Capitolo 15

252 13 2
                                    

Il giorno seguente, per la prima volta, Bellatrix si presentò anche a colazione per poi seguire Potter a Diangon Alley. Il ragazzo le aveva detto che non serviva avere tutta questa fretta e che doveva preoccuparsi di rimettersi in forze, ma lei aveva insistito, in fondo non si trattava di nulla di impegnativo, solo ritirare un oggetto dalla sua banca. 

La colazione era stata molto più silenziosa della cena precedente soprattutto perché nessuno dei due ragazzi aveva voglia di parlare ed entrambi avevano passato l'intero pasto a scambiarsi delle occhiate per poi distogliere subito lo sguardo, ognuno preso dai propri pensieri, senza spiccicare mezza parola e ora, mentre attraversava le vie affollate di Diagon Alley protetta dal mantello dell'invisibilità, Bellatrix non  poteva fare a meno di continuare a chiedersi cosa fosse successo senza osare chiedere nulla al corvino.

Quando entrarono nella banca il giovane chiese subito di poter parlare con un certo Unci-Unci, si scusò per il non avere un appuntamento e disse che era disposto anche ad attendere finché il folletto non si fosse liberato, ma che, se aveva deciso di recarsi là senza preavviso, era perché si trattava di una questione urgente di cui aveva già trattato oralmente col goblin. I banchieri sembrarono apprezzare tutto questo rispetto e questa disponibilità e come per magia lo stesso Unci-Unci lasciò il lavoro che stava facendo, qualcosa riguardante la contabilità, e li condusse subito in una stanza privata, insonorizzata e protetta da mille incantesimi volti a evitare truffe o scambi di personalità. La stanza era semplice, priva di sfarzo occupata solo da una scrivania e due sedie di fronte ad essa, Potter prese subito posto su una delle due 

-Puoi toglierti il mantello

La strega fece come detto prendendo posto sull'altra sedia sotto lo sguardo imperscrutabile ed arcigno del folletto, che si fece subito avanti

-Mi scusi signora Lestrenge, devo controllare la sua bacchetta per questioni di identificazione.

Con un certo compiacimento tirò fuori dalla tasca della veste quel preziosissimo pezzo di legno che ieri sera le era stato restituito da sua sorella mostrandolo fiera all'altra creatura, le era tanto mancata in carcere la sensazione che le dava stringere in mano il legno levigato. Ovviamente la bacchetta fu riconosciuta e Unci-Unci se ne tornò soddisfatto dietro la su scrivania, solo allora Potter iniziò a parlare

-Va bene, allora, come pattuito un versamento di cento galeoni alla banca per il ritiro di un bene di un condannato più il silenzio di tutti gli impiegati e come vedi, visto che la signora Lestrenge è qua di persona violo la legge magica, ma non le norme della banca, per il resto?

Il goblin scribacchiò qualcosa su una pergamena rispondendo professionale

-Il resto, intende riguardo ad una futura possibile guerra, signor Potter? Ho già detto, mi sembra, che quello che il nostro popolo vuole in cambio del sostegno è il diritto a possedere una bacchetta

-Ed io ho una nuova proposta che penso possa interessarti: la restituzione ai goblin della spada di Godrick Grifondoro e l'ammissione di un certo numero di goblin al ministero come rappresentanti dell'economia del paese con diritti uguali a quelli dei maghi in qualsiasi ambito

A sentire questa proposta gli occhi del folletto si dilatarono e Bellatrix poté leggere il desiderio sul suo volto, tuttavia si limitò a rispondere

-Mmm, le faremo sapere, per ora procediamo col prelievo

Non aggiunse altro e si avviò verso l'uscita subito seguito dai due maghi, tutti e tre presero indisturbati un carrello che, scendendo per le ripide gallerie della Gringot li portò fino alle camere di massima sicurezza attraverso cascate magiche e diversi altri incantesimi protettivi, passarono perfino di fronte ad un drago tenuto a bada da dei sonagli.

Dark PrinceDove le storie prendono vita. Scoprilo ora