le sue emozioni. Disprezzava il fatto che non riusciva a governare la trepidazione che lei gli scaturiva inconsciamente e dunque l'unica soluzione era detestarla. L'unica cosa che era in...