Capitolo 20

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Quando quella mattina Draco andò a fare colazione non si aspettava di trovare qualcuno seduto al posto di Silente e infatti non si allarmò quando vide la sedia vuota, né si mise a mormorare e lagnarsi quando la professoressa McGranitt  disse che aveva un annuccio da fare. Si allarmò però quando notò che Potter non era al tavolo Grifondoro, nè in nessun'altro posto, però al momento non poteva certo alzarsi per andare a cercarlo, quindi rimase educatamente seduto aspettando che l'anziana strega terminasse il suo discorso.

La professoressa di trasfigrazione nel mentre annunciò con voce grave che Silente era morto, che era stato trovato privo di vita nel suo ufficio quella mattina. Spiegò che non voleva tenerli all'oscuro di niente, perché era un loro diritto sapere cosa stava succedendo. Disse che non c'erano tracce di violenza né sul corpo dell'uomo, né all'interno dell'ufficio, ma che comunque la sua dipartita sembrava troppo sospetta per essere naturale e che in quel momento un gruppo di specialisti del San Mugo stava esaminando la salma del mago per decretare le cause della morte. Spiegò che era affrettato pensare che un assassino si aggirasse per la scuola, ma che in ogni caso, per precauzione quell'anno tutti gli studenti avrebbero terminato gli studi prima e che il giorno dopo sarebbero tornati tutti a casa per le vacanze estive.

Draco non era spaventato a causa dell'annuncio, se lo aspettava, pensò solo che quantomeno quell'arrogante sfregiato aveva fatto un lavoro pulito e che quella volta sperava di non dover vedere i ricordi della morte di Silente come aveva visto quelli della fuga di Bellatix da Azkaban, perché lui non avrebbe sopportato di vedersi mentre uccideva il preside, anche se sapeva che in realtà non lo aveva fatto, anche se disprezzava quell'uomo. Però era anche preoccupato per il castano, se quello stupido San Potter non era in mensa probabilmente era altrove a fare qualcosa di stupido: forse era nascosto da qualche parte a consumarsi per il rimorso di un altra morte sulla coscienza, forse anche peggio. La cosa peggiore era che non lo aveva chiamato, non gli aveva detto dove era andato come faceva in genere tramite un fastidioso messaggio nella testa e questo non prometteva nulla di buono. Doveva assolutamente trovarlo prima che facesse qualcosa di veramente stupido, prima che si facesse del male o ne facesse ad altri!

Quando vennero finalmente congedati dalla mensa, con le specifiche istruzioni di andare ognuno nel proprio dormitorio e non uscirne, mentre una mandria di mocciosi spaventati sciamava in gruppo verso l'uscita, il biondo andò dritto verso lenticchia prendendolo per una spalla in modo da costringerlo a fermarsi e parlandogli con fin troppa aggressività

-Hey tu! Sei in stanza con Potter no? Che fine ha fatto? È tornato in camera ieri sera? Ti ha detto qualcosa?

Il ragazzo, che stava ancora mangiando e teneva del pane in mano lo guardò quasi infastidito

-Calmati Malfoy! Non mi sembra sia il caso di andare in panico per Harry!

Non aggiunse altro, ma in compenso la Granger, che era al suo fianco, si degnò di rispondergli.

-L'ho visto prima di andare a fare colazione, aveva detto che non aveva fame e che andava a farsi un giro da Hagrid.

Non perse tempo a ringraziarli dirigendosi veloce verso l'uscita. Di certo Potter non era andato da quel mezzo gigante, più probabilmente si era andato a nascondere in quel suo strano rifugio nel mezzo della foresta proibita, senza dire nulla a nessuno, quell'idiota!

appena arrivato all'uscita fu tentato di ritornare indietro per cercare il castano altrove, il perché era semplice: Tempestava. Nessuno poteva sperare di starsene fuori per più di un minuto senza bagnarsi perfino le ossa con quel tempaccio. Ciò nonostante Potter era abbastanza stupido da uscire anche così costringendolo a seguirlo, quell'irresponsabile!

Si riparò con un incantesimo per deviare la pioggia in modo da restare asciutto e uscì sfidando quel vento gelido, certo che quell'egocentrico poteva anche risparmiarsi queste cazzate! Poi ci andava in mezzo lui come sempre, ma figuriamoci se San Potter pensava una volta nella vita a qualcuno di diverso da se stesso!

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