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corri quanto vuoi, io ti sarò dietro e ti acciufferò

Mattheo

"che cosa vuoi da me?"

che cosa volevo da lei? effettivamente non avevo un idea concreta di ciò che volessi ottenere, così dissi l'ovvio. "voglio che sei mia" ed era il mio proposito.

non era ciò che si aspettava di sentire, le apparve un cipiglio perplessa, qualche attimo di silenzio e una nuova emozione prese il dominio. "ma perché?!" il tono di voce si alzò, era innervosita. mi guardava dritta negli occhi, in cerca di un segreto negato che non le avrei mai rivelato.

il siero non mi permetteva di mentire, ma non di raggirare la verità a modo mio. "perché lo voglio"

lo si leggeva il rammarico. "non puoi avere quello che vuoi sempre, non sono un fottuto oggetto." sembrava intenta a porre fine a quel gioco, quando mi stupì afferrando una carta.

aveva vinto di nuovo lei. "vuoi scoparmi?"

mi trattenni dal strabuzzare gli occhi, era inaspettata la domanda. ingoia la saliva e incurvai le labbra in un mezzo sorriso malizioso. "oh si, voglio fotterti per bene" la volevo piegare al mio volere, la volevo vedere agitarsi sotto di me, la volevo sentire straziata dal piacere a pregarmi nel donarglielo di più. la volevo e nessuno sarebbe riuscito a fermarmi.

"solo quello?" avvicinai il bicchiere alle labbra, ma non bevetti il contenuto. mi fermò lei. la gola bruciava, le labbra faticavano a rimanere chiuse. cazzo.

mi supplicava di dimostrarmi come nelle sue aspettative, mi supplicava di non ferirla più, ma io non riuscivo a non farlo. dovevo proteggermi, io ero più importante di chiunque e lei non era così speciale.

"cosa dovrei volere di più?" inchiodai gli occhi al cammino. dovevo distrarmi, dovevo pensare ad altro.

la sentivo fissarmi, quei occhi mi soffocavano, mi sfioravano la pelle ripercorrendola come un innocuo insetto. mi sentivo in soggezione, ma non sarebbe mai riuscita a conquistare ciò che voleva. non con me.

di colpo lanciò il bicchiere contro il cammino, le fiamme si inalzarono, divennero più luminose a causa della vodka. mi voltai verso di lei. che cosa stava succedendo?

si mise a quattro zampe. gattonò verso di me, come una dolce gattina, e poi si mise a cavalcioni. santo cielo.

"è questo che vuoi veramente?" il labbro inferiore le tremava. mi piaceva vederla così... sofferente. era passata a concedermi sguardi di odio, neanche una considerazione dignitosa, ad ambirlo in modo disperato.

il mio bicchiere scivolò, rovesciandosi a terra, e lei afferrò le mie mani appoggiandole sul quel bel culo tondo.

volevo stringerlo, massaggiarlo o prenderlo a schiaffi. vedere la sua pelle arrossire a causa del forte impatto del mio palmo.

"è questo che vuoi mattheo?" si mosse sopra di me, in modo sensuale, lento e fottutamente provocante. la sentivo la sua fica baciare il mio cazzo.

ero meravigliato dal suo comportamento e lo apprezzavo. non c'è la potevo fare. il respiro era pesante, faticavo a inalare l'ossigeno. continuava a muoversi e io cercavo di trattenere gli ansimi di apprezzamento.

"merda" strinsi il suo culo con forza, volendo che si fermasse all'instante.

ti prego, basta. le volevo scongiurare, la volevo avvertire che se perdevo il controllo non mi sarei fermato.

ed ecco che fece la cazzata. sciolse il nodo che la vestaglia manteneva nascosto il vestito da notte. il tessuto si era rialzato, riuscivo a vedere le mutande di pizzo con quel fiocchettino adorabile.

sin Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora