Capitolo 12

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Draco all'inizio era preoccupato per le sue vacanze invernali, era preoccupato ovviamente a causa della presenza di Potter, temeva che gli rubasse l'attenzione dei genitori o che interferisse in qualche altro modo, fortunatamente scoprì ben presto che non aveva nessun motivo per cui allarmarsi. Il grifonodoro non era neanche quasi mai a casa e quelle poche volte in cui era in giro se ne stava rintanato in biblioteca o in camera, era già tanto se lo vedeva per i pasti durante i quali comunque dedicava più tempo a conversare con sua madre che con lui e le uniche volte in cui interagivano erano durante le sporadiche ore di studio in biblioteca a imitazione delle notti ad Hogwarts.

In genere veniva svegliato di mattina prestissimo quando qualche mago egocentrico gli ficcava nella mente qualche messaggio come "vado, dovrei tornare per pranzo" o "non so quando torno, avvisa i signori Malfoy" e poi basta. Lui faceva da gufo portalettere per i messaggi di Potter e poi poteva godersi le giornate libere da quell'ingombrante presenza.

Quella mattina, però, per la prima volta dopo una settimana, non gli arrivò nessun messaggio, dormì senza intrusioni fino alle nove e quando scese a colazione trovò il tavolo imbandito per quattro e i suoi genitori che lo stavano aspettando assieme al castano, comodamente seduto su una sedia degnandoli per la prima volta della sua presenza di prima mattina. 

-Buongiorno 

Si sedette composto decidendo di ignorarlo e aspettò che i suoi genitori iniziassero a mangiare prima di imitarli dopo aver borbottato un 

-Buon appetito

Mangiarono in silenzio, ma il biondo non riusciva a smettere di chiedersi cosa avesse fatto decidere a Potter di cambiare routine, che avesse deciso di prendersi un giorno di pausa da qualunque cosa stesse facendo?

La risposta gli arrivò fastidiosamente e sorprendentemente direttamente nella mente spinta forzatamente dentro da una presenza esterna ormai nota al biondo: No, ma ho una cosa importante importante da fare, non volevo andare da stanco, partirò finito di mangiare. Trattenne a fatica un ringhio infastidito, lo sapeva che detestava quando lo faceva, quando controllava i suoi pensieri e quando gli parlava nella mente e probabilmente lui continuava a farlo proprio per questo motivo. Alzò gli occhi per fulminarlo con lo sguardò e incontrò quella sua cazzo di espressione gongolante  e divertita.

-Dovresti lavorare sull'occlumazia

Dovresti capire qual è il significato di privacy! Quanto avrebbe voluto rispondergli così, ma sfortunatamente non poteva, non davanti alla sua famiglia, quindi stette zitto conscio del fatto che probabilmente lui aveva comunque recepito il messaggio, il castano in ogni caso, cambiò presto argomento

-In ogni caso signor Malfoy, spero che lei abbia preparato la camera che le avevo chiesto

-Ovviamente

-Ottimo, non ci sarò per pranzo, sarebbe stupendo se poteste lasciarmi due pasti caldi nella camera appena preparata

-Come vuoi

Finito di parlare il grifondoro si alzò ignorando il fatto che tutti gli altri stessero mangiando e Draco non poté evitare di chiedersi se stava volontariamente ignorando le buone maniere solo per il gusto di poterlo fare o se semplicemente fosse ignorante in materia come ci si aspetterebbe da uno cresciuto in una famiglia babbana, ma, almeno questa volta, non gli arrivò nessuna risposta. Mentre lui si perdeva in queste considerazioni il castano era sparito, smaterializandosi.

Harry si materializzò su uno scoglietto minuscolo in mezzo ad un mare burrascoso e non fece tempo a rendersi conto di essere arrivato che schizzi d'acqua e folate d'aria gelida lo investirono tanto violentemente da farlo quasi cadere. Osservò il mare nero sotto di se e il cielo plumbeo sopra la sua testa mentre il vento non smetteva mai di travolgerlo scuotendolo e portando il freddo fin dentro alle sue ossa impietoso. Era un ambiente degno dell'apocalisse e sinceramente non gli dispiaceva, dava a tutta la situazione un che di drammatico facendolo sentire incredibilmente potente. Spostò per la prima volta l'attenzione sull'imponente edificio grigio che si stagliava in mezzo al nulla a diversi metri da lui, quello scoglio era il luogo perfetto per osservare la prigione di Azkaban circondata dalle eteree figure volanti dei dissenatori in tutta la sua tetra eleganza. Sfortunatamente non aveva tempo da perdere. Con un incantesimo trasfigurò la parte superiore dello scoglio dove si trovava che si staccò dal resto e iniziò a galleggiare sul mare tempestoso dopo aver preso l'aspetto di una piccola zattera, con quel mezzo improvvisato si avvicinò al carcere, ma dopo poco, quando superò l'invisibile linea che delimitava i confini di Azkaban, uno stormo di mostri incappucciati sciamò verso di lui pronti a succhiargli l'anima. Era pronto ad accoglierli.

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