Capitolo 14

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Quella mattina Draco si alzò con calma per poi andare a fare colazione e scoprire che anche quel giorno era l'ultimo a raggiungere la sala da pranzo, infatti suo padre, sua madre e Potter erano tutti e tre tranquillamente seduti, presi da una qualche conversazione riguardante la famiglia Black.

-Buongiorno

Si sedette e tutti iniziarono a mangiare, solo dopo il terzo sorso di caffè realizzò che quel giorno lo avrebbe dovuto passare con Potter. Per qualche strana ragione ieri gli era sembrata una buona idea proporglielo, ma ora si rese conto che non aveva nessuna voglia di passare più tempo del necessario con lui.

A fine colazione il castano lo raggiunse con naturalezza

-Vado a controllare come sta tua zia, poi andiamo al campo di quiddich?

Draco si segnò mentalmente quel giorno come il giorno in cui San Potter dimostrò di poter essere perfino gentile e civile nei suoi confronti, ma si limitò a rispondere con un

-Va bene, ti aspetto fuori

Si separarono e, come preannunciato, Draco si diresse subito nel giardino dove restò ad aspettare l'altro per un quarto d'ora abbondante incurante dei venti centimetri di neve che coprivano il terreno. Quando aveva un appuntamento passava diverso tempo a prepararsi, anche ore, curava ogni dettaglio in modo da essere perfetto, ma ovviamente quella volta non lo fece perchè, pensò con soddisfazione, Pansy aveva torto e quello non era un appuntamento.

Quando Harry lo raggiunse, prendendosela ovviamente molto comoda, andarono al campo da quiddich, ovviamente c'era un campo da quiddich al manor, le scarpe del sepeverde sprofondavano nella neve lasciando impronte profonde, l'altro invece sembrava quasi levitarci sopra.

-Siamo in due, come giochiamo?

-Siamo entrambi cercatori, libera il boccino

Scelse di fare come consigliato e, dopo aver recuperato un baule con diverso materiale da quiddich liberò la piccola palla dorata lasciandogli un minuto di vantaggio, a quel punto il castano chiamò con un incantesimo d'appello le scope di entrambi e i due ragazzi saltarono in sella veloci iniziando la ricerca. Era un gioco stressante perché entrambi volevano vincere e quindi, mentre compivano ampi giri sopra il terreno di gioco per individuare la piccola sfera in parte osservavano l'ambiente, in parte osservavano l'avversario per controllare che non avesse trovato nulla. 

All'improvviso il biondo partì appiattendosi sulla scopa per prendere velocità e svoltando bruscamente per inseguire il minuscolo boccino, dopo qualche secondo Potter gli fu dietro. Era ancora in vantaggio, allungò il braccio per afferrare la sfera dorata, ma non riuscì a prenderla. Fu costretto a sterzare per evitare un palo delle porta. Perse velocità ora Potter era al suo fianco. Continuarono l'inseguimento spintonandosi e cercando di disarcionare l'altro. la palla magica iniziò a salire quasi in verticale e i due le furono dietro. Continuavano a salire senza smettere di prendersi a spallate nel tentativo di superarsi. Ora il boccino aveva iniziato a perdere quota. Con un evoluzione Potter gli fu dietro lasciandosi cadere a peso morto. Era riuscito a superare Draco, ma il serpeverde stava guadagnando terreno col petto schiacciato contro la scopa. Prendevano sempre maggiore velocità. Il vento in faccia li faceva lacrimare. Draco ora era solo mezzo metro indietro. Venti centimetri. Dieci. Stava per raggiungerlo, poteva ancora vincere. Cinque. Potter allungò la mano e afferrò la piccola sfera dorata alzando il braccio esultante.

Entrambi ripreso quota prima di schiantarsi al suolo, il castano sorrideva soddisfatto sventolando in giro il boccino appena catturato. Draco sbuffò frustrato, era il solito esibizionista del cazzo, ma nonostante questi pensieri una parte di lui non poté fare a meno di ripensare a come il castano sembrasse distrutto solo ieri sera e vedendolo sorridere si sentì soddisfatto. Beh, di certo non abbastanza soddisfatto da compensare la sconfitta, per questo afferrò la coda della firebolt del grifondoro cercando di farlo cadere.

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